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LEONARDA
Dalle camere da basso
ho sentito del fracasso,
e ho creduto mio dovere
di venire, di vedere
se il maestro, o il marchesino...
GREGORIO
(Oggi proprio il mio destino
mi dà schiaffi in quantità.
Ci mancava questa qua!)
LEONARDA
(Ecco l'Elena famosa,
la ragazza sì vezzosa,
che il maestro innamorò,
non ci piace, signor, no.)
GIULIO
(L'ira mia già divampò!
E frenarmi più non so.)
LEONARDA
Che pessimo gusto! Piccina, piccina!
La vostra dottrina, oh, come cascò!
GIULIO
Leonarda, Leonarda, mi lascia in buon ora,
o bada che or ora pentir ti farò.
GREGORIO
Sereno, tranquillo, sfidavo la sorte,
ma a un colpo sì forte, no forza non ho!
GILDA
D'un alma innocente, vi tocchi il dolore.
Se colpa ha il mio core, amor l'ingannò.
ENRICO
Mirate quel pianto che bagna il mio ciglio
al pianto d'un figlio resister chi può?
LEONARDA
Ma dunque? Oh, che imbroglio?
GREGORIO
Son degni di scusa.
GIULIO
Vederli non voglio.
LEONARDA
Io resto confusa.
GREGORIO
Via, siate più umano. Placatevi.
GIULIO
Invano.
GREGORIO
È figlio; pensate.
GIULIO
Lasciatemi; andate.
GREGORIO
E’ madre.
GIULIO
Partite.
GREGORIO
C'è un figlio.
GIULIO
Fuggite.
O un aspide, o un orso io qui diverrò.
Mi s'involi dagli occhi costui,
ria cagion del mio barbaro affanno.
Mi volete crudele, e tiranno?
Sì, crudele, e tiranno sarò.
GILDA
Sfoga pure l'insano tuo sdegno,
versa il sangue, te l'offro contenta,
ma che padre tu sei ti rammenta;
salva Enrico, altra smania non ho.
ENRICO
Ah! signor, mi sedusse un istante;
la mia colpa fu colpa d'amore;
ed un padre, ed un padre, che ha un core
perdonare ad un figlio non può?
LEONARDA
(a Gregorio)
Ma mi dite, narrate, svelate
che pasticcio, che impaccio è mai questo?
Più ci penso, più stupida resto;
ma poi tutto, sì, tutto saprò.
GREGORIO
Marchesino! ... marchese!... Ma zitta.
Meno fuoco, badate al ragazzo.
Questa notte legato per pazzo,
ci scometto, finire dovrò.
Don Giulio esce precipitoso seguito dal signor Gregorio. Enrico
e Gilda entrano in casa, e si chiudono; rimane sola Leonarda.