Domenico Gilardoni
Il borgomastro di Saardam
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ATTO PRIMO

Scena prima. Coro di falegnami, Czar e Pietro Flimann

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Scena prima. Coro di falegnami, Czar e Pietro Flimann

 

Coro di falegnami, che perfezionano coi loro strumenti
varii pezzi necessarii alla costruzione de' bastimenti.
Fra questi si veggono lo Czar e Pietro Flimann.

CORO
Forza, o braccio, ai destri colpi,
su, vigore al martellar.
Per te, l'uom non ha spavento
dell'instabile elemento;
per te impavido il guerriero,
va sul flutto a battagliar.
Forza, o braccio, ai destri colpi,
su vigore al martellar.
Per te, l'onda più fremente,
sfida intrepido il nocchiero;
per te, scopre ignota gente,
nuovi lidi, estranio mar.
Forza, o braccio, ai destri colpi,
su vigore a martellar.

FLIMANN
(che avrà cessato di lavorare contempla un ri tratto)
Del sembiante e caro e vago,
tu a me porgi ognor l'immago.

CZAR
Flimann?... Pietro?... Ehi?
(accorgendosi del ritratto)
Che!... un ritratto?...
Ei sospira!... Oh, veli, che matto!

FLIMANN
(come sopra)
Deh! consola il mio pensier.

CZAR
Bravo. Evviva il romanzier.
(sorprendendolo)

FLIMANN
Perché tu non ami,
deridi il mio stato,
e un folle mi chiami,
che senno non ha.
Ma un giorno, se cadi
nel laccio d'amore,
allora il tuo core
così non dirà.

CZAR
Oh! come t'inganni,
se credi, che un giorno,
provar tali affanni,
quest'alma dovrà.
Di cura più bella
è servo già il core,
schiavo d'amore
giammai diverrà.

FLIMANN
Quel labbro... quel sorriso ...
quel ciglio... quel suo viso ...

CZAR
Ma via, da me t'impara
le donne a dispregiar.

FLIMANN
Quel piè... quel crine... Ah! tutto
non v'ha chi a lei somiglia...

CZAR
La pippa, la bottiglia,
e a monte il delirar.

FLIMANN
Più volte mi provai,
ma vano fu il tentar.
Se cerco, se chiedo
novelli pensieri,
non trovo, non vedo
che quelli d'amor;
riceve per loro
soave ristoro
quest'alma smarrita,
l'oppresso mio cor.

CZAR
La gloria, il valore,
del soglio, del regno,
è il nobile ardore
che brama il mio cor!
Il petto m'accendi,
o fiamma divina,
e invitto a me rendi
l'ardire, il valor.


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