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Marietta con un panierino, alla testa
delle mogli de' falegnami,
che portano pur anco de' cestelli, e detti. Ella, nel mentre
gli artigiani si ristorano, dice a Flimann.
MARIETTA
Queste novelle frutta,
ch'io stessa raccolsi,
ora qui venni offrirti, o mio diletto,
siccome pegno di un costante affetto.
Il soave e bel contento
di quest'alma or sì felice
del mio labbro il vivo accento
tutto esprimere non sa.
Se i miei voti, il mio desire
lieto accoglie il caro bene,
fiano eterne le catene
e d'amore e d'amistà.
I tuoi frequenti palpiti,
deh, frena, o core amante,
or che tu vedi il tenero
oggetto del tuo ardor.
La fiamma tua vorace
esprimerò col guardo,
dirò mia bella face
per te divampo ed ardo.
Vedrò quel vago ciglio
ch'amore e ardore addita,
tutta mi ha già rapita
pago sarai mio cor.
CZAR
Bella Marietta, a voi siam debitori
di non veder più Flimann, poveretto!
vaneggiar come un uom senza intelletto!
MARIETTA
Oh! assai più di buon'ora
qui mi sarei recata,
se il mio tutor non si fermava in casa,
per un corrier che diegli dei dispacci,
scartabellando tanti gran libracci.
FLIMANN
(Dispacci!... Ah!... gli avrà scritto il colonnello!)
CZAR
Or la cagion comprendo
di non lasciar partir di qui nessuno,
finch'ei non venga.
MARIETTA
Oh ciel! Dée qui recarsi?...
Meschina me!... s'ei mi ritrova!...
LEFORTE
Arriva il borgomastro!
MARIETTA
Ah! Pietro, lascia ch'io fugga per di là.
LEFORTE
Son chiuse da quel lato le porte.
MARIETTA
Oh Dio!... come farò?... fra le compagne
fa d'uopo che m'asconda...
(si cela fra le contadine)
CZAR
(a Flimann)
Coraggio, a te.
FLIMANN
Non troppo il cor ne abbonda.