Domenico Gilardoni
Il borgomastro di Saardam
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ATTO PRIMO

Scena quarta. Vambett seguito dagli armigeri, e detti

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Scena quarta. Vambett seguito dagli armigeri, e detti

 

tutti i falegnami ripigliano i loro lavori. Vambett,
dopo di aver accennato agli armigeri di fermarsi
all'ingresso, dice in tuono grave.

VAMBETT
Fate largo al borgomastro.
Fermi tutti, ed attenzione,
che un tantino d'ispezione
fra voi deggio praticar.
(poi volto ai falegnami che fan rumore)
E così?... Non vi tacete?...
Che significa quel chiasso?
Se creanza non avete,
posso farvela imparar.
Ogni donna da quel lato,
tutti gli uomini a sinistra,
ch'io nel mezzo ed isolato,
vo' l'incarico studiar.
(cava un foglio di tasca, e si pone a legger fra sé)
Da molto tempo trovasi
in Saardam un incognito.
Ed io come una bestia,
l'ignoro, e non lo so.
Lavora nella darsena,
per nome Pietro chiamasi.
E tutta questa storia
successe, e nulla io so.
Vegliatelo, guardatelo,
non fate che allontanisi.
L'affare è più che serio;
lo veggo, e già lo so...
Farò dunque in principio ...
Che cosa?... Io non lo so ...
Oh! che già va per aria
la povera mia testa;
il mio cervello fumica,
la mente si offuscò!...
Ma ho l'arte, ho la politica,
e usando or quella, or questa,
il forestiero incognito,
alfine io troverò.
(rimanendo al davanti della scena concentrato)
(Eh, la cosa in se stessa ha del sottile. Esordiam.)
Si rompa il muso altrove
il femminile stuolo,
e il maschio sesso qui restar dee solo.

MARIETTA
(Ah, potessi evitarlo!)

FLIMANN
(Or Marietta è sorpresa.)

Nel sortire le donne, Vambett s'accorge di Marietta, ed
afferrandola.

MARIETTA
Signor!...

VAMBETT
Chi miro?... Oh, stelle!
E come?... la pupilla di un legale,
fra i falegnami, e dentro un arsenale?

MARIETTA
Fu...

VAMBETT
Via di qua fraschetta.

Marietta e le donne partono.

VAMBETT
Sì, parleremo a casa! Ehi, galantuomo,
appressati.

LEFORTE
Son qua.

VAMBETT
Per certo affare
mi dèi somministrare
de' lumi.

LEFORTE
M'onorate!

VAMBETT
Io sempre un gran sospetto
(prendendolo per mano, e conducendolo
sul davanti della scena)
ho avuto di que' due!
(indicando Flimann e lo Czar)
Tu, che ne dici?

LEFORTE
Quelli?(Avvertir potessi il mio sovrano!)

VAMBETT
E così?...

LEFORTE
Quelli?...

VAMBETT
Quelli, sì...

LEFORTE
Son due.

Intanto vorrebbe avvertire Flimann e lo Czar.

VAMBETT
Il diavol che ti porti!… Che cos'è?…
Tu sembri una tarantola!
(nel volgersi dalla parte opposta si accorge che lo
Czar e Flimann fanno de' gesti a Leforte)
(Ah!... ho già capito!…fra quei tre v'è il Pietro
E già coperto…) Presto… ognun mi dica
fra voi chi ha nome Pietro?

CZAR
Io.

FLIMANN
Io.

CORO
Io... Io...

VAMBETT
Eh!... Non più; basta. Un Pietro
io voglio, e me ne piove una dozzina!...
Chi è di Sardaam nativo?

LEFORTE
Tutti, eccetto me solo e quelli due.
(indicando lo Czar e Flimann)

VAMBETT
Ma tu ti chiami?...

LEFORTE
Filiberto.

VAMBETT
Basta.
(Or senza dubbio il Pietro scoprirò.)
Tranne quei due, parta di qui ciascuno.
(segue i falegnami sino all'ingresso)

CZAR
Leforte, gli artigiani arruola, e vedi
se giunse il mio corriero.

LEFORTE
Ho inteso.

VAMBETT
Ehi, dico,
che cos'è quel ciù ciù
(che volgendosi li ha trovati uniti)

LEFORTE
Ecco. Men vado.

VAMBETT
(Ah! ah! Questo complotto
maggiormente conferma,
che l'un di questi è il Pietro in questione!...
Borgomastro, giudizio ed attenzione.)

Lo Czar rimane da un lato, Flimann dall'altro
Vambett nel mezzo che osserva i movimenti d'entrambi.

FLIMANN
(Come ha fisso in me lo sguardo!
Sembra aver di me sol cura!
Presso è già la mia sciagura!
Giusto ciel! che mi avverrà!)

CZAR
(Ferma a guisa di lanterna,
quella forma da stivale,
col suo tuono magistrale
quanto ridere mi fa.)

VAMBETT
Questo ride e non mi cura;
quello guarda ed ha paura;
ergo il Pietro è quell'amico,
né v'è più difficoltà.
Dimmi un po' dove sei nato?

FLIMANN
Nella Russia.

VAMBETT
Fermo qua.
Dove fosti generato? ...

FLIMANN
Nella Russia.

VAMBETT
Pure ? ...
Tu ti chiami?

FLIMANN
Pietro...

VAMBETT
Or taci. E tu?

CZAR
Pietro

VAMBETT
Pietro pure?...
E quant'è che in Sardaam sei?...

FLIMANN
Son quattr'anni.

VAMBETT
E tu?...

CZAR
Quattr'anni

VAMBETT
Ora crepo fra voi due.
Certo scoppio in mezzo qua.

FLIMANN
(Più fortunato evento
chi mai potea sperar!)

CZAR
(Perdut'ha già la bussola,
non sa più navigar.)

VAMBETT
(Or per scoprir la trama
occorre minacciar.)
Orsu, signori miei...

CZAR
Ma via, signore, in pace,
mi lasci per pietà.
Son di Moscovia,
mi chiamo Pietro,
qui venni giovane,
quattr'anni indietro;
se mi desidera, se mi vorrà,
nella gran bettola mi troverà.

FLIMANN
Ed io ritorno a dire
l'istessa verità.
Son di Moscovia ecc.

VAMBETT
Lasciate almen ch'io parli...

CZAR
Ma via, signore, in pace...

VAMBETT
Ma questa è inciviltà...

FLIMANN
Mi lasci, per pietà ...

VAMBETT
Io sol desidero...

CZAR
Son di Moscovia ...

VAMBETT
Quanto vi prego ...

FLIMANN
Mi chiamo Pietro ...

VAMBETT
Quanto vi supplico ...

CZAR
Qui venni giovane ...

VAMBETT
Ma non lo nego...

CZAR e FLIMANN
Se mi desidera,
se mi vorrà,
nella gran bettola
mi troverà.

VAMBETT
Ah! chi le orecchie
mi vuol prestar
questo gran chiasso
per sopportar?
(lo Czar e Flimann sortono celermente)
Il lido già credeva di toccare,
e mi trovo di nuovo in alto mare!
(fa per partire, e si ferma ad un tratto)
Oh! che vedo! mia figlia? E cosa vuole?


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