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Volmar è coricato sopra un sedile di verdura, sotto i
rami di un albero frondoso. A poco a poco si sveglia,
sorge e gira l'occhio intorno maravigliato.
VOLMAR
In qual luogo sono io! Come vi giunsi?
Addormentato io m'era
in ricco appartamento!…
Mi trovava in Golconda… ed ora?… ed ora?…
Non so ben se son desto, o dormo ancora.
Ma no: non dormo. Io veggo
splendere il sole… mormorar fra i rami
sento placida l'aura, e franger l'onde.
Sulle ridenti sponde
della Provenza io sono. Quest'è il villaggio
della tenera Alina. Ecco il boschetto
conscio de' nostri amori.
(odesi da lontano musica pastorale)
I flauti de' pastori
e delle gole forosette io sento
i giocondi concenti!... Oh mio contento!
Un Coro di villani, e villanelle vestite all'uso del paese
con campestri strumenti, e canestri di frutti attraversano il ponte.
CORO
(prima di dentro poi fuori)
Andiam: cogliamo i grappoli
del bel settembre onore:
su' colli amor ci seguiti;
con noi vendemmi amore.
Qualunque festa è insipida
laddove amor non è.
VOLMAR
Oh! come dolce all'anima
suono gentil mi scendi!
Degli anni miei più teneri
il sovvenir mi rendi;
del primo amor rinascere
fai la speranza in me.