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Federigo Tozzi Ricordi di un impiegato IntraText CT - Lettura del testo |
3 gennaio
Strapparmi dalle ubriacature di ozio e di vagabondaggio, a cui mi sono liberamente abbandonato dai quindici ai vent’anni, mi pare una crudeltà raffinata. E mi offendo se qualcuno tenta di convincermi che anche io devo pigliare una strada meno comoda ma più seria. Un giovane intelligente e innamorato non ha il diritto di fare il proprio comodo? L’amore mi occupa tutto quanto l’animo; e mi pare l’unico mestiere che si confaccia alla mia coscienza e alla mia superbia. Non sembri strano che io mi senta anche molto ambizioso; anzi, per questo motivo, non voglio lavorare come tutti gli altri; e persisto nel proponimento di attendere, di giorno in giorno, una sorte privilegiata quale me la figuro. E non ammetto transazioni.