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Paolo Risso
Un apostolo del nostro secolo

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CAPITOLO NONO

Padre di bianca Famiglia

 

L'Ostia che attrae

Dalla sua fanciullezza agli anni della maturità, Giocondo Pio Lorgna si era sempre raccolto attorno a un unico centro: Gesù Eucaristico. Da Lui si sentiva amato di amore infinito. Viveva solo per contraccambiarlo in amore e farlo amare. Voleva che tutti lo amassero e andassero a Lui con cuore di fanciulli.

          «Gesù nascosto sotto i veli di un candido Pane - scriveva - diviene il nostro cibo ed alimento. Non conosciamo il Crocifisso? Non adoriamo l'Eucarestia? E l'amore che s'immola per noi e ci offre tutto se stesso per unirsi a noi, per stringerci tra le sue braccia e trasformarci in Lui».1

Negli anni del suo servizio a Fontanellato, egli trascorreva parecchio tempo davanti al Tabernacolo in colloquio con Gesù. Si alzava dall'incontro, trasfigurato, «risplendente » di luce da portare agli altri. Questa luce - che scaturisce dall'Ostia santa - la trasmetteva in primo luogo alle monache domenicane che egli guidava alla santità. La beata Imelda Lambertini gli appariva quale modello, per eccellenza, di dedizione a Gesù-Pane di vita.

 


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Nel silenzio dell'adorazione nel santuario di Fontanellato germogliò in lui, come dono di Cristo, un grande progetto: Dio lo avrebbe portato a compimento negli anni a venire.

            Quando nel 1905 il Padre giunse a Venezia, parroco ai SS. Giovanni e Paolo, volle il Tabernacolo come «cuore» di ogni iniziativa apostolica, la sorgente inesauribile di ogni crescita nelle anime, il vertice dove tutti dovevano giungere per incontrare l'Amore. Fin dall'inizio del suo ministero, sperimentò che Gesù-Ostia attirava a Sé i fratelli. Toccava a lui, parroco, continuare sulla scia luminosa della beata Imelda e dei Santi domenicani, innamorati di Gesù Eucaristico.

            All'inizio del suo ministero veneziano si affidarono alla sua direzione spirituale alcune giovani: erano Gilda Boscolo2  e Rina Zecchini;3 qualche anno dopo, Maria Bassi.4 Anime ardenti che egli, nella confessione settimanale e nei frequenti colloqui, guidava a Cristo, alle vette della santità.

            Nella sua chiesa, l'8 aprile 1909, fondava la «Pia Unione Adoratori e Adoratrici»: presidente era Gilda Boscolo, vice, Maria Bassi, e poi c'erano alcune collaboratrici.5 Una volta al mese si radunavano in preghiera davanti a Gesù Eucaristico esposto sull'altare e numerosi venivano all'adorazione.

            Ma l'intimità con il Maestro porta ad annunciarLo agli uomini come capitò ai primi dodici Apostoli, a Paolo di

 


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Tarso, a Domenico, a Tommaso d'Aquino. Ora stava per accadere alle giovani che padre Giocondo guidava al Tabernacolo. Non erano giovani eccezionali, eppure la fiducia di P. Giocondo, confortata da semplicità e prudenza, era sempre grande.

            Quando nel novembre 1910, il Padre aprì, per i bambini della parrocchia, l'asilo Angeli Custodi, chiamò le sue «figlie» a collaborare, a servire Gesù nei piccoli. Volle Maria Bassi alla direzione: «Si prepari - le disse - a un ministero: tutti i figli dell'asilo rappresentano Gesù».6

Maria Bassi, ventiquattrenne appena, colta, libera da impegni, ricca, era già impegnata a far catechismo e aveva un forte ascendente sui bambini. Gilda Boscolo, titolare dell'ufficio postale, veniva all'asilo quando l'orario di lavoro glielo permetteva.

            Fin dall'inizio, nell'asilo, apparvero alcune difficoltà: Maria era fragile di salute; Gilda non poteva trascurare il suo lavoro in ufficio. Le altre giovani coinvolte non erano qualificate professionalmente e, appena trovavano un altro posto di lavoro, se ne andavano.

            Il Padre cominciò a pensare a un gruppo di maestre d'asilo animate da un profondo amore a Gesù Eucaristico e desiderose di consacrarsi a Lui. Per questo intensificò la sua opera formativa verso Maria e Gilda e altre giovani per prepararle a una grande missione: portarle a un'identificazione sempre più profonda con Gesù, mobilitarle, per amore a Lui, al servizio dei più piccoli, al dono di se stesse al prossimo.

            Guardava lontano, il Padre, e intravvedeva una comunità religiosa raccolta attorno al Tabernacolo, pronta a far dilagare dovunque l'Amore che ne scaturisce. Egli vedeva Maria Bassi come la «madre» di questa comunità e dei bambini accolti all'asilo, per condurli a Gesù. La Bassi però

 


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sognava la solitudine e il silenzio della clausura. Il Padre pensava all'apostolato diretto tra i fratelli. 7

Dio avrebbe indicato il cammino.

           




1 P. GIOCONDO LORGNA, Elevazioni sulla carità, vol. , p. 102.

               



2 ERMENEGILDA BOSCOLO, chiamata comunemente Gilda (1874-1947), in religione suor Caterina, diventerà la prima superiora generale delle Suore Domenicane della Beata Imelda.



3 CATERINA ZECCHINI, detta Rina (1877-1948) sarà la fondatrice delle Ancelle Missionarie, come si è detto nel cap. VIII.



4 Si veda nota 10 del cap. VII.



5 Le collaboratrici erano: Elena Medail come segretaria; le zelatrici come Emilia Malusa e altre signorine. Si veda: il Diario AL III 5, alla data 8 aprile 1909; le Aggiunte della Boscolo, del 28 gennaio 1939, in AGDI II C 3.



6 P. Giocondo Lorgna a Maria Bassi il 29 agosto 1910, in AL VI 210 (3).



7 Nei termini usati da padre Lorgna «l'opera eucaristica» è detta «l'Opera» per eccellenza. Negli scritti destinati al pubblico è chiamata «l'Opera degli Asili».






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