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Paolo Risso Un apostolo del nostro secolo IntraText CT - Lettura del testo |
Le Domenicane della beata Imelda
Per la festa della Madonna del Rosario, il 7 ottobre 1921, Maria Bassi mandò al Maestro Generale, a nome di altre dodici compagne, il regolamento e la domanda di approvazione dell'Istituto. Il Generale rispose che l'approvazione dipendeva dal Patriarca di Venezia e che l'aggregazione all'Ordine sarebbe avvenuta in seguito.
Padre Lorgna si rivolse al Card. La Fontaine il quale riferì alla Congregazione dei Religiosi a Roma... La risposta si fece attendere alcuni mesi. Intanto Maria Bassi, oppressa da una progressiva malattia depressiva, si distaccava sempre più dall'Opera. E i familiari, impressionati dalle sue condizioni di salute, tramite la sorella Hedda, inviarono a padre Lorgna una dichiarazione in cui affermavano di ritirare Maria dall'Opera. 21 In quel periodo padre Giocondo stava continuando a cercare il denaro per acquistare la «Casa dei Miracoli», per farne il centro della sua Famiglia religiosa che stava per prendere forma. Fece sapere le sue necessità al governo, al Papa Pio XI e a moltissime altre persone.
Il 24 aprile 1922 il Cardinale Prefetto della Congregazione dei Religiosi assicurava il Patriarca di Venezia che era in grado di erigere le «Imeldine» a Congregazione di Terziarie Domenicane. 22 Furono redatte le Costituzioni che furono approvate dal Patriarca.
Si fissò la data della vestizione religiosa delle prime suore per lo stesso giorno in cui si inauguravano i restauri della chiesa dei SS. Giovanni e Paolo e la si erigeva in Basilica. Nell'imminenza di quella giornata, il Patriarca andò a far visita alle «Imeldine» in Calle Muazzo, parlò con loro a una a una, tenne un discorso in cappella e le benedisse. Dal convento di S. Domenico in Torino venne il Padre Reginaldo Giuliani che predicò il ritiro in preparazione alla loro vestizione.
Il 30 ottobre 1922, mentre sulla città scrosciavano vento e pioggia, nella Basilica dei SS. Giovanni e Paolo, tutta splendente di luce, celebrata la Messa, il Cardinale Patriarca
La Fontaine dava il bianco abito domenicano a dieci suore: Gilda Boscolo (suor Caterina), Adele Vangeri (suor Rosaria), Vittorina Roberti (suor Domenica), Lucia Marchetto (suor Giovannina), Francesca Zampiva (suor Imelda), Luigia Zampiva (suor Agnese), Lucia Quagliardi (suor Rosa), Maria Parise (suor Giuseppina), Maria Aloisio (suor Teresa), Giustina Tanello (suor Tommasina). 23
Al termine della celebrazione, il Cancelliere della Curia leggeva il decreto di erezione canonica della Congregazione delle Suore Domenicane della Beata Imelda. Quella mattina di festa, nella Basilica colma di popolo in preghiera, padre Giocondo, il Fondatore, rimase raccolto, continuamente orante, sull'ultimo scalino dell'altare come un semplice chierichetto.
Le novelle suore rientrarono nella loro casa in Calle Muazzo tra due ali di folla che le applaudiva. Si riunirono nella loro cappella e ringraziarono il loro Sposo divino. La loro nascita era stata sostenuta anche da tre santi sacerdoti che avevano incoraggiato il padre Giocondo nella sua opera: don Calabria, che il 22 ottobre aveva inviato il suo messaggio alle «sorelle in Gesù Cristo»;24 don Orione, presente in quei giorni accanto a loro, di persona. 25
Aveva scritto Dante nella Commedia, illustrando la mirabile figura di San Domenico:
«Di lui si fecer poi diversi rivi
onde l'orto cattolico si riga,
sì che i suoi arbuscelli stan più vivi» (Par., XII 103-105).
Ancora una volta il grande Ordine di S. Domenico, il gran torrente ch'alta vena preme, era dilagato impetuoso e ne era scaturito un nuovo «rivo» ad arricchire la Chiesa e a irrigare l'umanità con «l'acqua viva del Cristo, zampillante fino alla vita eterna» ( Gv 4, 14).
Imelda» di Venezia, firmato «Maria Girardi». Si veda anche: D. ROBERTI, Nella luce del Fondatore , cit., p. 37 ss.
in processione vi era don Orione - il quale recitava il Rosario».