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Paolo Risso
Un apostolo del nostro secolo

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Affascinato da Gesù Eucaristico

Padre Giocondo si trovò a vivere questa vita offerta a Dio a fianco di eminenti personalità dell'Ordine e della Chiesa. I Frati Predicatori vivevano in quegli anni una felice stagione di primavera, dovuta alla rinascita del Tomismo, promossa da Leone XIII, e alla riforma della vita sacerdotale e religiosa, voluta da S. Pio X, all'opera di grandi uomini come il Maestro Generale Padre Cormier, al nuovo interesse per la teologia mistica di S. Tommaso, iniziato dal Padre Weiss, seguito dal padre Arintero. 9

Questa ripresa radicava l'Ordine nella Tradizione della Chiesa e contro decadentismo, estetismo e mollezze del

 


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tempo brillò l'amore per le austerità e la vita semplice e povera. Contro la ricerca dei piaceri si impose il fascino della vita religiosa vissuta in espiazione, offerta vittimale con Cristo. Non c'era spazio per i compromessi con il mondo. La dottrina della fede appariva solida e sicura come roccia, la roccia che è Cristo ieri, oggi e sempre.

            Padre Giocondo appartenne a questa luminosa stagione dello spirito. Egli affermava il primato della contemplazione e della liturgia e proclamava la centralità del Mistero Eucaristico: Gesù-Sacrificio, Gesù-Pane, Gesù vivo e vero nel Tabernacolo. Qui sta la sorgente del suo essere sacerdote e domenicano: ascoltato il discorso di Gesù sul Pane di vita ( Gv 6, 26-58), nutrito di Lui, visse per Lui ( Gv 6, 57) e chiamò le anime al Tabernacolo. 10

Nel clima del mondo laico, positivista, razionalista, scettico verso un Dio che si fa uomo in Cristo, irridente verso il Mistero più alto del Cattolicesimo, qual è l'Eucaristia, padre Giocondo riconosce ed esalta l'Altare, la Mensa Celeste, il Tabernacolo dove l'uomo, unendosi a Gesù, si divinizza.

            «L'Eucaristia è per lui la meta agognata dei suoi desideri, il conforto delle sue sofferenze, la luce sul suo cammino, la forza che lo spinge a una dedizione sempre più generosa alle anime che cercano Dio». 11

«Bisogna crescere all'ombra del Tabernacolo12scriveva padre Giocondo - in esso Gesù, in una immolazione continua ci offre misticamente l'argomento più eloquente del suo amore».13 «Il Tabernacolo è un rifugio sicuro contro le insidie e gli inganni del demonio».14 « E la fonte di unità e carità fraterna».15

 


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Padre Lorgna non poteva essere che una cosa sola con Gesù Eucaristico e così le anime che egli guidava: questa è la via verso la santità:

«L'anima che desidera essere vittima d'amore, deve tutta ardere del fuoco della divina carità... L'altare su cui s'immola è la croce, la sua croce quotidiana e il fuoco che la consuma parte dal Tabernacolo».16

Egli sapeva di essere sacerdote prima di tutto per l'Eucaristia.

            Il sacerdote, prima di essere l'uomo per gli altri, è per eccellenza l'uomo del Sacrificio redentore. Il suo atto supremo è come quello di Cristo: l'offerta di sé sulla croce per la remissione dei peccati e la salvezza del mondo.

            Nella celebrazione del Sacrificio della Messa, nelle ore di adorazione presso il Tabernacolo, il padre visse in pienezza il suo sacerdozio: l'essere sacerdote e ostia con Gesù Sacerdote e Ostia:

«La Messa è la rinnovazione della Passione e Morte di Gesù. Armonie tra il Calvario e l'altare, la medesima Vittima, il medesimo Sacerdote, i medesimi frutti».17

Verso Gesù Eucaristico converge anche tutto il senso dell'essere domenicano di padre Giocondo. Era solito ricordare spesso le lunghe veglie di S. Domenico davanti al Tabernacolo, da cui traeva luce e forza per le sue iniziative apostoliche. Vedeva un rapporto stretto tra l'Eucaristia e l' Ordine Domenicano:

«Quanto è seducente la definizione che S. Tommaso dell'Ordine nostro: dare agli altri le realtà contemplate! E quale realtà più attraente che Gesù Eucaristia? Di Gesù che, rimanendo in mezzo a noi, ha il diritto che stiamo vicini a Lui e gli facciamo dolce compagnia. A Lui dunque pensieri e affetti: ecco la contemplazione nostra». 18

 


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E ancora: «S. Domenico stava perennemente in questa solitudine di cuore (davanti al Tabernacolo) e Gesù parlava a lui ed egli riceveva la luce delle parole divine che poi trasformava in sante fiamme d'amore. Da questo santo raccoglimento emanava in lui, oltre l'amore di Dio, anche quello delle anime, così da renderlo uno degli apostoli più instancabili».19

 




9 PADRE ALBERTO MARIA WEISS (1844-1925), domenicano bavarese di Indersdorf, svolse la sua attività di insegnante e di studioso a Graz (Austria), a Roma, a Vienna e a Friburgo (Svizzera). La sua fama si diffuse rapidamente quando pubblicò Le leggi dell'interesse del capitale e del salario dell'operaio (1883) con cui venne ad assumere un notevole posto nel movimento cattolico sociale del tempo. Ebbe un'eco ancora più vasta, in tutta Europa, l'Apologia del Cristianesimo, pubblicata in 5 volumi tra il 1878 e il 1879, che fu la prima della Chiesa a sfondo sociale. Scrisse ancora La sapienza in tasca (1899) e L'arte di vivere(1900) che furono diffusissime, Liberalismo e Cristianesimo (1914). Il padre Weiss unì alla vasta cultura una elevata vita interiore, come appare dalla sua autobiografia ( Vita e opere, 1925).

                Sul PADRE GIOVANNI GONZALES A RINTERO , si veda nota 46 del cap.

                VIII.



10 Cfr. G. CAVALCOLI, op. cit., pp. 718-719.



11 Ibid., p. 712.



12 Ibid.



13 Ibid.



14 Ibid.



15 Ibid., p . 713 .



16 Ibid.



17 P. GIOCONDO PIO LORGNA , Elevazioni per ... cit., p. 122.



18 AA. VV., Servo di Dio Padre Giocondo Lorgna, Domenicano, Scuole Grafiche Pavoniane, Milano 1971, p. 79.



19 G. CAVALCOLI, Op. cit., p. 716.






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