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Paolo Risso Un apostolo del nostro secolo IntraText CT - Lettura del testo |
Antica terra è la Lunigiana. Il suo nome deriva da Luni, città portuale, fondata nel 177 a. C. dagli antichi Romani.
Punta estrema della Toscana a nord-ovest, è compresa dalla vallata del Magra che scende dall'Appennino verso il golfo di La Spezia. Montagne, colline, il cielo azzurro, il mare.
Nel cuore di questa terra boschiva, sorge Popetto, minuscolo borgo arroccato su un colle alto seicento metri, del comune e della parrocchia di Tresana. I terreni scoscesi sono coperti di castagni o coltivati, là dove è possibile, a vigneti. Ancora verso la fine del secolo scorso, le strade erano soltanto mulattiere e collegavano Popetto con Tresana e Mulazzo.
Le case di pietra, ancora oggi, si stringono, a comune difesa, l'una accanto all'altra, attorno a una strada centrale. Allora, centotrenta abitanti, o poco più, abitavano il borgo. Gente dalle mani rudi e dalla fede salda come la roccia dei monti all'intorno.1
Tra questa gente, negli anni '60 del secolo scorso, troviamo due sposi: Giovanni Lorgna, sarto e, salute permettendo,
contadino, e Maria Fiasella, donna di casa. La fede cristiana illuminava il loro cammino.
L'anno 1870, il 27 settembre, a Popetto, nasceva, terzogenito dei figli di Giovanni e Maria Lorgna, un bambino. Lo battezzarono lo stesso giorno con un nome bello, sprizzante gioia: Giocondo. Erano nati, prima di lui, Maria Caterina nel 1863 e Bentivoglio nel 1867. Giocondo non conobbe Maria Caterina, morta prima della sua nascita, ma vide nascere i fratelli Luigi, nel 1876, e Davide nel 1880. 2
Maria, prima di essere sposa, un giorno era andata, con il fidanzato Giovanni, in pellegrinaggio al santuario della Madonna in Gaggio. Il popolo cantava una lode alla Madonna, in cui era ripetuto, come un ritornello:
I due fidanzati promisero alla Madonna di dare il nome «Giocondo» a un figlio, di affidarlo a lei e di lasciarlo libero di consacrarsi a Dio, affinché fosse la gioia di molte persone.