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Paolo Risso Un apostolo del nostro secolo IntraText CT - Lettura del testo |
Giocondo cresceva. L'ambiente non era ricco. Ma c'era tanta luce tra il cielo azzurro e il verde di Lunigiana. Dio lo si sentiva vicino, quasi lo si respirava.
Il papà era proprietario di poche terre di boschi, di castagneti, prati e vigne. Non potendo lavorare in campagna per la malferma salute, si faceva aiutare da garzoni - erano spesso ragazzi orfani accolti in casa - e dai figli, quando avevano l'età di poterlo fare.
Occupandosi, per lo più, come sarto, era quasi sempre in casa, perciò seguiva i figli e li educava specialmente con l'esempio di laboriosità e l'organizzazione di lavori.
La mamma, che aveva i figli da crescere, faceva la sua parte nella pietà, nei consigli, nelle raccomandazioni. Era una donna ricca di fede: sembrava avesse visto Dio e gli avesse parlato. Educava i suoi piccoli «per contagio» di bene. Aveva promesso di dare Giocondo al Signore: ora voleva mantenere l'impegno assunto.
Cominciò con l'affidarlo alla Madonna. Dalla casa di Popetto, si scorge, lontano, il santuario della Madonna della Neve sul monte di Gaggio. Maria si inginocchiava sulla terrazza di casa, rivolta al santuario e pregava: «Madonna cara, ti ho consegnato il mio Giocondo, fa' che sia santo, perché faccia del bene e sia la gioia per molti».
Al bambino, come agli altri figli, la mamma insegnò a pregare. Era la scoperta di un grande Amico, Gesù, e con Lui era facile e bello parlare come a uno che comprende, perdona, aiuta. Pregavano insieme, mamma, papà, Giocondo e i fratelli, mattino e sera. Alla preghiera, la mamma talvolta faceva seguire un discorso che scendeva giù nel cuore:
«Sii buono come il tuo angelo custode. Non commettere peccati. Fai del bene a tutti. Non fare mai del male a nessuno. Non stare mai senza fare nulla».
Giocondo cresceva con questo stile. Attraverso i suoi genitori, gli arrivava Gesù e tanta gioia di vivere. Si alternavano, come in ogni famiglia, giorni lieti e tristi. La mamma commentava: «Ringraziamo la Provvidenza di Dio».
Il bambino, irrobustendosi, andava a legna, a erba per il poco bestiame della piccola stalla, a far commissioni. Aveva l'argento vivo addosso e sapeva pure combinare qualche marachella. La mamma gli parlava al cuore, gli spiegava che cosa doveva fare ed evitare, lo educava con la forza della tenerezza. Gli aveva spiegato che i poveri, di passaggio a chiedere l'elemosina, erano l'immagine di Gesù.
Un giorno venne un mendicante verso mezzogiorno.
La mamma disse a Giocondo: «Dagli la tua porzione: oggi soffri la fame per lui». Il bambino ubbidì, la mamma lo fece sedere poi accanto a sé ed egli mangiò meglio di prima. 3
Era pure un gran curioso e un ragazzo allegro. Quando c'erano balli e musiche in paese, lui voleva andare per godersi suoni e festa. La mamma però gli diceva: «Tu non ci vai». Il bambino mugugnava un po', ma fatto più grande, capì che la mamma aveva ragione e le disse pure grazie.
Assai presto la chiesa del borgo diventò il suo luogo prediletto. Ascoltava il Parroco durante la predicazione: c'era molto da imparare e da praticare. A casa spiegava tutto alla mamma, la quale, ascoltatolo in silenzio, concludeva: «Ora fa' tutto quanto hai sentito».
I preti di Tresana e di Castevoli diventarono i suoi amici. Un giovedì della settimana santa, il parroco di Castevoli domandò a Giocondo, che l'aveva ascoltato a bocca aperta mentre predicava sulla Passione di Gesù: «Chi ami di più, il papà o la mamma?». Giocondo rispose: «Prima di tutto, amo Gesù che fu messo in croce, poi i genitori». 4
Quando scendeva la sera, papà e mamma raccoglievano tutta la famiglia in cucina e là pregavano la Madonna con il Rosario. Fin dai primi anni, la corona diventò la preghiera prediletta di Giocondo; in questo modo gli nacque in cuore una grande affezione a Maria Santissima.
Il 2 luglio, in Lunigiana, è festa della Vergine del Monte: cinque ore di cammino, da Tresana, tutto in salita. Quei di Popetto, di Tresana, dei paesi all'intorno, erano soliti andare lassù in pellegrinaggio. Giocondo aveva nove anni e desiderava recarvisi anche lui. Alla mamma, timorosa
che si stancasse troppo, Giocondo rispose: «Permettimelo, la Madonna non mi farà stancare e diventerò anche più buono con te». Quel 2 luglio 1879, salì felice dalla sua Madonna. 5