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Paolo Risso
Un apostolo del nostro secolo

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In attesa di capire meglio

In Seminario, il Rettore don Ferrari era davvero un grande maestro di vita. Giocondo lo seguiva, lo imitava nelle virtù sacerdotali e lo amava. Ne faceva propri pensieri e sentimenti.

 


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Rientrando in Seminario nell'autunno 1887, perfettamente in linea con quanto aveva insegnato il Rettore, condusse con sé tre ragazzi di Torrile. Benché così giovane, si era fatto autorevole e trascinatore. Don Ferrari lo nominò «prefetto di camerata» per il biennio 1887-89. Mite e umile di cuore, i compagni gli obbedivano, perché non mortificava alcuno. Aveva sempre per ciascuno parole di amicizia ed elevava gli altri con il suo esempio, la sua carità. Molti perseverarono nella vocazione per il suo aiuto. «Da lui - scrive un compagno - imparai la gioia del sacerdozio, inteso come sublime missione. Suggerimenti e consigli avuti da lui, li trovai preziosi nel corso della vita».15

In questo clima di disciplina, di studio e di preghiera, Giocondo Lorgna ricopiò di suo pugno il «Regolamento del Seminario» che rispecchia lo stile esemplare di vita che aveva acquisito sotto la guida del suo Rettore, stile che ora diventava la base del suo incarico di vigilare sugli altri allievi.

I compagni aprivano l'anima a Giocondo, come a un fratello molto buono. Anche lui si apriva con loro in un clima di dialogo e di confidenza.

Intanto la vita dei consacrati a Dio nell'Ordine della Verità l'aveva affascinato ogni giorno di più da quando aveva incontrato il Padre Doria e la Madonna di Fontanellato.

Dopo quell'incontro, il seminarista Giacinto Mazzetti nel 1887 aveva lasciato il Seminario di Parma per farsi domenicano. Era una vita di studio e di preghiera, di contemplazione e di irradiazione di Gesù Cristo ai fratelli con la predicazione.

Poter predicare appassionava Giocondo. Accettò pertanto con gioia l'invito a «predicare» sul Sacro Cuore di Gesù nel giugno del 1888. Illustrò il tema: «Saper amare»:

«In Gesù si trovano profondità di oceani. Nell'amore a Lui il nostro cuore spazia nell'infinito e diventa forte.

L'amore a Gesù ci consola, ci rende buoni, ci trasfigura.. .

 


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Per amore di Gesù, quanti si strappano alle gioie della famiglia, alla dolcezza dell'amicizia, alla terra natia, per andare a predicare il Divino Maestro agli infedeli o a chiudersi nei conventi. Perché lo fanno? Perché amano Lui».16

La prima predica di Giocondo rivela il suo intimo. Gesù-Amore che lo mobilitava a salire verso l'alto, a studiare e ad amare, a essere apostolo.

Nell'estate 1888, dopo un breve soggiorno a Torrile e a Popetto, trascorse le vacanze a Garignano nella villa del Seminario, insieme al Rettore Ferrari. Egli, in quel tempo, aveva chiamato accanto a sé, come Vice-rettore, don Guido Conforti, un giovane sacerdote che sognava di portare Gesù a ogni creatura, da vero missionario. 17

Giocondo cominciò a guardare a don Conforti come a un altro modello di vita sacerdotale e apostolica. Da parte sua, don Conforti definirà il giovane di Torrile «una gemma di seminarista e delizia dei superiori». Era un altro santo che Dio gli faceva incontrare.

Ma ora toccava a lui, giovane di 18 anni, prepararsi a vivere ciò che aveva detto nel discorso dedicato al Cuore di Gesù:

«Per amore di Lui, quanti si strappano alle gioie della famiglia, per andare a predicare... per chiudersi nei conventi ».

Dio gli indicava una nuova strada tutta in salita.

La strada preparata per lui da tutta l'eternità.

 




15 G. LEPORATI , o p. Cit . , p . 151 .



16 AL II 140 (1).



17 GUIDO CONFORTI nacque a Ravadese (Parma) nel 1865, compì i suoi studi nel Seminario di Parma. Dal 1888, sacerdote e vice-rettore, insegnò nello stesso Seminario. Nel 1902 fu consacrato Vescovo di Ravenna e poi di Parma e visse in fama di santità. Fondò la Pia Società S. Francesco Saverio per le Missioni Estere (Padri Saveriani). Morì nel 1931. E stato proclamato Beato da Giovanni Paolo II.






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