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Paolo Risso Un apostolo del nostro secolo IntraText CT - Lettura del testo |
Da Bologna P. Bonora taceva. Giocondo era tornato a Torrile e là edificava tutti con il suo stile di vita. Aveva 19 anni. Limpido e luminoso nel suo austero abito talare, comunicava Gesù.
Ma il tempo passava e occorreva decidere: in Seminario a Parma o novizio in convento? All'inizio di ottobre, Giocondo scrisse al Padre Provinciale. Ebbe risposta evasiva.
Soffriva e pregava la Madonna. Lo zio don Luigi non poteva più vedere il nipote soffrire e si rivolse al Rettore don Ferrari, il quale si affrettò subito a raccomandare al Provinciale domenicano il giovane eccellente che Dio senza dubbio chiamava sulla nuova via. P. Bonora rispose ancora alcune volte in modo dilatorio.
A Padre Bonora importava risolvere il problema di trovare il convento per il noviziato della «provincia di Lombardia». Finalmente, risolta la questione, invitò Giocondo a presentarsi subito per l'esame di accettazione.
Il giovane avvisò i suoi genitori che stava per partire. Salutò lo zio don Luigi e l'anziano nonno a Torrile. Passò in Seminario a Parma a congedarsi dai Superiori e dai compagni.
Don Ferrari dimostrò quanto amasse Giocondo. Non poté più trattenere la piena dei suoi sentimenti. L'abbracciò a lungo come un padre, lo baciò commosso, ed esclamò:
«Dunque, figlio, lasci il padre e la madre piangenti?».
Più tardi commentò: «L'Ordine Domenicano ha acquistato un grande tesoro e farà onore anche al nostro Seminario ».7
Il 29 ottobre 1889 lo zio don Luigi presentò, a Bologna, Giocondo al provinciale P. Bonora e, per mezzo di lui, all'Ordine di S. Domenico. L'indomani, salì con il nipote al santuario della Madonna di S. Luca per affidarlo alla sua protezione. Il 31 celebrò la Messa per lui alla tomba di S. Domenico. Poi partì. La parrocchia di Torrile l'aspettava.
La mattina dell'8 novembre, presso la tomba di S. Domenico, presenti i frati del convento, ma nessuno della sua
famiglia, P. Bonora rivestì il diciannovenne Giocondo Lorgna, del bianco abito dei Predicatori. Non gli cambiò il nome di battesimo, come allora si usava, ma gli aggiunse quello di Pio.
Cantato il Te Deum al termine del rito, i confratelli lo abbracciarono felici. Fra Giocondo Pio partì immediatamente. Mentre il sole tramontava e le prime stelle si accendevano in cielo, giungeva al convento di Ortonovo (provincia di La Spezia, diocesi di Sarzana), unito alla chiesa dedicata alla Madonna del Mirteto. 8
Luogo solitario, clima salubre, una grande pace all'intorno, il cuore in festa, perché si compiva il suo sogno, fra Giocondo Pio iniziava il suo noviziato. Era l'anno di prova per apprendere, per mezzo del Padre Maestro e dello Spirito che parla al cuore, a essere un domenicano santo. Ne conserverà sempre un ricordo stupendo.