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Paolo Risso Un apostolo del nostro secolo IntraText CT - Lettura del testo |
Passarono veloci gli anni di studio dal 1890 al 1893: fra Giocondo si avvicinava a coronare il suo sogno, a realizzare, nella pace e nella gioia, la sua vocazione.
Il 21 dicembre 1892 dal Vescovo mons. Nicola Zoccoli, Vicario capitolare di Bologna, ricevette la tonsura e gli Ordini Minori. Fra Giocondo si era preparato con cura all'esame previo e aveva in seguito partecipato, con la comunità, agli esercizi spirituali predicati dal Padre Giacinto Cormier, 6 tra la fine dicembre 1892 e l'inizio del 1893. Fra Giocondo incontrò in quei giorni un vero maestro di spirito e trasse grande vantaggio dall'ascolto e dalla meditazione sulla Parola di Dio. Non contento di ascoltare la sua predicazione, si presentò a Padre Cormier, commosso di quanto aveva detto sull'Eucaristia, gli aprì il suo animo, gli fece leggere il suo «Proponimento» sull'amore a Gesù Sacramentato e ne ottenne l'approvazione con le parole quasi profetiche dell'illustre predicatore:
«Chiunque avrà seguito questa regola, pace e misericordia su di lui».
In questo «proponimento», vero capolavoro di dedizione a Gesù nel Tabernacolo, tra l'altro si legge:
«Proposito: Amore al SS. Sacramento Fini principali di questa scelta:
- L'amare Gesù è conforme al volere di Dio; in questo amore è riposta ogni perfezione.
- A chi lo vuole amare, Gesù dona quelle virtù che vuole vedere nei suoi amanti.
- Chi giunge ad amare Gesù, ha la morale impossibilità di offenderlo volontariamente.
- Chi si prepara al sacerdozio e non si accende d'amore per Gesù, l'uso continuo dei Sacramenti gli sarà nocivo.
- Amando Gesù Sacramentato, avrò sempre vicino l'amore del mio cuore, e in questo amore furono privilegiati i Santi Domenicani».7
Sta qui il segreto di Giocondo Lorgna, ragazzo, novizio, sacerdote, professore, parroco, fondatore.
Seguiva, nel suo programma, un itinerario di vita per crescere nell'amore a Gesù eucaristico: studiare le sue virtù, fedeltà all'esame di coscienza, meditazione e preghiera intima, affettuosa, colloquio con Lui, i diversi impegni vissuti per Lui solo, come se fosse nel momento di lasciare questa vita per l'eternità.
Dunque, dal Tabernacolo fra Giocondo partiva per configurarsi a Cristo nell'amore, per possedere le delicatezze e le sfumature dell'amore, per aprirsi al dono totale di se stesso ai fratelli.
L'incontro con Padre Cormier fu per fra Giocondo una tappa fondamentale.
Intanto il fratello Davide, di 12 anni appena, desiderava seguire Giocondo nell'Ordine di S. Domenico. Verso la Pasqua del 1893 Giocondo assicurava Davide che sarebbe presto entrato nella scuola apostolica di Fiesole. Vi entrava il 18 ottobre 1893 con grande gioia: nella casa di Giovanni e Maria Lorgna a Popetto, davvero era passato il Maestro di Nazareth e per tre volte, a Bentivoglio, a Giocondo, a Davide, aveva ripetuto l'invito: «Vieni e seguimi ».
Il 20 luglio 1893 fra Giocondo superava il difficile esame di «propedeutica», quasi con il massimo dei voti ed era dichiarato, come si usava allora nel corso degli studi dell'Ordine, «studente formale»: ciò significava che gli esaminatori riconoscevano in lui la capacità di impadronirsi della dottrina di S. Tommaso e di insegnarla agli altri, un pronto ingegno e un fervente zelo religioso.
Superato l'esame, fra Giocondo iniziò a prepararsi alla professione religiosa solenne e all'ordinazione sacerdotale. Studio, preghiera intensa, raccoglimento.
Il 27 novembre 1893, presso la Tomba di S. Domenico, fra Giocondo, nelle mani del Provinciale, Padre Laguzzi, emetteva la professione solenne. Il 30 novembre era ordinato suddiacono, i1 3 dicembre diacono. Ne dava notizia ai suoi genitori, a don Bentivoglio, e non dimenticava il suo antico Rettore del Seminario, ora vescovo di Como, mons. Andrea Ferrari. In vista di quelle date solenni, fin dalla settimana santa di quell'anno aveva scritto al fratello sacerdote: «Una prece ti chiedo anche per me, affinché disponga il mio cuore a quel giorno in cui rinnovando i miei voti, diverrò vittima perpetua... Questo giorno fortunato sarà in novembre e il giorno di Natale è probabile sia quello della mia Messa novella: così nel breve giro di un mese sarò vittima e sacerdote».8
Giunse l'Avvento 1893 e passò in attesa. Il 23 dicembre fra Giocondo Pio Lorgna veniva consacrato sacerdote dal Vescovo mons. Nicola Zoccoli. 9 Il giorno di Natale salì
l'altare presso la Tomba di S. Domenico per celebrarvi la prima Messa. Non ebbe alcuno dei suoi familiari vicino, ma, mentre tutti gli manifestavano la loro gioia, egli tutti portava nel cuore e offriva al Padre con Gesù sul suo altare.
Aveva raggiunto la meta: era sacerdote nell'Ordine dei Predicatori, come desiderava dal giorno in cui sentì quella speciale chiamata presso la Vergine del Rosario di Fontanellato.
Ora lo chiamavano «Padre»: Padre Giocondo, Padre e guida delle anime a Cristo.
Il giorno stesso della sua ordinazione, padre Giocondo scrisse al suo antico rettore del seminario di Parma, Mons. Andrea Ferrari, ora Vescovo di Como: «Oggi stesso sono stato ordinato sacerdote e in questo giorno solenne mi è dolce inviare felicitazioni e auguri per le feste natalizie. Di quali pensieri e affetti sia ripiena l'anima mia non mi posso esprimere, che a certi punti della vita il dir vien meno: solo dirò che la Vostra memoria ora più che mai è cara al mio cuore. Dalla saggia educazione del seminario devo in gran parte il desiderio della vita religiosa e della brama del carattere sacerdotale».