Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Paolo Risso Un apostolo del nostro secolo IntraText CT - Lettura del testo |
Padre Giocondo poteva insegnare nelle scuole dell'Ordine. Nell'ottobre 1897 gli fu affidato dai Superiori della Provincia l'insegnamento di filosofia e di storia ecclesiastica agli studenti del secondo anno nel convento di Bologna.
Terminati i corsi istituzionali e promosso lettore, egli doveva lasciare l'appartamento di piazza Galileo abitato dagli studenti, ed entrare nel convento vero e proprio.
Questo era costituito dalla «casa della Inquisizione» che S. Pio V aveva fatto costruire nel 1568 a fianco della sagrestia, quindi nelle vicinanze del coro e della chiesa.
Le celle dei frati erano soleggiate e si aprivano alla vista del grande orto di San Domenico. Non mancavano le indispensabili sale comuni, fra le quali alcune aule scolastiche.
Il 3 novembre saliva per la prima volta in cattedra, giovane professore di 27 anni, appena alzatosi, nel luglio precedente, dal banco dello studente. «La mia voce - scriveva al Card. Ferrari, Arcivescovo di Milano - si apra agli splendori della Verità e possa manifestare tutta la sua bellezza ai miei discepoli e confratelli».1
La filosofia che si apprestava a insegnare, comprendeva cosmologia, psicologia e teologia naturale. Era un compito notevole, anche se gli studenti del secondo anno erano solo due: fra Luigi Del Convito e fra Pietro Girardi, veneziano, i quali, seguiti così a fondo dal professore e impegnatisi con grande serietà, ottennero all'esame un'ottima votazione.
Nel medesimo tempo insegnava storia della Chiesa, dedicandosi al periodo degli inizi, l'antichità cristiana. Gli appunti delle lezioni rivelano la sua diligenza nella preparazione e il suo grande amore a coloro - gli apostoli, i padri apostolici, i primi credenti ricchi di fede - che iniziarono la grande avventura della Chiesa nella storia.
Professore, ebbe anche l'incarico di bibliotecario. In quel momento la biblioteca occupava solo una stanza, mentre nei sotterranei della casa di piazza Galileo giacevano quei sacchi pieni di libri che vi erano stati trasportati dai frati al momento della soppressione del 1866, per sottrarli alla devastazione. Padre Giocondo si impegnò a riordinare tutti i testi. Gli studenti trasportarono i libri in tre sale e li collocarono negli scaffali. Un suo alunno ricorda con simpatia: «Il buon Padre Lorgna, per premiare la nostra fatica e per confortare la nostra gola, riarsa per il calore e per il polverone dei sacchi, ci offriva di tanto in tanto qualche bicchierino di alchermes. "E poco, diceva con il suo sorriso abituale e tenerezza materna, è poco, ma voi cari figliuoli, vi sapete contentare per amore di S. Domenico"».2
Ed ecco che, appena diventato docente, continua a dimostrarsi un fratello vero per i suoi studenti; a farsi amare con lo stile della carità che conquista i cuori e rende persino piacevole il sacrificio.