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Paolo Risso
Un apostolo del nostro secolo

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Apostolo dei giovani

Nel 1905, Padre Giocondo aveva conosciuto don Giuseppe Astolfoni che aveva già organizzato nella parrocchia vicina di S. Canciano il Patronato «La Divina Provvidenza »: voleva affidarlo ai Padri Giuseppini di S. Leonardo Murialdo. 13 Essi non accettarono perché il locale era troppo

 


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piccolo e non consentiva di realizzare il lavoro che avrebbero voluto.

            Nel medesimo tempo, il Padre Giuseppino Giuseppe Marengo,14 da tempo desiderava aprire un patronato nella parrocchia dei SS. Giovanni e Paolo, secondo il desiderio del Patriarca Card. Sarto, diventato Papa Pio X.

            Padre Giocondo scoprì in parrocchia un edificio del ' 500, posto in vendita, il palazzo Morosini, con ampio giardino e ricco di vasti locali. Il Patriarca Cavallari approvò che lo si acquistasse, purché una parte della spesa fosse pagata dalla carità dei cittadini veneziani. C'era da spendere circa 100 mila lire e i tre sacerdoti, P. Lorgna, P. Marengo e don Astolfoni riuscirono a raccoglierne più di un terzo. Il 3 maggio 1906 si comprava palazzo Morosini e il 14, don Astolfoni vi trasferiva fanciulli e maestri della sua parrocchia.

            Nei mesi successivi, padre Giocondo apriva le iscrizioni per i fanciulli, i ragazzi, i giovani e gli operai della sua parrocchia, avendo diritto almeno a un terzo dei posti, così com'era stato stabilito con il parroco don Astolfoni. Nello stesso periodo vennero due Padri Giuseppini ad assumere la guida dell'opera. Il 7 ottobre 1906, anniversario della vittoria di Lepanto, festa del Rosario, il patronato venne inaugurato, presenti il Patriarca, le autorità della città e i tre sacerdoti fondatori, in mezzo a tanta gente in festa.

 


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Il numero unico, 15 pubblicato per l'occasione, riportava il programma dell'istituzione appena sorta: doposcuola per gli scolari delle elementari, lezioni di ripetizioni per gli studenti ginnasiali e delle tecniche, scuola di disegno industriale, computisteria e istruzioni morali alla sera per gli operai; scuola di religione per le classi superiori, oratorio domenicale per i giovani e corsi elementari gratuiti durante le vacanze. Davvero un'opera stupenda di promozione umana e di evangelizzazione, che avrebbe meritato il plauso sincero e totale di un grande educatore dei giovani, come Don Bosco o dei suoi amici, don Leonardo Murialdo e don Luigi Orione.

            I Padri Giuseppini, validi educatori sulla scia del loro fondatore, portarono la loro opera sapiente e amorosa a servizio della gioventù, ma padre Giocondo si interessò dell'opera fino all'ultimo giorno della sua vita. Nell'ambito del patronato, sotto il titolo beneaugurante della «Divina Provvidenza» nacquero la «Società di ginnastica Francesco Morosini», che avrà successo e premiazioni a livello nazionale, poi, nel marzo 1911, si inaugurò la «Compagnia di S. Luigi Gonzaga e della beata Imelda».

            A Palazzo Morosini trovò pure sede il «Circolo giovanile S. Tommaso d'Aquino» che raccoglieva giovani studenti per promuovere manifestazioni culturali e ricreative. Padre Giocondo pensava il patronato come il luogo privilegiato di formazione cristiana della gioventù e di crescita nella fede. Nella cappella del palazzo pose l'immagine della Madonna del Rosario di Fontanellato, come protettrice dei giovani che si radunavano. Stabilì che ogni domenica si celebrasse la Messa per i giovani. Chiamò i ragazzi e i giovani a farsi testimoni della fede con la loro partecipazione entusiasta alle Comunioni generali, alle celebrazioni e alla processioni eucaristiche parrocchiali.

 


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Davvero il patronato della Divina Provvidenza educava ragazzi e giovani, studenti e operai «alla statura di Cristo » (Ef 4, 13).

            Continuò a operare anche durante gli anni della prima guerra mondiale. Riprese più fiorente ancora dopo la guerra. Ma nel 1924 i Padri Giuseppini furono ritirati dai loro superiori, proprio mentre padre Giocondo era riuscito a dare un nuovo slancio alle associazioni cattoliche della parrocchia. L'opera fu affidata, dal Patriarca Card. La Fontaine, alla direzione del sacerdote diocesano don Gildo Vian. Ma era una soluzione provvisoria. Nell'autunno 1926, il Patriarca chiamò alcuni membri dell'Opera Card. Ferrari a dirigere il patronato. Palazzo Morosini fu completamente restaurato. In cappella, con grande gioia di padre Giocondo, si espose ogni giorno Gesù eucaristico all'adorazione dei giovani. Si organizzarono nuove iniziative a loro servizio. Padre Giocondo si assicurò che il patronato, divenuto ancora più interparrocchiale, avrebbe continuato a ospitare e a promuovere le attività proposte da lui per i ragazzi e i giovani della sua parrocchia.

            Durante la novena di Natale 1927 venne inaugurato il «rinnovato» patronato posto ora sotto la guida di don Luigi Corbella dell'Opera Card. Ferrari. Padre Giocondo mandò una circolare ai «carissimi parrocchiani» in cui scriveva:

«Le porte sono aperte a tutti: ai ricchi e ai poveri, ai dotti e agli ignoranti, agli adulti e ai giovani e fanciulli. E risorto il patronato della Divina Provvidenza e i miei cari fanciulli vi si devono recare tutte le domeniche per la Dottrina Cristiana e lieti trattenimenti; tutti i giorni vi è il doposcuola per le elementari e medie e il mese venturo le riunioni serali per i più adulti». 16

 


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Il parroco concludeva la circolare invitando i giovani a frequentare assiduamente il patronato, per crescere nella fede e nella vita cristiana.

            Con il passar del tempo, padre Giocondo si rivelò sempre molto soddisfatto dello zelo e delle iniziative dei «Paolini», come erano chiamati i membri dell'Opera Card. Ferrari. L'ultima circolare la scrisse nel maggio 1928, vigilia della morte, e ha il sapore di un testamento. Il 24 maggio 1928, don Giovanni Rossi, dirigente dell'Opera Card. Ferrari, avrebbe celebrato la Messa per inaugurare la cappella restaurata di Palazzo Morosini. Dunque, padre Giocondo scrisse:

«Questa vostra frequenza (alle celebrazioni mariane del mese di maggio) e devozione mi rivela sempre di più il vostro cuore tenerissimo per la Madonna e mi è dolce sperare che i frutti saranno eletti e copiosi. Come padre e pastore di questa parrocchia, vi raccomando di offrirli a Maria, prima che spiri questo bel mese e siano tutti fragranti del proposito del vostro miglioramento morale e dello zelo per l'educazione cristiana dei nostri cari fanciulli e della diletta gioventù».17

 




13 LEONARDO MURIALDO (1828-1900), nacque a Torino ed ebbe ottima educazione familiare. Diventato sacerdote, si consacrò all'azione pastorale, soprattutto all'insegnamento del catechismo alla gioventù, alla predicazione al popolo, a diffondere la fede con la stampa. Prima collaborò con don Bosco, poi nel 1873 fondò la Società di S. Giuseppe per allargare l'azione educativa che aveva iniziato per la gioventù delle campagne e delle fabbriche. Studiò i problemi sociali in Italia e in Francia e si dedicò; ai giovani con grande amore e bontà. La sua grande pietà eucaristica, il suo amore a Gesù, alla Madonna e a S. Giuseppe lo aiutarono a superare difficoltà e malattie e lo resero sempre attivissimo e affabile con tutti. Papa Paolo VI lo iscrisse tra i santi nel 1970.



14 GIUSEPPE MARENGO , nato nel 1865, morto a Roma il 20 settembre 1914, giuseppino della Congregazione fondata da S. Leonardo Murialdo, ottimo sacerdote, apostolo, educatore. Padre Lorgna, nel secondo anniversario della sua morte, pronunciò un commovente elogio funebre per ricordare l'amico educatore. Il discorso si trova in AL V 138 (2).



15 Il Patronato «La Divina Provvidenza», 7 ottobre 1906, ai SS. Giovanni e Paolo. Numero unico del periodico «Il Leone di S. Marco». a. IV, num. 40. Se ne trova copia in AL IV 134 (1).



16 Dalla circolare a stampa, firmata «Vostro affezionatissimo Parroco p. Lorgna», con data S. Natale 1927. Si trova in AL VI 150 (17).



17 Dalla lettera Circolare del padre Lorgna ai parrocchiani, del 23 maggio 1928, in AL VI 150 (19).






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