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Paolo Risso Un apostolo del nostro secolo IntraText CT - Lettura del testo |
... e non dimenticò le ragazze
Ma, in parrocchia, non c'era solo il patronato della Divina Provvidenza.
Quando padre Giocondo arrivò, esisteva il Circolo giovanile cattolico S. Tommaso d'Aquino, in piena attività. Era l'erede della «Pia Associazione S. Tommaso d'Aquino » sorta presso i Domenicani dei SS. Giovanni e Paolo nel 1870 per studiare il pensiero filosofico e teologico dell'Aquinate e confutare il naturalismo filosofico del liberalismo.
Il Circolo teneva i suoi incontri nel palazzo Morosini con manifestazioni solenni e pubbliche, le annuali Accademie in onore di S. Tommaso cui partecipavano i più illustri esponenti del cattolicesimo veneziano.
Nel 1924 i giovani «tomisti» vi promossero le celebrazioni del VI centenario della canonizzazione di S. Tommaso. Alcuni di questi giovani - che godettero della stima dell'avvocato G. B. Paganuzzi, dell'Opera dei Congressi - si prepararono a ricoprire posti di responsabilità nell'Azione Cattolica rinnovata.
L'altro gruppo giovanile della parrocchia era il XIII Reparto A.S.C.I. «Lepanto». Erano gli «scouts» che, oltre alle loro proprie attività, si prestavano alla diffusione del bollettino parrocchiale «L'Amico». Partecipavano alla solenne processione eucaristica annuale del Corpus Domini. Intervenivano al Consiglio parrocchiale e sostenevano le iniziative che qui si programmavano. Da loro, padre Giocondo voleva soprattutto una solida conoscenza della dottrina cristiana. In una lettera indirizzata loro il 23 luglio 1926, scriveva:
«Finché gli esploratori cattolici studieranno il catechismo, hanno motivo di essere... Consoleranno il cuore del pastore che tanto li ama, avranno vita feconda. Non studieranno il catechismo? Verranno meno, perderanno la ragione di esistere... ». 18
A Venezia, padre Giocondo puntava alla «cristianizzazione » di ogni realtà sociale. Nella sua parrocchia, la maggior parte degli uomini erano operai. Tra di loro il circolo socialista svolgeva opera di propaganda, staccandoli dalla pratica cristiana e dalla Chiesa. Per questo il Patronato organizzava corsi di insegnamento tecnico e di formazione cristiana per i lavoratori. Nel medesimo tempo, Padre Giocondo sostenne il terzo gruppo giovanile della parrocchia, «l'Unione operaia cattolica» con il motto «Vita e virtù ».
In una parola, Padre Giocondo si preoccupava di non lasciare il vuoto da alcuna parte. Dovunque egli volle portare Gesù Cristo, soluzione di tutti i problemi della vita e della società.
Proprio per questo, fin dal suo ingresso ai SS. Giovanni e Paolo, non aveva dimenticato la gioventù femminile. Bisogna ricordare che allora non si concepiva la moderna coeducazione, quindi le attività educative per maschi e femmine erano ben distinte.
Appena arrivato, trovò in calle Cappuccine, in un exconvento detto «al Pianto», un'istituzione educativo-assistenziale «per le ragazze miserabili e vagabonde». Era, nel 1905, l'unico istituto di educazione cristiana della gioventù femminile, inaugurato il 26 novembre 1852 da Mons. Canal19 su richiesta del parroco di allora, P. Domenico Pio Rossi, domenicano.
Era stato affidato alla guida delle Suore Figlie del Sacro Cuore e aveva corrisposto alle finalità che si erano preposte al suo sorgere. L'edificio ospitava la comunità delle suore assistenti, un'altra di suore malate e vi si radunavano le «Madri cristiane». Vi erano accolte le «educande» e, essendoci spazio per tutte, convenivano anche ragazze esterne.
Padre Giocondo ebbe dall'istituzione «al Pianto», una notevole collaborazione fin dall'inizio del suo ministero. Diventò il confessore delle suore malate che gli assicuravano il loro più prezioso aiuto, offrendo a Dio sofferenze e preghiere per il suo molteplice apostolato.
Le «Madri cristiane» provvedevano al catechismo per le bambine. La comunità delle Suore pensava alla formazione
delle «educande» e delle altre ragazze. Molte di queste trovarono in Padre Giocondo il confessore e la guida affabile e sicura per la loro vita cristiana.
In quell'ambiente abbastanza spazioso, il parroco, aiutato da collaboratori e collaboratrici, organizzò raduni, celebrazioni, feste, attività formative e ricreative per le ragazze assistite.
Si può dire che quanto Padre Giocondo ottenne per la formazione cristiana dei giovani a Palazzo Morosini, con il Patronato «Divina Provvidenza», lo ottenne anche per le ragazze dell'ex-convento in calle Cappuccine... Ne fu felice e, nel 1927, venne l'occasione propizia per dimostrare all'istituto la sua gratitudine. Infatti, in quell'anno, ricorreva il 75° anniversario della fondazione e in novembre nel consiglio parrocchiale si discusse l'organizzazione dei festeggiamenti. La festa si celebrò il 27 novembre in modo solenne con «la Messa in canto». Non bastò la Chiesa «S. Maria del Pianto» per accogliere la gente accorsa numerosa a dire grazie alla Figlie del Sacro Cuore per il bene compiuto tra le ragazze: la manifestazione di preghiera e di lode si tenne nella chiesa dei SS. Giovanni e Paolo.
Al «Pianto», nel 1852, diede vita a un istituto educativo e assistenziale per raccogliere le ragazze più abbandonate e le affidò alle Figlie del S. Cuore.
La sua opera ottenne l'encomio del Ministro della Pubblica Istruzione che era liberale. Mons. Canal morì nel 1884.