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Quinto Settimio Florente Tertulliano
De poenitentia

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  • CAPUT VIII.  Come il Signore sia disposto ad accogliere il pentimento del peccatore.
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CAPUT VIII. 

Come il Signore sia disposto ad accogliere il pentimento del peccatore.

Se tu ne potessi dubitare, ritorna un po' a considerare quello che lo Spirito Santo disse alle sacre radunanze di fedeli (5): a quei di Efeso [194] rimprovera d'avere abbandonato ogni senso di carità; rinfaccia a quei di Tiatira la violenza carnale e di mangiare gli avanzi delle vivande consacrate agli Idoli; per la chiesa di Sardi usa parole gravi perché non ha portato a termine opera alcuna, quei di Pergamo, sentono la sua voce di rimprovero, per i perversi insegnamenti che essi impartiscono; rampogna i Laodiceni, che fanno conto delle ricchezze; ma tuttavia la sua parola è di esortazione ad ognuno nello stesso tempo, perché tutti seguano linea di penitenza, e non manca però nella sua parola, gravita di minaccia. E perché dunque minacciare chi non si volge a pentimento, se non ne conseguisse il perdono, per chi tale principio segue ed onora? potrebbe ancora essere cosa dubbia, magari, se non avesse dimostrato, già in altri casi, la larghezza e la liberalità della clemenza sua; ma non è il Signore che dice; chi cadrà, si solleverà di nuovo; chi si sarà allontanato da me, a me farà ritorno? Evidentemente egli è quello che preferisce la misericordia, al sacrificio ; i cieli e gli angeli, che in esso hanno dimora, si rallegrano della penitenza dell'uomo. O tu, che sei peccatore, solleva l'animo tuo, guarda dove ci si rallegra e si gioisce per il tuo ritorno ad un principio di bontà. Che ci [195] vogliono dire, a che mirano le parabole del Vangelo? Una donna perse una dramma (6), ed ella la ricerca e la trova ed invita le amiche perché con lei si rallegrino; ebbene non è questo l'esempio di un peccatore restituito alla grazia del Signore? Una pecorella di un povero pastore si smarrisce (7); ebbene; l'intero gregge non era per il pastore, più caro, di quella sola pecorella: è proprio lei, unicamente che egli va cercando, quella egli vuole a preferenza di tutte le altre ed infine la ritrova e sulle sue spalle la riporta all'ovile: ella era molto stanca infatti, dal lungo errare. E farò parola anche di quel padre buono e mansueto che richiama il figliuol suo, prodigo e con tanto amore l'accoglie, dopo che egli per la sua prodigalità era divenuto povero; ma si era pentito; ed egli sacrifica un vitello florido e grasso e manifesta la sua gioia coll'allegria di un convito. Perché ciò, dunque? perché il padre aveva infatti ritrovato un figlio che aveva perduto; e l'aveva sentito in sé, come qualcosa di più caro, perché era stato appunto in [196] certo modo riguadagnato. E quel padre per noi chi rappresenta? È Iddio stesso; nessuno ci è tanto padre come lui, nessuno ha tanta pietà di noi come lui. Egli accoglierà dunque te, figlio suo, sebbene tu abbia gettato via a piene mani quanto avevi da lui ricevuto; per quanto tu sia tornato nudo, egli ti accoglierà, perché ritornasti; e proverà letizia maggiore del tuo ritorno, che di tutta la saggezza di un altro figlio suo: ma a condizione che il tuo pentimento sia sincero, che venga dall'intimo del tuo cuore, che tu voglia confrontare la tua fame, con l'abbondanza di cui godono e s'allietano i servi del padre tuo; a condizione che tu abbandoni il gregge immondo dei porci, che tu ritorni al padre tuo e gli dica, per quanto egli possa essere mosso a sdegno: ho sbagliato padre mio, né io sono ormai più meritevole d'esser chiamato figliuol tuo. Tanto innalza e nobilita il riconoscimento delle proprie colpe, quanto invece le aggrava il volerle dissimulare: nella confessione dei peccati è implicito il riconoscimento e l'intima contrizione; se tu li dissimuli, ciò è segno di colpevole ostinazione.




5.  (1) Apocalisse, II, 4: All'Angelo della chiesa di Efeso scrivi... Ma io ho contro a te questo, che tu hai lasciata la tua primiera carità... 18: (alla chiesa di Tiatira) ma ho contro a te alcune poche cose: che tu lasci che la donna Iezabel, la quale si dice esser profetessa, insegni e seduca i miei servitori, per fornicare e mangiar dei sacrifici degli idoli... III, 2: (alla chiesa di Sardi) Sii vigilante e rafferma il rimanente che sta per morire: conciossiaché io non abbia trovate le opere tue compiute nel cospetto dell'Iddio mio... II, 14: (alla chiesa di Pergamo) Ma io ho alcune poche cose contro a te, cioè: che tu hai quivi di quelli che tengono la dottrina di Balaam, il quale insegnò a Balac di porre intoppo davanti ai figliuoli d'Israele, accioché mangiassero delle cose sacrificate agli idoli e fornicassero... III, 17-18: Perciocché tu dici: io son ricco e sono arricchito e non ho bisogno di nulla e non sai che sei quel calamitoso e miserabile e povero e cieco e nudo; io ti consiglio di comperar da me dell'oro affinato col fuoco, acciocché tu arricchisca: e dei vestimenti bianchi a ciò che tu sii vestito e non apparisca la vergogna della tua nudità, e d'ungere con un collirio gli occhi tuoi, acciocché tu vegga.



6.  (1) S. Luca, XV, 8: Ovvero, qual'è la donna che avendo dieci dramme, se ne perde una, non accende la lampada e non spazzi la casa e non cerchi studiosamente, finché l'abbia trovata?



7.  (2) S. Matteo, XVIII, 12-14: Che vi par egli? se un uomo ha cento pecore ed una di esse si smarrisse, non lascerà egli le novantanove e non andrà su per i monti, cercando la smarrita? e se pure avviene che egli la trovi, io vi dico in verità che egli più si rallegra di quella, che delle novantanove, che non si erano smarrite; così la volontà del Padre vostro che è nei cieli, è che neppur uno di questi piccoli perisca.






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