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Antonio Balsemin Vèneto mio IntraText CT - Lettura del testo |
La SEMICONSONANTE ANTERIORE J - la CONSONANTE ESPLOSIVA SORDA VELARE K - la CONSONANTE FRICATIVA SONORA ALVEOLARE X (scheda n° 13)
Ritengo il miglior chiarimento il limitarmi a riportare quanto trovo stampato a pag. 33 della Grafia Veneta Unitaria:
... ma il suo carattere oggi praticamente estraneo anche all’italiano, consiglia di restringerne l’uso. Essa sostituisce la i solo in due posizioni, quando può alternare nella medesima varietà con g palatale, e cioè:
jèri (gèri) ‘ieri’, judissio (giudissio) ‘giudizio’, jutar(e) (giutare) ‘aiutare’;
- in posizione intervocalica tra due vocali sillabiche:
ajo (agio) ‘aglio’, mèjo (mègio) ‘meglio’, mujèr(e) (venez. mugèr) ‘moglie’.
LA CONSONANTE ESPLOSIVA SORDA VELARE K
Ritengo, anche in questo caso, che la delucidazione più chiara, a riguardo di questa consonante, sia quello di riportare quanto si legge a pag. 34 della Grafia Veneta Unitaria.
“Tanto è raro nell’italiano moderno e contemporaneo, tanto k era frequente nelle scritture regionali di tutta l’Italia medievale. Va osservato, tuttavia, che nei testi veneziani l’uso della k sfugge ad ogni norma ed è, comunque, molto raro.
Unico mio commento è quello di evidenziare la parte finale... ed è, comunque, molto raro.
LA CONSONANTE FRICATIVA SONORA ALVEOLARE X
Non desidero sciorinare un’ennesima interpretazione dull’uso della consonante x, dal momento che è già stata ampiamente commentata dalla Giunta Regionale del Veneto nel 1995 nel MANUALE ‘Grafia Veneta Unitaria’, pag. 50, 51.
Nel trovarmi in pieno accordo con il pof. S. Belloni, ritengo opportuno riportare quanto egli scrive (nella sua GRAMMATICA VENETA, a pag. 44): ‘Questa consonante x, nella sua pronuncia ics, d’origine latina, è ormai scomparsa nel dialetto veneto come nell’italiano. Infatti, negli ultimi tempi questa consonante x è sembrata a molti superata, anacronistica, una ‘reliquia della grafia veneta’ (Prati), tanto da essere sostituita da una z (è = ze).
PRESSANTE APPELLO AI TUTORI DELLA DIGNITÀ DEL ‘DIALETTO VENETO’(scritto)!
Se autorità e studiosi prendessero una decisione definitiva per un comune scrivere nel nostro Triveneto, sull’uso della x, potrebbe essere buona l’idea di mantenerla viva perché è un dato di fatto accettabile, sia dal punto di vista di una semplice questione di... gusto, come dal punto di vista di fedeltà alla tradizione veneta. Infatti questa x è stata continuamente usata dal nostro grande commediografo veneziano Carlo Goldoni e da molti altri grandi autori veneti. Attenzione, però, a che questa particolarità di riportare l’anacronistica x, rimanga quale eccezione e non la prassi. Una volta codificata detta particolarità del xe = è (3a pers. sing. e 3a pers. plur., pres. Indicativo del verbo èssere o èssare), tutti gli scrittori impegnati nel comporre in ‘dialetto veneto’ devono adeguarsi ed io sarò il capofila nell’adeguarmi.
MIA NOTA PRIVATA, (già, in altre occasioni, espressa)
Riporto quanto ho fatto stampare a riguardo della consonante x nei miei libri (nel secondo, 1999) “Ve vojo contar...”, a pag. 12; (nel terzo, 2000) “Sta sera ve conto...”, a pag. 20; (nel quarto, 2003) “Desso ve conto...”, a pag. 251.
‘Seguendo le indicazioni (pag. 50, 51) della Grafia Veneta Unitaria, MANUALE, a cura della Giunta regionale del Veneto, Venezia 1995, EDITRICE LA GALIVERNA, userò (fra le tante forme trovate qua e là: xé, xè, xe; zé, zè, ze) il ‘xe’, anche se, a mio modesto parere, preferirei scrivere, come oggigiorno sostengono in molti, ‘ze’ (senza accento).
Un detto latino: Ars longa, vita brevis. (Cfr. Seneca, De brev. Vitae, 1, 1). = L’arte la xe longa, la vita la xe curta. = L’arte è lunga, la vita è breve.
Zonta = aggiunta. A ogniun ghe piasarìa de saver e de poder far na mota de robe, ma, a la fin fine, el pol fàrghene propio poche. = A ognuno piacerebbe sapere e potere espletare inumerevoli attività, ma, alla fin fine, non può che realizzarne veramente poche.