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Antonio Balsemin
Vèneto mio

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Gli ARTICOLI (scheda n° 3)

DEFINIZIONE

L’articolo è quella breve parte del discorso che si premette ad un nome o sostantivo per meglio determinarlo ed individuarlo secondo il genere (maschile o femminile) ed il numero (singolare o plurale). Nel ‘dialetto veneto’ troviamo sei articoli (tre meno dell’italiano) e sono: el, la, un/on, na, i, le. Gli articoli sono due: determinativo, indeterminativo.

 

DERIVAZIONE ETIMOLOGICA

Articulus (lat.) = artìcolo (dial.) = articolo (it.).

 

L’ARTICOLO DETERMINATIVO

L’articolo determinativo, nel ‘dialetto veneto’, presenta quattro forme, rispetto alle sei dell’italiano. Essi sono:

 

                                DIALETTO                                          ITALIANO

                                el     (l’)                                                 il     lo    (l’)

                                la     (l’)                                                 la

                                i                                                             i      gli

                                le                                                           le

 

Nel ‘dialetto veneto’, non esiste l’articolo lo (che si pone, nell’italiano, davanti alla cosiddetta esse impura (sc) e alla zeta (z), ai digrammi gn e ps) e non esiste nemmeno l’articolo gli. È correttamente usato, però, l’art. lo (apostrofato = l’) davanti a vocale: l’omo, l’oste, l’ànemo, l’orso ecc.

Alcune esemplificazioni:

1)      [el, l’ = il, lo, l’] \-/ el gnaro = il nido \-/ el sicòlogo = lo psicologo \-/ l’erbarolo = l’erbivendolo.

2)      [la, l’ = la, l’] \-/ la scóa = la scopa \-/ l’ànara = l’anatra.

3)      [i = i, gli] \-/ i radici = i radicchi \-/ i s-ciafuni = gli schiaffoni.

4)      [le = le] \-/ le careghe = le sedie. ecc.


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L’ARTICOLO INDETERMINATIVO    

L’articolo indeterminativo è usato quando si vuole indicare qualcosa o qualcuno, in modo indeterminato. Essi sono:

 

                           DIALETTO                                     ITALIANO

                            un/on                                              un/uno

                            na                                                     una

 

Alcune esemplificazioni:

1) - [un, (on) = un, uno]. \-/ un (on) àlbaro = un albero \-/ un (on) ciodo = un chiodo \-/ un (on) scarpon = uno scarpone. L’articolo un (on), non si apostrofa mai, non avendo vocale finale da elidere. Es.: un (on) òrco, un (on) s-cioco, un (on) urlo ecc. Un (on) davanti ad altro va scritto un (on) altro oppure ’n altro oppure naltro, ma mai n’altro (non si può e non si deve usare l’elisione). Infatti, che cosa elide l’elisione, se non c’è niente da elidere?

2) - L’articolo indeterminativo na = una, secondo il prof. S. Belloni (del quale seguo la teoria), non avrebbe bisogno del segno dell’elisione, perché non deriva dall’italiano una, ma direttamente dal latino unam > na. Es.: na bossa = una bottiglia \-/ na casa = una casa ecc. Ma chi lo volesse può scrivere ’na, perché è corretto. Davanti a parola iniziante per vocale na, solitamente, non perde la sua a. Es.: na àlbara, na erba, na òca ecc. Però, davanti all’indefinito altra, preferisce l’apostrofo. Es.: El xe vegnù a catarme n’altra volta. = È venuto a trovarmi un’altra volta.

 

 

Un detto latino: Nescire quid ante quam natus sis acciderit, id est semper esse puerum. (Cicerone, Orat., 34, 120). = No cognóssar quelo che xe capità vanti de noialtri, xe conpagno che restar senpre tusiti. = Non conoscere quello che è avvenuto prima di noi, è come rimanere sempre fanciulli.

 

Zonta = aggiunta. Par tirar sù na casa, ghe vole na fraca de quarei e na mota de calsina, cussì xe par la cognossensa e la cultura: pian pianelo e a s-ciantine se va vanti. = Per costruire una casa, sono necessari numerosi mattoni e gran quantità di malta, così per l’apprendimento e la cultura: pian piano e a strati si va avanti.

 




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