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Antonio Balsemin
Vèneto mio

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TERMINI OMONIMI (scheda n° 5)

CHIARIMENTO ETIMOLOGICO

OMONIMIA = L’essere omonimo. In linguistica: corrispondenza grafica, ma non fonetica e di significato diverso. Esso ha il suo corrispondente in: UGUALE, SIMILE. Trattasi di una parola composta, di derivazione greca.

 

RIALLACCIO

Come già specificato nella scheda n° 4, esistono dei monosillabi omonimi e, adesso, parliamo di parole omonime. I termini omonimi sono uguali nella scrittura, ma di significato diverso e, quindi, per la loro comprensione, si deve usare l’accento.

 

VARI CASI

A) - Riporto alcuni esempi che evidenziano la diversificazione dell’omonimia (grazie ad una accentazione corretta):

1)                                                                                                                             vèrza (v. di vèrzare) / vérza (s. f.). Es.: El vèrza la porta. = Apra la porta. / Es.: Ghe regalo na vérza. = Le regalo una verza.

2)                                                                                                                             pèso (avv.) / péso (s. m.). Es.: Pèso de cussì se more! = Peggio di così si muore! / Es.: El me ga inbrojà sul péso sporco = Mi ha imbrogliato sul peso lordo.

3)                                                                                                                             mòleghe (v., 2a pers. sing., Imp.) / moléghe (v., 2a pers. plur., Imp.). Es.: Marieta, mòleghe on ponto. = Maria, molla un punto. / Tusi, moléghe on ponto. = Ragazzi, mollate un punto.

 

A) - Riporto altri termini che, solamente con l’uso dell’accento, esplicano la propria identità grammaticale:

vèro / véro = verità / vetro \-/ òdio / odìo = odio / oddio \-/ bìgolo / bigòlo = spaghetto di pasta / arconcello \-/ béco / bèco = becco (degli uccelli) / maschio della capra \-/ stèle / stéle = pezzi di legno da bruciare / stelle (del cielo) \-/ pararìa / parària = el pararìa


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on bravo toso / el ga butà parària tuto \-/ sénare, senàre = xe nà tuto in sénare / nemo a senàre ecc.

 

(Queste complicazioni d’omonimia grammaticalmente esatte, riguardano il solo ‘dialetto veneto’ e si dipanano passando ad altro idioma).

 

 PARTICOLARITÀ DI FRASI A SENSO COMPIUTO:

1) Mi a (v., 1a pers. sing., Ind. pres. di ‘èssare’) visentin e (v., 1a pers. sing., Ind. pres. di ‘savere’) che so (agg. poss.) pare el xe on marangon. (, e so) = Io sono vicentino e so che suo padre è un falegname.

2) Ti te (v., 2a pers. sing., Ind. pres. di ‘savere’) che mi a go (s. f.) e, se (part. sem. dub.) te poli, dame aqua. (, e se) = Tu sai che ho sete e, se puoi, dammi acqua.

3) El sòto (s. m.) el xe sbrissià sóto (avv. di luogo) na màchina.. (sòto e sóto) = Lo zoppo è finito sotto un’autovettura.

4) Mi no tóco (v., 1a pers. sing., pres. Ind. di ‘tocare’) chel tòco (s. m.) de formajo che ’l ga i bai. (tóco e tòco) = Io non tocco quel pezzo di formaggio che ha i vermi. ecc

 

Elencazione delle più comuni parole omonime ma non omofone, che, solamente con l’accentazione, possono assumere il loro inequivocabile significato:

bòte = percosse / bóte = botte \-/ vèrza = apra (v. vèrzare) / vérza = verza \-/ vèneta = veneta (Maria la xe na vèneta) / venéta = venetta (ghe xe s-ciopà na venéta del naso) \-/ tóco = tocco (v. tocàre) / tòco = pezzo (mi no tóco quel tòco de pan co la mufa) \-/ pararìa = sembrerebbe / parària = per aria \-/ bèco = becco (dei volatili) / béco = becco (maschio della capra o marito tradito) \-/ òdio = odio (v. odiare) / odìo (esclamazione) \-/ còpo = ammazzo (1a pers. sing., pres, Indic. del verbo copàre) / cópo = tegola \-/ còpa (2a  pers. sing., pres. Ind. del verbo copàre) / cópa = nuca \-/ vèro (agg.) = vero, verità / véro (s. m.) = vetro (Xe vèro che Tonio ga roto el véro) - (anche, termine che indica il maiale per la riproduzione) \-/ bìgolo (s. m.) = spaghetto (di pasta) / bigòlo (s. m.) = arconcello (per portare, a spalle, secchi o ceste) \-/ òro (s. m.) = oro (metallo prezioso). (Anelo de òro. = Anello d’oro.) / óro (s. m.) = orlo. (El


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bicere el ga l’óro sbecà. = Il bicchiere ha l’orlo sgheggiato). \-/ pèso (avv. / agg.) = peggio / péso (s. m.) = peso (peso netto – peso lordo) ecc.

 

(Nella parlata l’accentazione è spontanea e scorrevole ma, nella scrittura, invece, incontra non poche incertezze e difficoltà).

 

 

Un detto latino: Tempora labuntur, tacitisque senescimus annis et fugit freno non remorante dies. (Ovidio, Fast., 6, 771-772). = El tenpo el core e in silensio invecemo e i giorni i vola velossi, sensa che ghe sia on fren che a li frena. = Il tempo corre e silenziosamente invecchiamo e i giorni fuggono veloci, senza che nessun freno li rallenti.

 

Zonta = aggiunta. La vita xe curta e se ga da vìvarla in tuti i so minuti. = La vita è breve e bisogna viverla in ogni suo momento.

 

 




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