12
I
DUE FRATELLI
In un salottino
minuscolo, colle pareti coperte di seta rossa damascata, con piccoli divani all'intorno
ed un tavolino d'ebano, nel mezzo, sul quale entro candelabri d'argento
fumavano quattro candele, stava seduta, in una comoda poltrona, Mary di
Wentwort.
Vedendo entrare
il marinaio, si era alzata di scatto, fissando su di lui i suoi occhi azzurri.
Era una
bellissima fanciulla di appena diciott'anni, alta, slanciata, con un vitino da
vespa, racchiuso in un accappatoio di percalle azzurro guarnito con pizzi di
Bruxelles. Aveva i capelli biondi, dai riflessi dell'oro, le labbra
piccolissime, rosse come il corallo del Mediterraneo, le gote rosee come le
grosse mele di Normandia.
Testa di Pietra
era rimasto stupito.
S'inchinò
goffamente dinanzi alla fidanzata del suo comandante, poi fece il saluto
militare, non sapendo che cosa altro fare.
- Avete pronunciato
un nome a me caro - disse la bionda miss in preda a vivissima commozione. -
William Mac Lellan.
- Sì, miss, -
rispose Testa di Pietra.
- Siete venuto
qui a rappresentare una infame commedia per incarico del marchese d'Halifax.
- Signora, -
rispose il bretone con voce grave. - Sono il mastro della Tuonante, e la
Tuonante è comandata da sir William Mac Lellan. Sono pronto a farmi
uccidere per il mio capitano. Il marchese d'Halifax? Non l'ho mai conosciuto.
Venite pure e vedrete, miss, come monterò all'abbordaggio colla mia sciabola.
- Dov'è il
baronetto?
- Ho detto alla
vostra cameriera che si trova più vicino di quello che potreste supporre, miss.
- Ditemi allora
dov'è.
- Volete
vederlo?
- Qualunque
cosa accada… Sì, marinaio.
Testa di Pietra si avvicinò ad una finestra, sollevò
la tenda di seta violetta, poi, dopo aver lanciato al di fuori un rapido
sguardo, disse: - Non scorgete, miss, due ombre che passeggiano dinanzi alla
torre e guardano quassù? Uno è il baronetto, e l'altro, Piccolo Flocco, il suo
fido gabbiere.
Mary di
Wentwort era corsa alla finestra.
- Egli!
William! - esclamò.
- È il più
alto, signora, - disse il bretone.
- Come potrei
fare per vederlo? - chiese con voce singhiozzante
- Si fa salire,
signora.
Fin qui? Colle
sentinelle che guardano il ponte levatoio del castello?
Mary di
Wentwort lo guardò con estrema ansietà, interrogandolo cogli occhi.
- Signora, -
disse Testa di Pietra con voce grave - vi assicuro che fra cinque minuti sir
Willam sarà ai vostri piedi.
- Non posso credere
ad un simile miracolo.
- Facciamo
tanti miracoli, noi marinai! Permettete che mi ritiri nell'altra stanza per
sbarazzarmi dei trentacinque metri di corda che mi soffocano e che serviranno
al capitano per dare la scalata ed arrivare a contemplare i vostri bellissimi
occhi.
- Fate pure,
brav'uomo.
Testa di Pietra
passò rapidamente nel salottino e si tolse la larghissima casacca, borbottando:
Aveva
cominciato a togliersi la corda, e di quando in quando vi faceva un buon nodo
bene stretto per facilitare al baronetto e a Piccolo Flocco l'ascensione,
Quand'ebbe terminato, si rimise la casacca, passò nell'altra stanza e, dopo
aver raccomandato alle due donne il massimo silenzio, fissò un capo della corda
ad una sbarra che si trovava a circa tre quarti d'altezza della finestra
gotica. Assicuratosi parecchie volte della sua solidità, lanciò il rotolo nel
vuoto. Il piazzale era deserto, non essendovi da quella parte nessuna entrata
che conducesse al castello.
- Miss, - disse
Testa di Pietra, dopo essersi curvato sul davanzale - preparatevi a riceverlo.
Egli sale già.
- Dio! Se
cadesse!... - esclamò Mary impallidendo.
Mentre parlava
il bravo bretone cercava di tenere ferma la corda, la quale di quando in quando
subiva scosse.
- Viene, viene,
miss! Sale come un gabbiano. Sfido io! È il vento dell'amore che lo spinge.
Ecco un vento che manca alle nostre vele.
Ad un tratto
una testa comparve all'altezza del davanzale. Testa di Pietra allargò le sue
robustissime braccia, le spinse fuori e strappò dalla fune, il Corsaro,
deponendolo dinanzi alla miss. Due grida, a malapena soffocate, si udirono:
- La mia Mary!
- William!
Poi il Corsaro
e la giovane si gettarono l'uno nelle braccia dall'altra.
Testa di Pietra, che si era tirato prontamente in
disparte, s'accorse, con stupore, che due grosse lagrime erano spuntate ne'
suoi occhi.
- Per il borgo
di Batz! - mormorò asciugandosele col dorso della mano. - Si è mai veduta una
cosa simile? Un vecchio lupo di mare che a cinquant'anni piange ancora! Eppure
non sono un coccodrillo!
Si era
slanciato nuovamente verso la fune, mentre il Corsaro e la giovanetta si
tenevano strettamente abbracciati.
- Piccolo
Flocco monta all'abbordaggio della torre! - aveva esclamato.
Il giovane
gabbiere infatti saliva, senza nemmeno fermarsi sui nodi. Anche la sua testa
comparve, ed il suo corpo subì la ruvida stretta del bretone.
- Comandante, -
disse allora il vecchio lupo di mare - permettete che ci ritiriamo nell'altra
stanza: che cosa volete? Certe scene commuovono anche i cuori di pietra dei
figli dell'Armorica.
E senza
aspettare la risposta, tornò nello stanzino, seguito da Piccolo Flocco e dalla
cameriera, chiudendo la porta.
- Non
disturbiamo il comandante - disse. - I giovani han da dirsi tante cose, che i
vecchi non devono ascoltare:
- Ehi, mi
prendi per un vecchio, mastro? - chiese Piccolo Flocco.
- E nemmeno io
son vecchia - protestò la cameriera.
- È vero.
signora, ma che volete? Sono cosi scombussolato in questo momento, che i miei
occhi devono vedere doppio come quelli di mastro Taverna. Perdonatemi, miss
Nelly.
- Non ho mai
portato questo nome, ve l'ho già detto - disse la cameriera.
- E come vi
chiamate, allora?
- Diana.
- Ho conosciuto
una fregata che portava questo nome e che per polena aveva una bellissima ragazza
dai capelli svolazzanti con un arco in mano. Ma non rassomigliava affatto a
voi, miss Nelly.
- Diana! Volete
farmi arrabbiare?
- Farvi
inquietare, mia dolcissima signora? - disse il mastro. Oh, mai! Siamo ruvidi
marinai, non è vero, Piccolo Flocco? Ma abbiamo il più grande rispetto per le
donne. Vedete infatti che le mettiamo sempre sulle polene delle nostre navi.
- Esposte prima
di tutto alle ondate - disse Piccolo Flocco.
- Miss Diana,
non si potrebbe bere un gocciolino? Suppongo che il marchese d'Halifax non vi
terrà a corto di vino e di pirra, come dice Hulrik.
La cameriera
sorrise, si avvicinò ad un piccolo mobile di palissandro e ne tolse due
bottiglie, tre bicchieri e un cavatappi.
- Sturate pure,
signore, - disse, rivolgendosi al mastro.
Questi prese le
due bottiglie, le osservò attentamente, poi esclamò:
- Corbezzoli!
Madera! Una marca famosa. Sei stato in quell'isola, Piccolo?
- Mai.
- Un'isola
deliziosa, dove le donne sono graziosissime, gli uomini terribilmente gelosi ma
il vino, mio caro, straordinario! Immagina che una volta mi riportarono a bordo
su un carretto. Avete mai provato a bere, miss Nelly... cioè Diana? voglio dire
a fare una bella bevuta come la sanno fare gli orchi dell'oceano?
- Io? - esclamò
la cameriera. - Mai, signore. Non sono mai stata moglie d'un pescatore o d'un
marinaio.
- Male, male,
miss Diana! Provate questo Madera, e vedrete come il vostro cuore prenderà
fuoco.
- Per chi?
- Non sono un
bell'uomo forse? Di là tubano i gabbiani, e possiamo tubare pure noi, mia dolcissima
Diana. Bel nome! Lo portava una fregata. E che fregata! E che bella polena
aveva sul tagliamare! Tutti i marinai andavano ad ammirarla.
- Stura quel
famoso Madera, invece di parlar tanto! - rispose il gabbiere. - Non vedi che la
dolcissima miss lo aspetta?
- Subito -
rispose Testa di Pietra.
- Berremo alla
nostra Tuonante.
Aveva preso una
bottiglia ed il cavatappi, quando vide la cameriera di scatto correre verso la
porta che metteva sulla scala, e chiuderla a doppia mandata. Il bretone era
rimasto di stucco.
- Dio
mio! - esclamò in quel momento la cameriera, mettendosi le mani nei capelli, -
Il marchese! Conosco il suo passo!
- Vino dannato!
- borbottò il bretone. - Che sia proprio destino che non ti possa più
riassaggiare?
Poi si riprese
prontamente.
- Ecco, Piccolo
Flocco una bella occasione per vuotare un bicchiere in compagnia d'un pari
d'Inghilterra.
Il giovane
gabbiere non pensava forse come il vecchio lupo di mare, perché si era lanciato
dietro la cameriera che, entrata nella seconda stanza, gridava:
- Signora, il
marchese! il marchese!
- Qui! a
quest'ora! - esclamò la miss, impallidendo. - Impediscigli il passo, Diana.
- Di questo
s'incaricheranno i miei marinai - disse il baronetto; - ma dopo che sarà
entrato? Il momento tragico è giunto per dar termine agli odii di famiglia.
Aveva snudata
la spada e l'aveva deposta sulla tavola. Anche Testa di Pietra, che era
riuscito a sturare la bottiglia, si era presentato sulla soglia per nulla di
sgomento.
- Lasciatelo entrare;
poi impeditegli di uscire e di chiamare aiuto - disse rapidamente sir William.
- Questo è
affar nostro - rispose il bretone. - Lasciate sbrigare a noi questa faccenda. A
me, Piccolo Flocco!
Tornarono nel
salottino proprio nel momento in cui bussavano alla porta.
Testa di Pietra
empì i tre bicchieri, ne vuotò a metà uno, si asciugò col dorso della mano i
baffi, poi, girò la chiave ed aprì.
Un uomo di
media statura, pallidissimo, con una barba rossastra che gli dava un aspetto
sgradevole, con due occhi neri ed imperiosi, entrò. Indossava la divisa di
colonnello scozzese, e al fianco, portava la spada. Vedendo il marinaio, fece
un gesto di stupore; poi, gli chiese con voce dura:
- Chi siete e
che cosa fate qui?
- Scusate,
signore, domando a voi chi siete - rispose tranquillamente il bretone.
- Non vi basta
il vestito che indosso?
- No, signore.
- Sono il
marchese d'Halifax.
- Ed io mi
chiamo Testa di Pietra.
- Avete detto?
- Testa di
Pietra - ripeté il bretone.
- Volete
burlarvi di me? - gridò il marchese che cominciava a perdere la pazienza. -
Come vi trovate qui?
- Dio mio, è
dunque vietato a Boston, perché assediata dagli americani, di venire a trovare
i parenti dopo quindici mesi che non si vedevano?
- Con quale
nave siete giunto?
- Colla fregata
Collington.
- Quando è
giunta?
- Ieri sera,
signore.
- Non l'ho
veduta.
- Si è ancorata
nell'avamporto, e perciò non è facile scorgerla, essendovi una linea di terra
nel mezzo.
- Dov'è la
cameriera?
- Colla
signora.
- Bevete pure,
per questa volta.
- Siamo pronti
ad obbedire, colonnello. Sapete che i soldati e i marinai hanno sempre sete.
Il marchese gli
volse dispettosamente le spalle e bussò alla seconda porta che la cameriera si
era affrettata a chiudere con la sola maniglia.
- Si può? -
chiese con tono burbero.
- Entrate,
signor marchese, - rispose Diana con voce tremante. Testa di Pietra e Piccolo
Flocco si erano alzati, snudando le sciabole d'arrembaggio e armando
precipitosamente le pistole.
Il marchese, spinse
l'uscio ed entrò. Tosto un grido soffocato, gli uscì dalle labbra. Appoggiato
al tavolino, si trovava sir William, mentre Mary e la cameriera, atterrite, si
erano rifugiate dietro la tenda della finestra.
- Voi! Voi! -
disse il marchese, digrignando i denti e snudando sull'istante la spada.
- Vi stupisce
fratello? - chiese il baronetto con voce ironica e calmissima. - Non vi
aspettavate certo di rivedermi dentro Boston assediata?
Il marchese
stette un momento silenzioso, fissando sul bastardo due occhi iniettati di
sangue. Il suo viso, sempre pallido, era diventato spettrale.
- Voi! -
ripeté, allungando la spada. - Chi vi ha condotto qui? Il demonio?
- No, i venti
delle Bermude sulla mia corvetta - rispose il baronetto. Poi aggiunse con tono
più ironico: - Bel modo di ricevere un fratello, colla spada in pugno!
- Voi siete il
bastardo della mia famiglia e non mio fratello - disse il marchese.
Un'ondata di
sangue colorò le gote del Corsaro.
- Il bastardo!
- disse poi, facendo uno sforzo per contenersi.
- Del quale fra ventiquattro ore non si parlerà più,
perché vi farò subito arrestare come nemico della patria, Ho saputo che
prestate aiuto agli americani, e quindi vi farò impiccare.
Girò su se
stesso e spinse impetuosamente la porta.
Testa di Pietra
e Piccolo Flocco gli chiudevano il passo.
- Alto là mio
colonnello! - disse il bretone. La ritirata non è più possibile; non vi rimane
che di ammainare la bandiera ed arrendervi.
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