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IL
FORTE DI JOHNSON
Mastro Taverna
si precipitò anziché scendere nella cantina, e tornò subito portando la
bottiglia domandata. Testa di Pietra la fece subito stappare, ed in breve i tre
uomini la vuotarono.
- Partiamo? -
chiese il boia di Boston. - Se dovremmo raggiungere prima la vostra corvetta,
le ore non saranno troppo lunghe.
Il mastro mise
una mano nella sua ampia cintura rossa, come per levarne denaro, ma mastro
Taverna con un gesto lo fermò.
- No, mio
gentleman - disse prontamente. - Non voglio denaro da voi: ne ho
guadagnato abbastanza. Non fatemi l'offesa di pagarmi questa bottiglia.
- Sei un
brav'uomo! - rispose il bretone con voce grave. - lo sapevamo.
Si alzò e,
battendogli su una spalla, aggiunse:
- Spero di
rivedervi presto. Credo che allora Boston non si troverà più in mano del signor
Hower. Così saremo più sicuri e più allegri. Buona notte, mastro Taverna.
- Da quale
parte usciremo? - chiese il bretone al boia.
- Dalla pusterla
del bastione n. 7
- Avete il
lasciapassare?
- Certo, e
porta la firma del generale Howe.
- Potremo
scendere fino alla corvetta?
- E perché no?
Taglieremo la discesa per traverso, e raggiungeremo il suo ancoraggio.
In un quarto
d'ora i tre marinai giunsero alla linea delle fortificazioni.
Il comandante
delle batterie, accorse munito d'una lanterna, lesse il lasciapassare, e diede
l'ordine di aprire la pusterla. Due soldati, guidarono il carnefice ed i suoi
due aiutanti fino all'estremità d'un tenebroso corridoio.
La porta di
ferro fu aperta, e mastro Testa di Pietra poté finalmente respirare l'aria pura
che saliva dalla baia.
-
Orizzontiamoci - disse e badiamo alle palle. Le teste dei bretoni sono dure
come le pietre del loro paese, tuttavia una disgrazia può toccare, e quando una
zucca è rotta, il suo proprietario non ha altro da fare che lasciarsi portare
al cimitero.
Aveva appena
terminato di parlare, quando sulla riviera della Mistica balenarono quattro
lampi, seguiti da altrettante fragorose detonazioni. Avevano sparato i quattro
mortai della corvetta, ed i quattro lampi avevano illuminata abbastanza bene,
sebbene fugacemente, la nave.
- È laggiù,
sempre al medesimo posto - disse il bretone. - Si direbbe che i nostri marinai
hanno voluto segnalarcela. Veniamo, camerati, non dubitate!
Si erano messi
a scendere la china, piuttosto ripida ed ingombra di cespugli.
Aiutandosi l'un
l'altro, in breve si trovarono sulla riva sinistra della Mistica, proprio di fronte
alla corvetta. Il bretone, fece colle mani portavoce, e approfittando d'un
momento in cui le artiglierie tacevano, gridò con tutto il fiato che aveva nei
suoi ben capaci polmoni:
- Marinai della
Tuonante! Venite ad imbarcare il vostro mastro
I quattro
grossi mortai, che dovevano essere già pronti, fecero la loro scarica destando
l'eco della riviera, ma appena il fragore cessò, si udì gridare:
- Chi ci
domanda?
- Io. Testa di
Pietra.
- Attendi un
momento.
- Va bene,
signor Howard - rispose il bretone, il quale aveva riconosciuto in quella voce
il secondo della corvetta.
Un momento dopo
una baleniera veniva calata nel fiume e si dirigeva rapidamente verso la riva,
dove il mastro continuava a gridare:
- Ohè! Doë!
In meno di
mezzo minuto la baleniera prese terra, ed il contromastro della Tuonante balzò
sulla riva, dicendo:
- Voi, Testa di
Pietra? E il comandante?
- Zitto! -
rispose il bretone. - Non è qui il luogo da svelare certi segreti.
Si volse verso
il boia, il quale si era seduto su una roccia e fumava la pipa.
- Volete venire
con noi? - domandò.
- Qui non corro
alcun pericolo, quindi posso aspettare il vostro ritorno.
Testa di Pietra
e Piccolo o Flocco balzarono nella baleniera, montata da sette rematori, e
presero subito il largo, fendendo le torbide acque della Mistica.
Giungere alla
corvetta fu un momento. Testa di Pietra salì i gradini a quattro a quattro, e
si trovò subito dinanzi al signor Howard e al colonello Moultrie. La stessa
domanda, e nello stesso tempo, gli fu rivolta dai due uomini.
- Dov'è sir
William?
- Signor
tenente, - disse il bretone, mentre Piccolo Flocco abbracciava i marinai che se
lo disputavano l'un l'altro - venite nel quadro. Ho gravi cose da dirvi.
Sappiate per ora che il nostro comandante domani sarà impiccato nel forte Johnson.
- Impiccato?-
gridò Howard, diventando pallidissimo.
Ora guardate un
po' il costume che indosso, tenente, - rispose il bretone. - Non vedete che
sembro un vero carnefice? Tutto rosso come il sangue che i boia fanno spillare
in un modo o nell'altro ai poveri giustiziati. E questo mantello nero?
Il bretone in
poche parole li mise al corrente di quanto era avvenuto.
- Preso! -
esclamarono ad una voce il colonnello ed il tenente.
- Adagio, miei
signori; sé è preso non è però ancora stato impiccato - osservò il bretone. -
Io e Piccolo Flocco siamo gli amici, anzi, gli aiutanti del carnefice.
Il colonnello
alzò una mano.
- Avrete detto
che l'hanno tradotto nel forte Johnson?
- Dove andiamo
per impiccarlo!
- Voi?
- Io? Impiccherei
il comandante del forte, piuttosto! Per il borgo di Batz! Un bretone tradire il
suo capitano? Oh, mai! Darei la mia testa per salvare la sua!
- Signor
Howard, - disse il colonnello assai preoccupato - da tempo i nostri capi hanno
deciso di fare una scorreria sulla punta di Hoddrel per distruggere le difese
inglesi alzate sul canale di Hog
Island. Quel
fronte Johnson, che batte coi suoi pezzi tutto il porto di Imes's Island, è il
nostro incubo. Lo assalteremo.
- Abbiamo
debiti di riconoscenza verso il vostro comandante rispose il colonnello con
voce solenne. - Senza l'arrivo della vostra corvetta, saremmo rimasti senza
polveri, e l'assedio ed il bombardamento si sarebbero prolungati
indefinitivamente. Abbiamo ancora estremo bisogno della vostra nave, la sola
che possa tener testa ai pezzi delle fregate, dei brik e dei brigantini
inglesi.
- Concludete -
disse il secondo, che era uomo di poche parole.
- Quando
appiccheranno il baronetto? - chiese il colonnello, rivolgendosi a Testa di
Pietra.
- L'esecuzione
è stata fissata per domani sera alle sei - rispose il bretone. - Ho la parola
del boia.
- Signor
Howard, alle quattro voi scenderete la Mistica colla vostra corvetta, e
forzerete il canale di Hog Island per appoggiare il nostro attacco. Sarò là con
duemila americani, scelti fra il fiore delle truppe e vi prometto di prendere
d'assalto il forte.
- Siamo
d'accordo.
- Qualunque
cosa dovesse accadere troverete i miei uomini intorno al forte - rispose il
colonnello. - Spero che i nostri provinciali, come li chiamano sprezzantemente
gl'inglesi, sapranno fare miracoli. Dovete farmi però una promessa.
- Dite.
- Siamo ancora a corto di polveri. Salveremo il vostro
comandante a prezzo del nostro sangue. Incrocerete fuori del porto, le
prenderete d'abbordaggio, forzerete un'altra volta il blocco, e risalirete la
Mistica. Boston è agli estremi, ormai lo sappiamo, e vogliamo averla al più
presto nelle nostre mani. Non sarà che questione di giorni ma guai se ci
difettassero le polveri! Sarebbe la nostra rovina. Trecento pezzi che tuonano
giorno e notte ne consumano, e la grossa provvista che ci avete portata è già
quasi esaurita in una sola settimana.
- Colonnello, -
disse il tenente, - checché debba succedere, io condurrò la Tuonante nel
canale per tenere indietro le fregate inglesi; ma conto assolutamente su di
voi. Il mio comandante non deve morire sulla forca.
- Impegno il mio onore e la mia vita! - rispose
l'americano.
Howard si volse
verso Testa di Pietra, che aspettava ansiosamente i suoi ordini:
- Il boia vi aspetta
sulla riva della Mistica, è vero, mastro? gli chiese.
- Sì, tenente.
- Che non vi
abbia giocato qualche brutto tiro?
- Quell'uomo? È
un bretone come me!
- Allora mi
sento più sicuro; tuttavia nella baleniera farò collocare un petriere e
raddoppierò l'equipaggio. I tradimenti piovono addosso in tempo di guerra.
- Del mio uomo
sono sicuro come di me stesso.
I tre uomini
salirono sul cassero. Howard diede rapidamente alcuni ordini al capomastro
affinché si raddoppiasse l'armamento della scialuppa, poi disse:
- Testa di
Pietra, vegliate sul comandante.
- Vi assicuro
che non morrà impiccato, perché il laccio è stato già abilmente preparato dal
boia. Si romperà subito, ed egli cadrà in piedi.
- Andate, mio
valoroso.
- Piccolo
Flocco, a me! - gridò il mastro.
Il giovane
gabbiere, fu lesto a raggiungerlo.
Scesero
frettolosamente la scala, e presero posto nella baleniera.
Un petriere
abbastanza grosso era stato collocato a prora, pronto a scagliare un nembo di frammenti
di pietra, nel caso che fosse stato necessario, e l'equipaggio era stato
portato a quindici uomini.
- Voga, John! -
disse Testa di Pietra al contromastro. - Non aver paura delle palle.
- Oh! Ci siamo abituati - rispose il timoniere
sorridendo.
La baleniera,
riattraversò il fiume e approdò dinanzi alla roccia, sulla quale il boia
di Boston fumava ancora la pipa senza preoccuparsi del pericolo cui era
esposto. Testa di Pietra e Piccolo Flocco balzarono a terra, dopo d'aver
salutato i compagni, che avevano ripreso prontamente il largo.
- Come vedete,
sono stato di parola - disse il carnefice. - Andiamo?
Testa di Pietra
rispose con una vigorosa stretta di mano.
Seguirono la
riviera della Mistica, discendendola verso la foce, poiché la scialuppa inglese,
che doveva portare il boia al forte, si trovava al di là della seconda barra.
Dopo venti
minuti i tre uomini giungevano in una piccola cala, dove aspettava una
scialuppa, illuminata da un piccolo fanale, montata da otto fuciliere e da una
mezza dozzina di marinai con un timoniere.
- Chi siete? -
gridò, mentre i fucilieri puntavano rapidamente i loro archibugi.
- Il boia di
Boston coi suoi due aiutanti - rispose l'ex-galeotto.
- Imbarcate.
I tre uomini
salirono sulla scialuppa, mentre il timoniere, tenendo in una mano una pistola
e nell'altra la lanterna, li esaminava attentamente.
- Aprite i
vostri mantelli! - comandò.
I bretoni
obbedirono.
- Tutto rosso -
va bene. Sedetevi a prora e non pronunziate parola.
- Avreste paura
di svegliare i pescicani? - chiese Testa di Pietra.
- Chi siete?
- Il primo
aiutante del boia, capace d'impiccare anche voi, senza l'aiuto dei miei due
compagni.
- Silenzio! Non
voglio farmi catturare dagli americani. Vi è quella maledetta corvetta che da
un momento all'altro può piombarci addosso e sventrarci la scialuppa.
- Macché! -
rispose Testa di Pietra. - Dorme sulle sue àncore.
I sei marinai
tuffarono i remi, e l'imbarcazione attraversò velocemente la foce della
Mistica, filando dietro l'ultima barra. Per sua fortuna i cannoni da caccia
della Tuonante erano rimasti silenziosi. In lontananza scintillavano i
fanali della flottiglia inglese, composta per lo più di navi invecchiate nelle
acque americane e di scarsissimo armamento. Non vi era che una fregata, che
potesse tentare di misurarsi colla corvetta.
La scialuppa,
dopo una buona ora giungeva dinanzi all'isola di Imes, su una punta
della quale s'alzava minaccioso il forte Johson. Era questa una salda fortezza
che, colle sue artiglierie, danneggiava gravemente la cittadella di Charlestown.
I comandi
americani, consigliati dal colonnello Moultrie, che godeva molta considerazione
e molta fama, ne avevano decisa da tempo l'espugnazione e la distruzione,
d'accordo col colonnello Ashe.
Fra tutti disponevano di circa tremila stanziati, di
tre o quattrocento scorridori, di cinquanta pezzi d'artiglieria di diverso
calibro e di parecchie grosse scialuppe.
Il colonnello
Moultrie con una banda di arditi scorridori aveva devastata una parte
dell'isola, costringendo le navi ad allontanarsi e la guarnigione a
rinchiudersi più che in fretta nel forte: ma non aveva osato tentare l'attacco.
Quindi non era da stupirsi, se Moultrie ed Ashe, si trovavano in quel momento
imbarazzati.
- Ci siamo? -
chiese Testa di Pietra.
- Ci siamo -
rispose il carnefice.
Il timoniere
prese il fanale, vi sostituì un vestro rosso a quello azzurro che aveva posto
prima, poi disse con voce rude e con una certa impazienza:
- Venite!
- Adagio,
signor mio, - disse il bretone. - Non abbiamo i piedi dei marinai, e dobbiamo
guardare dove li mettiamo. Anzi, favorite darmi una mano.
- Io dare la
mano ad un impiccatore!... Oh, mai! - esclamò il timoniere. - Mi porterebbe
sfortuna.
- Invece le
corde degl'impiccatori portano fortuna, e noi le vendiamo ad alto prezzo.
- Non sarò
certamente io che ve ne chiederò un pezzo - rispose il timoniere - Orsù,
scendete prima che la risacca riempia d'acqua la scialuppa.
Piccolo Flocco,
spiccò per primo il salto e cadde sulla sabbia asciutta. Il boia di Boston fu
il secondo, e vi riuscì per bene. Testa di Pietra prese così malamente le sue
misure, che andò addosso al timoniere e si aggrappò a lui per non cadere.
L'aveva fatto apposta? Vi era da crederlo. Il primo timoniere si era sbarazzato
della stretta con una scrollata che non aveva per altro gettato a terra il
malizioso bretone.
- Voi mi avete
toccato! - urlò.
- Volevate che
mi rompessi il naso? - chiese candidamente Testa di Pietra.
- La vostra
stretta mi sarà fatale!
- Come se i
carnefici non avessero carne, ossa e sangue al pari dei marinai.
- Su, venite!
Non ho tempo da perdere! - gridò il timoniere.
- Ma fateci
lume, perché, vedete, ho sempre tenuto alla conservazione del mio naso
Si misero in
cammino e giunsero dinanzi ad una delle due pusterle, che erano guardate da un
grosso drappello d'artiglieria con due pezzi. Il timoniere scambiò col
comandante della guardia alcune parole poi il drappello si divise in due, e
lasciò libero il passo ai tre carnefici. Attraversarono un ridotto, passarono
sotto parecchie volte, e furono introdotti in una sala dove si trovava un
capitano.
- I signori di
Boston! - disse il timoniere.
L'ufficiale,
che stava seduto dinazi ad un tavolino, li guardò attentamente, poi chiese:
- Chi è il
boia?
- Io, signore -
rispose l'ex galeotto, facendo un passo innanzi.
- Avete qualche
lettera del generale Howe?
- Eccola,
signore.
Il capitano la
prese con un certo ribrezzo, l'apri e la lesse.
- Va bene -
disse poi. - avete portato con voi il laccio? L'esecuzione è stata fissata per
domani, ad un'ora prima del tramonto. Pensate voi a innalzare domani mattina la
forca; non abbiamo pratica di tali faccende. Nei magazzini del forte troverete
il legname occorrente.. Avete fame?
- Non abbiamo
ancora cenato, signore - fu pronto a rispondere Testa di Pietra.
- Vi farò
mandare viveri. Per questa notte riposerete qui. Là vi sono brande.
Ciò detto, si
alzò e usci senza guardarli in viso, seguito dal timoniere.
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