25 - LA
FOLGORE FRA DUE FUOCHI
Mentre Morgan, senza attendere
maggiori schiarimenti, dava ordine di mettersi immediatamente alla vela e di
mettere la prora verso Matanzas, l'amburghese ed i suoi uomini salivano
rapidamente a bordo. La baleniera fu subito issata coi paranchi e saldata alle
grue di cappone.
«Gravi notizie dunque?» chiese
Morgan conducendo l'amburghese sul ponte di comando.
«Il duca sa già che il Corsaro è
a bordo dell'Alambra, signore,» disse Wan Stiller.
«Me l'ero immaginato. E dove si
trova quella nave?»
«Ha appoggiato sull'Avana, non
può quindi tardare a giungere.»
«L'assaliremo subito.»
«Non in queste acque, signore. Il
duca è a bordo d'una fregata.»
«Ecco una notizia che mi dà molto
fastidio. Due navi ed il cavaliere da salvare!... Un'impresa difficile.»
«Corriamo verso l'Avana, signore.
Prima che la fregata si muova noi avremo già liberato il capitano.»
Morgan imboccò il
porta-voce e comandò:
«Accendete i fanali e due
gabbieri sulle crocette.»
Quindi scese sul cassero e si mise
a fianco del pilota per dirigere personalmente la nave, sapendo che la costa
era sparsa di numerose isolette e di banchi di sabbia molto pericolosi. Il
vento era favorevole tanto per la Folgore quanto per una nave che fosse
partita dall'Avana, soffiando dal sud.
Morgan, superata la punta
d'Hicanos, diresse la Folgore verso ponente, in modo però da poter passare
dinanzi a Matanzas, potendosi dare il caso che l'Alambra, per tema di
essere seguìta da qualche nave filibustiera, si fosse rifugiata in quel porto
in attesa dell'alba.
«Speriamo che non vi sia,» disse
Morgan a Wan Stiller, il quale lo aveva raggiunto. - Mi spiacerebbe dare
battaglia sotto la costa ed a così breve distanza dall'Avana e da Cardenas. I
colpi di cannone metterebbero in allarme tutte le guarnigioni e potrebbe
giungerci addosso una squadra intera.
«Credete che sospettino la nostra
presenza in queste acque?»
«Non ancora,» rispose Morgan.
«Abbiamo fatto un viaggio rapidissimo e senza aver destato sospetti. Io sono
convinto che ci credono ancora nel Golfo di Campèche e che...»
La frase gli fu tagliata da una
voce che partiva dalla crocetta dell'albero maestro:
«Badate!» aveva gridato il
gabbiere di guardia. «Fanali dinanzi a noi!»
«Morte e sangue!» esclamò Morgan,
balzando verso la murata. «Sarebbero i fanali dell'Alambra!...»
«E non siamo che a tre miglia da Cardenas!» esclamò
l'amburghese, impallidendo. «Mi pare già di vedere la fregata alle nostre
spalle.»
«Scorgi la nave?» gridò Morgan,
imboccando il porta-voce.
«Sì, vagamente,» rispose il
gabbiere.
«Esce da Matanzas?»
«No, mi pare che venga da
ponente.»
«E si dirige qui?»
«Punta verso Hicanos.»
«Allora non può essere che l'Alambra,»
disse Morgan, coi denti stretti.
«Non lasciamola entrare in Cardenas
o avremo addosso due navi invece d'una,» disse Wan Stiller.
«La costringerò a prendere il
largo,» disse Morgan con voce risoluta. «La fregata ci sarebbe di troppo in
questo momento.»
Imboccò nuovamente il
porta-voce, gridando:
«Ai pezzi gli artiglieri e gli
altri a posto di combattimento.»
Respinse il pilota ed afferrò la
ribolla del timone, mentre gli artiglieri accendevano le micce, gli archibugieri
si disponevano dietro alle murate, sul castello di prora e sulle coffe e gli uomini
della manovra ai bracci delle vele e sui pennoni.
I due fanali, avvertiti dal
gabbiere dell'albero maestro, si cominciavano a discernere anche dal ponte
della Folgore: risaltavano nettamente sul fondo tenebroso
dell'orizzonte, riflettendosi in acqua con tremolii vaghi che ora s'allungavano
come se dovessero toccare il fondo del mare e che ora s'accorciavano.
Dalla loro direzione, si capiva
anche a prima vista che quella nave cercava di avvistare il capo Hicanos per
entrare poi in Cardenas.
«La vedi?» chiese Morgan a Wan
Stiller.
«Sì,» rispose l'amburghese.
«Se fossi certo di aver da fare
coll'Alambra non esiterei un momento ad assalirla.»
«E la fregata? Siamo ancora
troppo vicini a Cardenas, signore.»
«Allora accontentiamoci di darle
la caccia. All'alba vedremo cosa ci converrà di fare.»
Morgan spingeva la Folgore verso
la costa, stringendo il vento più che poteva, onde impedire alla supposta
corvetta di virare di bordo e di rifugiarsi nel vicino porto di Matanzas. Gli
era necessario che si allontanasse da quelle spiagge per poterla più tardi
catturare fuori di portata dalla nave di Wan Guld. Uomo valentissimo in cose di
mare, Morgan si teneva quasi certo della riuscita. Lasciò che la Folgore continuasse
la sua corsa fino all'altezza di Matanzas, poi virando bruscamente di bordo
mosse velocemente, con vento in poppa, addosso alla nave segnalata,
minacciandole il fianco.
Quella manovra, molto sospetta,
doveva aver allarmato già gli spagnuoli. Temendo già la comparsa dei
filibustieri, appena si avvidero che la Folgore mostrava l'intenzione di
abbordarli, non esitarono più a mettere la prora al nord, unica via di scampo
che oramai rimanesse loro.
Morgan aveva operato in modo da
impedire loro di retrocedere verso Matanzas e di rifugiarsi in Cardenas. Avendo
tutto il vento in favore, poteva ormai tagliare la via verso ponente e levante.
La nave spagnuola però, anche
fuggendo, aveva sparato un colpo in bianco per intimare alla filibustiera di
fermarsi e di farsi conoscere.
«Che nessuno risponda!» comandò
Morgan. «Fuori gli scopamari ed i coltellacci e diamole vigorosamente la
caccia.»
La spagnuola vedendo che la Folgore
non obbediva all'intimazione, anzi che cercava di stringerla da vicino,
lanciò in aria due razzi e poi diede fuoco ai suoi otto pezzi d'artiglieria.
Quella scarica simultanea non
poteva avere che uno scopo solo, trovandosi la Folgore ancora fuori di
portata dai proiettili: avvertire la guarnigione di Cardenas e la fregata del
pericolo che correva e revocare aiuto.
Il rimbombo di quegli otto pezzi
doveva infatti udirsi non solo al di là della punta di Hicanos, bensì anche a
Matanzas e forse più lontano ancora.
Morgan aveva mandato un grido di
gioia.
«Il Corsaro è a bordo di quella
nave!»
«Sì,» disse l'amburghese che alla
luce dei lampi aveva potuto scorgere sufficientemente la nave. «È la corvetta!»
«Non ci sfugge più.»
«Ma ci ha segnalati, signore. A
momenti avremo alle spalle la fregata di Wan Guld.»
«Daremo battaglia ad entrambe, se
sarà necessario.»
«Uomini del mare!... Il Corsaro è
là... Andiamo all'abbordaggio!»
Un urlo immenso s'alzò a bordo
della filibustiera:
«Viva il Corsaro!... Andiamo a
salvarlo!»
L'Alambra, poiché non
v'era più alcun dubbio che si trattasse veramente di quella nave, fuggiva a
tutte vele sciolte verso il nord, come se avesse intenzione di cercare un
rifugio in mezzo alle innumerevoli isole e isolette che fanno argine alla
Florida.
Sapendosi molto meno armata della
Folgore e anche meno solida, non aveva osato impegnare la lotta,
dubitando forse del pronto intervento della fregata. Era d'altronde una nave
dotata di eccellenti qualità nautiche e d'una tale velatura, da poter
gareggiare colle più rapide navi del golfo del Messico.
Morgan si era subito accorto che
aveva a che fare con una vera nave da corsa, poiché la Folgore, quantunque
avesse spiegate tutte le sue vele, perfino i coltellacci e gli scopamari, non
era riuscita, almeno di primo slancio, a guadagnare via sull'avversaria.
«Morte e sangue!» esclamò. «Ecco
una nave che ci farà correre per bene e che non si lascerà raggiungere così
facilmente. Ma bah! la nostra Folgore finirà per prenderla! Lo sparviero
avrà ben presto ragione della rondine marina!»
«Abbiamo trovato pane pei nostri
denti, signore,» disse Wan Stiller.
La filibustiera seguiva già con
poco vantaggio l'Alambra, che correva sempre verso il nord.
«Tuoni d'Amburgo!...» esclamò
qualche ora dopo Wan Stiller.
«Dei punti luminosi?»
«Sì, signor Morgan.»
«Dove?»
«In direzione di Cardenas.»
«Fulmini! È la fregata che si
prepara a darci la caccia!»
«Udite?»
In lontananza si era udita una
cupa detonazione prodotta da qualche grosso pezzo d'artiglieria.
«Bisogna aumentare la corsa o
domani noi ci troveremo fra due fuochi,» disse Morgan.
«Abbiamo spiegate tutte le vele,
signore.»
«Fa' spiegare qualche fiocco sul
bompresso e qualche straglio fra il maestro ed il trinchetto. Il posto non
mancherà.»
«Proviamoci signore,» disse
l'amburghese scendendo in coperta.
Mentre i filibustieri tentavano
di aggiungere nuove vele alla loro nave, l'Alambra continuava a fuggire
mantenendo vittoriosamente la distanza. Non aveva che un paio di miglia di
vantaggio, ma tale distanza era sufficiente per mantenersi fuori del fuoco
nemico, non avendo le artiglierie usate in quell'epoca l'immensa portata di
quelle d'oggi. Il suo comandante non aveva fatto alcun tentativo per piegare
verso le coste di Cuba e cercare un rifugio in qualche porto. Comprendendo che
cambiando rotta avrebbe perduto il vantaggio del vento, sia pure per pochi
minuti, aveva continuata la sua corsa verso il nord. Probabilmente aveva il suo
scopo per mantenere quella direzione. Sapendo che il duca aveva divisato di
recarsi in quei paraggi per cercare la giovane fiamminga, aveva presa quella
direzione colla speranza di venire, presto o tardi, raggiunta dalla fregata e
di prendere i filibustieri fra due fuochi. Morgan, furioso di veder la Folgore
tenuta in scacco da quella corvetta, mentre aveva creduto di poterla subito
abbordare e di costringerla a rendere il Corsaro, si sfogava con terribili
minacce.
Anche i suoi uomini erano
diventati furibondi. Ingiuriavano la spagnuola, prorompevano in minacce,
spiegavano nuovi velacci che aggiungevano alle estremità dei pennoni e di
quando in quando, impotenti a frenarsi, facevano qualche scarica.
Guai se in quel momento fossero
venuti all'abbordaggio!
«Morte e sangue!» esclamò Morgan,
volgendosi verso l'amburghese che non lo lasciava un solo momento. «È
incredibile! La nostra Folgore non riesce a spuntarla!»
«Pure, signore, mi sembra che
qualche cosa abbiamo guadagnato,» disse Wan Stiller.
«Gettate il loch!» gridò
Morgan.
Il mastro d'equipaggio aiutato da
due marinai gettò a poppa la funicella, trattenuta subito da un pezzo di legno
quasi triangolare e la lasciò filare contando i nodi, mentre uno dei suoi
aiutanti rovesciava le due fialette di vetro contenenti la finissima sabbia,
l'antico orologio, ma ridotto a minime proporzioni.
«Stop!» gridò il
marinaio, quando tutta la sabbia fu passata.
«Quante miglia?» chiese Morgan al
mastro, che contava i nodi della funicella.
«Undici, signore.»
«Una bella velocità in fede mia,»
disse l'amburghese. «Quella corvetta fila bene.»
«Troppo bene,» rispose Morgan.
«Ci tiene in iscacco.»
«E la fregata?»
«Vedo ancora i due punti
luminosi, ma è ancora ben lontana.»
«Ohe! Badate ai banchi!... Due
uomini a prora e pronti a scandagliare, e quattro gabbieri sulle crocette!»
Le due navi che da sei ore
correvano con velocità straordinaria, si trovavano già nei pericolosi paraggi
dello stretto della Florida.
In quell'ampio canale, percorso
dalla corrente del Gulf Stream, si trovano moltissime isole ed isolette ed
anche grandi banchi di sabbia, i quali rendevano la navigazione difficilissima.
Ve ne son disseminati dappertutto, formando come un'immensa barriera, la quale
descrive un ampio semicerchio attorno alle coste meridionali della Florida e
lascia solamente pochi passaggi.
Già le scogliere di Double Headed
e quelle di Elbom erano comparse ad oriente delle due navi, mostrando
minacciosamente le loro sponde rocciose, dirupate e difese da file di
scoglietti, contro i quali si frangeva, con molto impeto, la grande corrente
del Golfo.
Morgan, avendo osservato che l'Alambra
aveva cercato di accostarsi a quegli isolotti, per un momento aveva avuto
il sospetto che, disperando di sfuggire alla caccia, il suo comandante avesse
avuto l'intenzione di fracassare la nave in mezzo a quelle rocce o che vi
cercasse qualche passaggio pericoloso, per mandare in secco la Folgore.
Lo spagnuolo però, dopo di aver costeggiato per due o tre gomene le isolette di
Elbom, aveva rimessa la prora verso il nord, dirigendosi verso le isole dei
Pini.
Quella manovra, non seguita dal
furbo filibustiere, aveva permesso alla Folgore di guadagnare duecento
metri sulla nave avversaria. Non era gran cosa, pure non era nemmeno una
distanza disprezzabile, poiché col vantaggio acquistato durante quelle otto ore
di caccia accanita, la filibustiera si trovava già a portata di cannone.
«Fra qualche ora le palle dei
nostri pezzi da caccia cadranno sulla coperta dell'Alambra,» disse
Morgan, a cui nulla sfuggiva. «Noi saluteremo l'alba bombardando la spagnuola.»
«Ed io non vedo più i fanali
della fregata, signore,» disse Wan Stiller.
«Li avrà spenti per ingannarci.»
«Lo credete, signor Morgan?»
«Il duca non ci lascerà; te lo assicuro.
Quel volpone si sarà già accorto d'aver da fare con noi e non ci lascerà
tranquilli.»
«E glielo daremo, è vero signore?
«Ecco che siamo a tiro della
spagnuola: artiglieri, pronti ai vostri pezzi!... La musica comincia!»
«Purché le nostre palle non
uccidano i nostri, signore.»
«Non temere, amburghese,» disse
Morgan. «I nostri cannonieri hanno già ricevuto l'ordine di non far fuoco che
contro l'alberatura. Arrestata la nave, andremo all'abbordaggio.»
«E tanto più presto l'abborderemo
meglio sarà per noi,» disse l'amburghese, il quale osservava il cielo con
inquietudine.
«Il tempo accenna a cambiare,
signore, e le burrasche che imperversano in questi paraggi fanno paura ai più
audaci marinai.»
«Me ne sono accorto,» rispose Morgan.
«Il mare accenna a montare ed il vento tende a girare all'est. Nell'Atlantico
deve fare tempesta.»
I due lupi di mare non
s'ingannavano. Oltrepassate le isole di Headed, le due navi cominciarono ad
incontrare le prime ondate che venivano dall'oceano. Trovando resistenza nella
corrente del golfo, la quale, come si disse, sbocca nell'Atlantico seguendo le
coste meridionali della Florida, quei marosi rimbalzavano furiosamente,
provocando controondate pericolose. Anche il vento cominciò ad aumentare, sibilando
fra l'attrezzatura, e sbatacchiando fortemente le vele. Con un salto improvviso
era girato dal sud all'est, prendendo le due navi di traverso ed abbattendole
sul tribordo in causa dell'immensa superficie di tela spiegata. Non vi era un
momento da perdere. Morgan, che non voleva compromettere la sua nave, fece
chiudere i pappafichi e i contropappafichi, ammainare coltellacci e scopamari e
prendere terzaruoli sulle vele basse. La corvetta d'altronde aveva eseguita
l'identica manovra, anzi per maggior precauzione aveva imbrogliate anche le due
rande.
«Facciamo attenzione,» disse
Morgan al pilota, che aveva ripreso il suo posto alla ribolla del timone. «Qui
si sta giuocando non solo la nostra pelle bensì anche la Folgore: Se ci
coglie la tempesta in mezzo a tutte queste scogliere, non so come potremo
cavarcela.»
«Signore,» disse Wan Stiller, -
l'Alambra si getta fra le isole.
«Mille morti!... Dove vuole
condurci quella dannata nave?» gridò Morgan.
«E rivedo i fanali della fregata,
signore.»
«Ancora!»
In quel momento due lampi
balenarono sulla coperta dell'Alambra e si udì in alto il rauco sibilo
dei proiettili.
Pochi istanti dopo, in
lontananza, rimbombò cupamente una detonazione.
«È la fregata che risponde,»
disse Morgan, torcendosi rabbiosamente la barba. «Se fra un'ora non abbordiamo
l'Alambra per noi sarà finita.»
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