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Emilio Salgari
Gli ultimi filibustieri

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    • 25 - IL TESORO DEL GRAN CACICO
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25 - IL TESORO DEL GRAN CACICO

 

L'indomani, assai prima dello spuntare del sole, la scialuppa si fermava sulla riva, sulla quale fiammeggiavano innumerevoli fuochi.

Le cateratte del Maddalena non erano che a poche centinaia di passi ed i salti d'acqua, spaventosi a vedersi, producevano un fragore tale da impressionare qualunque uomo per quanto fosse stato coraggioso.

I filibustieri stavano , con Buttafuoco, Raveneau de Lussan e la contessina di Ventimiglia, tutti occupati a costruire, con dei rami e dei giunchi, dei grandi panieri.

Invano avevano cercato di oltrepassare la cascata, seguendo le rive. Rupi spaventevoli e abissi senza fondo li avevano arrestati proprio quando si trovavano a pochi passi dal Darien.

L'accoglienza fatta ai tre prodi, dopo tanti giorni d'assenza, come si può immaginare, fu calorosissima. Quello però che piú gradirono fu una stretta di mano della contessina.

Ora siamo liberi, – disse don Barrejo a Raveneau ed a Buttafuoco, – poiché il marchese è morto e conduciamo con noi un suddito del defunto Cacico.

«Non tardiamo piú oltre ad entrare nel Darien, ora che nessuno ci ostacolerà la marcia

– Quando avremo discesa la cascata, non perderemo né un giorno né un minuto, – rispose il capo dei filibustieri. – Io non avevo previsto un cosí grande ostacolo.

Sperate di superarlo?

– Lo speriamo mercé certi panieri di mia invenzione. La discesa sarà però spaventosa e vi posso dire che molti dei miei uomini preferirebbero ammazzarsi piuttosto che subire una cosí tremenda prova.

– Se vorrete saremo io e Mendoza a fare pei primi la prova. Siamo buonissimi nuotatori e anche uomini da sapercela cavare sempre, anche nelle piú disastrose condizioni.

– Ho veduto come siete giunti qui dopo tante avventure, – rispose Raveneau. – Vi calcolavamo già morti.

– Noi!...

Impiccati dal marchese di Montelimar.

– Mentre, signor Raveneau, il marchese ha dovuto fare i conti colla mia draghinassa, in un duello cavalleresco, come si usa nel nostro paese.

«Se la sorte gli è stata contraria, io non so che cosa farci.»

– I guasconi sono sempre guasconi, in qualunque angolo del mondo si trovino, – disse Buttafuoco, il quale assisteva al colloquio. – Quel Montelimar, d'altronde, ci aveva già dati troppo fastidi.

«Sia pace alla sua anima

Intanto la fabbricazione dei panieri procedeva rapidissima. Erano specie di ceste, profonde un metro e mezzo, e della circonferenza di uno, rinforzate con liane.

Ognuna doveva contenere due uomini.

Prima però di affidarsi alla terribile cascata, i filibustieri, che in fondo ci tenevano alla loro pelle, specialmente ora che stavano per mettere le mani sulle favolose ricchezze del Gran Cacico, avevano fatto una serie di esperimenti per vedere se potevano fidarsi di quei galleggianti di nuova specie.

Ne avevano cosí lanciati cinque o sei, mettendovi in fondo dei grossissimi sassi che potessero, su per giú, pesare quanto due uomini ed avevano constatato che avevano tutti disceso felicemente la cascata, rovesciandosi solo dopo il salto.

Essendo i filibustieri tutti abilissimi nuotatori, d'un bagno non si preoccupavano.

Al momento però di tentare la grande prova, un vero spavento aveva invaso tutti quegli uomini che pur erano abituati a guardare in viso la morte.

Quel grande salto di piú di venti metri e che finiva poi in una rapida, era tale da impressionare tutti. Era soprattutto il rombo spaventevole, che saliva dall'abisso, che dava una forte scossa agli animi.

I panieri erano pronti, abbastanza bene verniciati con resine di pino, ma nessun uomo si presentava per entrarvi.

Fortunatamente vi erano i due guasconi senza paura e Mendoza.

– Giacché gli altri non si decidono, proviamo noi, – aveva detto il primo. – Dopo tutto non si tratterà di prendere che un brutto bagno, è vero, Mendoza?

Il basco fece una smorfia.

– E se i panieri si spaccano contro le roccie e noi venissimo scaraventati attraverso alla cascata senza piú nessun rifugio?

– Tu avrai mille ragioni, compare, ed io ne ho altrettante. Vuoi che torniamo indietro ora che il Darien sta dinanzi a noi?

«Io credo che tutta questa faccenda finirà, come al solito, benissimo.

«De Gussac parte coll'indiano e tu con me.»

– Volete proprio dare l'esempio? – chiese Raveneau, il quale pareva pure in preda ad una profonda impressione di terrore.

– Ma , signor mio, i guasconi ed i baschi vanno sempre avanti a tutti.

– Se riuscite, vi raccomando di stare attenti alla contessa di Ventimiglia che s'imbarcherà con Buttafuoco.

– La pescheremo quasi al volo, ve lo assicuriamo, – rispose don Barrejo.

Poi, alzando la voce, gridò:

Imbarcate!...

Due panieri forniti di pertiche, erano stati messi in acqua.

Il guascone numero uno e Mendoza salirono nel primo, facendolo affondare col loro peso fino a metà; De Gussac e l'indiano montarono sull'altro.

I filibustieri, entusiasmati da tanta prova di coraggio, avevano gridato per tre volte:

Urrah per la Guascogna e per la Biscaglia!

La contessina di Ventimiglia, assai commossa, aveva salutato i quattro audaci, facendo sventolare il suo fazzoletto.

Via!... – gridò don Barrejo, prendendo una delle due pertiche. – Andiamo a vedere che cosa si trova sotto la cascata.

I panieri furono lasciati andare e trascinati rapidamente verso il salto, il quale ruggiva spaventosamente lanciando cortine d'acqua polverizzata.

I quattro uomini cercavano di dirigersi alla meglio e soprattutto di non perdere l'equilibrio, essendo quei panieri formati di scorza d'albero leggiero.

Ad un tratto, quando meno se l'attendevano, si trovarono sopra il salto. Nessuno aveva potuto trattenere un grido di orrore nel contemplare lo spaventoso spettacolo.

L'acqua della fiumana si precipitava, ruggendo, attraverso i canali, come fosse ansiosa di uscire da quella strettoia e di riprendere il suo corso tranquillo. I due panieri rotearono un po', presi dalle controcorrenti, poi furono scaraventati con grande impeto.

Decisamente i guasconi ed il basco avevano una fortuna straordinaria, poiché si trovarono, senza sapere il come, sotto la rapida ed ancora dentro i panieri, i quali avevano meravigliosamente resistito alla terribile prova.

Si spinsero verso la riva, manovrando furiosamente le pertiche, e di fecero segno ai filibustieri che li guardavano dall'alto delle rocce, di tentare a loro volta la prova.

Fu quello il segnale delle partenze.

Sotto la direzione di Buttafuoco si formarono parecchie piccole flottiglie, collegate fra loro con forti liane, affinché gli uomini potessero portarsi aiuto a vicenda.

Il gran salto ingoiava panieri ad ogni istante, poiché ormai tutti avevano fretta di raggiungere il basso della rapida.

Non tutti però uscivano salvi e alcuni rimanevano sfracellati in fondo alla cascata insieme alle persone che li montavano. Altri invece si rovesciavano e i filibustieri, perché valenti nuotatori, riuscivano ancora a salvarsi, perdevano però il frutto del loro bottino che dalle sponde del Pacifico avevano gelosamente conservato.

Raveneau de Lussan, nelle sue memorie, fa una descrizione emozionante che mette i brividi.

I piú arditi della banda, – scriveva, – tutto che avvezzi a sfidare ogni sorta di pericoli, tremavano come fanciulli gettando gli occhi su quei mostruosi salti da dove l'acqua si scaraventava, con impeto irrefrenabile, giú nel profondo.

All'avvicinarsi di esse era d'uopo d'immensi sforzi da parte dei naviganti, per declinare alla sponda piú vicina.

Se ciò riusciva prendevano i panieri, che erano piú o meno malmenati, e ne levavano le poche provviste e le armi che avevano potuto conservare; se sfuggivano, i filibustieri si gettavano a nuoto aiutati dai compagni che li avevano preceduti.

Dopo due ore, tutta la banda si trovava accampata sul margine d'un bosco, fra grandi falò prontamente accesi per asciugare le polveri, innanzi tutto, e la carne secca, l'unico commestibile che possedevano, avendo ormai consumato ogni cosa.

La contessa di Ventimiglia, la quale aveva affrontata la terribile prova con grande animo insieme a Buttafuoco, si trovava nel campo.

Come ne avevano l'abitudine, i piú rinomati filibustieri si radunarono a consiglio per decidere sul da farsi.

Prevalse subito l'opinione di mandare l'indiano, con una scorta di dodici uomini armati, nei grandi villaggi delle tribú del Gran Cacico, per avvertirle che l'erede attesa era finalmente giunta e che aspettava l'omaggio dei suoi sudditi alla frontiera del suo stato.

Era d'altronde l'unica decisione da prendersi, potendo quei fieri guerrieri allarmarsi per l'avanzata di tanta gente e tendere, nelle grandi foreste, delle disastrose imboscate.

L'indiano, avvertito dalla decisione presa, partí senza indugio, fiero di guidare una scorta di dodici uomini bianchi armati tutti delle canne che tuonano.

Per tre giorni il campo rimase senza notizie della piccola spedizione, e già Raveneau e Buttafuoco cominciavano ad inquietarsi, quando verso il mezzodí del terzo, l'indiano ed i filibustieri si mostrarono, accompagnati da sessanta guerrieri armati d'archi e di rompi-costole e guidati dall'yunko, il piú vecchio e reputato stregone di tutte le tribú.

La lingua spagnuola era famigliare anche ai selvaggi, i quali non potevano trafficare con nessun altro popolo, pena l'incendio dei villaggi ed il sequestro delle derrate, quindi Raveneau e Buttafuoco s'intesero subito col potente individuo che dalla morte del Gran Cacico guidava le tribú.

La contessina di Ventimiglia fu condotta sotto una capanna di frasche e mostrò a tutti i guerrieri il tatuaggio che portava sulla spalla destra, formato da un triangolo con sette stelle racchiudenti un serpentello rosso.

La prova ormai era chiara, lampante, poiché il misterioso tatuaggio, conosciuto solo dagli stregoni della nazione e dai piú famosi guerrieri, non poteva in nessun modo essere stato falsificato, specialmente da una donna che giungeva dai mari dove il sole sorgeva.

– Tu sei quella che noi da tanto tempo aspettavamo, – disse l'yunko alla contessina. – D'altronde anche senza quel segno tu possiedi i lineamenti e gli occhi ardenti del defunto Cacico.

«Noi tutti siamo quindi pronti ad obbedirti

– La raccolta delle uova d'oro è assicurata, – mormorò don Barrejo, il quale si trovava presente alla prova con Buttafuoco e Raveneau. – La fortuna della mia taverna è assicurata.

I guerrieri costruirono una specie di lettiga con rami d'albero e liane, vi gettarono sopra le pelli di giaguaro e di coguaro che portavano dietro le spalle ed alzarono la reginetta, mandando il loro formidabile urlo di guerra.

Tutti i filibustieri li accompagnavano, impazienti di vedere le favolose ricchezze del Gran Cacico.

La traversata dei grandi boschi fu compiuta felicemente. In ogni villaggio ove la contessina giungeva, riceveva subito l'omaggio dei nuovi sudditi, ed i filibustieri avevano viveri in grande quantità.

– Questa è una vera marcia trionfale, – disse don Barrejo a Mendoza ed a De Gussac. – Vorrei che durasse sei mesi almeno.

«Non credevo che questi selvaggi, che fino a pochi anni fa erano ancora dei formidabili mangiatori di carne umana, fossero diventati cosí gentili.

«Ah!... Quei Ventimiglia hanno avuto sempre una fortuna indiavolata

– Tu però non vorresti essere stato né il Corsaro Verde, né il Rosso, – gli rispose il basco, – poiché non saresti qui a riempirmi gli orecchi delle tue eterne chiacchiere.

Colle mie chiacchiere ti ho condotto però ben lontano. Parlano molto i guasconi, ma agiscono anche molto.

– Ed i baschi no, forse?

Uhm!... Uhm!... – fece don Barrejo, ridendo.

Furfante, quando avrai aperto un nuovo albergo verrò a trovarti e farò il possibile per tagliarti un orecchio.

Diventi un antropofago, compare? È vero che siamo sulla terra degli ex-mangiatori di carne umana.

Il buon basco credette opportuno rispondere con un'allegra risata, alla quale fece eco anche De Gussac.

L'indomani la truppa giungeva al grande carbet della nazione, ossia al grosso villaggio che teneva, sotto di sé, con pugno di ferro, tutti gli altri minori dispersi in quell'immenso paese.

Le accoglienze, come si può immaginare, furono entusiastiche.

Migliaia e migliaia di guerrieri scortarono la nipote del defunto Gran Cacico, dando segni della piú pazza gioia, fino alla grande capanna reale.

I filibustieri furono allogati in altre dimore, accordando loro il diritto di mettere le mani su tutti i viveri che vi si trovavano. Se ne approfittassero si potrebbe fare a meno di dirlo.

Alla presenza di tutti i capi dei villaggi, il terzo giorno del suo arrivo, perché cosí voleva la consuetudine, la contessina ed i filibustieri venivano condotti entro una spaziosa caverna, dove si trovava l'oro a monti.

Erano milioni di piastre, in pepite ed in polvere, che il Gran Cacico aveva lasciato alla nipote.

Fu un caso, se don Barrejo, vedendosi dinanzi a cosí colossali ricchezze, non impazzí.

Si trattava ora di trasportare fino alla costa quel tesoro, ma la gente non mancava per preparare casse o vuotare alberi e trasformarsi poi in portatori.

Il golfo del Messico d'altronde era vicino ed i filibustieri potevano approfittare dei corsi d'acqua, avendo messo gl'indiani a loro disposizione un numero sufficiente di barche per contenerli tutti ed il tesoro insieme.

Dopo tre altri giorni la contessina, ormai troppo civilizzata per vivere in mezzo a quei selvaggi, nominava il suo successore nella persona d'un famoso guerriero che era stato intimo amico del Gran Cacico.

L'ora della partenza finalmente suonò. L'eredità, rinchiusa in tronchi d'albero scavati accuratamente, fu imbarcata su della grosse piroghe montate da robusti battellieri indigeni, che non temevano le rapide.

Migliaia d'indiani, profondamente commossi, scortarono fino al fiume la loro reginetta che non dovevano certo piú rivedere.

La separazione fu dolorosa per tutti. Anche i rudi filibustieri, abituati a trattare gl'indiani come bestie feroci, apparivano commossi non meno dei selvaggi.

Cinque giorni piú tardi le imbarcazioni salutavano finalmente le acque del gran golfo messicano.

La grande traversata dell'istmo, cosí pericolosa in quei tempi, era stata compiuta con pochissime perdite d'uomini, rimasti per la maggior parte sotto la terribile cascata.

Furono mandati dei filibustieri a visitare le baie della costa e la fortuna che fino allora li aveva protetti, non mancò nemmeno all'ultimo momento, poiché fu scovata una nave olandese che una tempesta aveva costretta a cercare un rifugio contro le furie dei venti e del mare.

Fu subito noleggiata ed avviata verso la Giamaica, porto allora aperto a tutte le nazioni e dove era piú facile trovare degli imbarchi per l'Europa, poiché quella fertilissima isola manteneva frequenti rapporti colla madre patria.

Un milione di piastre fu messo a disposizione dei filibustieri da parte della contessina alla quale ne rimanevano molti altri.

A don Barrejo ed a Mendoza ne erano toccate abbastanza per mettere su l'albergo che sognavano, avendo deciso di dare per sempre un addio alle avventure e di mettersi in società anche con De Gussac.

La storia è finita.

La contessina di Ventimiglia dopo qualche giorno s'imbarcava per l'Europa con una scorta di filibustieri i quali non sospiravano che il momento di far ritorno ai loro paesi.

I due guasconi ed il basco s'imbarcavano su una caravella per raggiungere qualche porto dell'istmo e di rientrare la traversata, attraverso però a paesi noti e molto popolati.

Colla partenza di Buttafuoco e di Raveneau de Lussan, finí la razza di uomini tanto singolari e tanto formidabili, né vi fu piú congrega dei Fratelli della Costa, né sul golfo del Messico, né sull'Oceano Pacifico, né piú gente filibustiera, sebbene per molti anni ancora s'udisse, nei mari dell'America Centrale, parlare di pirati che qualche volta emularono colla loro arditezza, i terribili combattenti che tanto male avevano recato alla Spagna.

Una partita si era formato un rifugio nell'isola della Provvidenza, che è una delle Bermude e due donne fra essi si resero singolarmente celebri, avendo diviso sempre valorosamente coi loro compagni le fatiche ed i pericoli, per puro amore di bottino. Furono entrambe inglesi.

Vestivano gli abiti del loro sesso, unendovi i lunghi calzoni da marinaio; portavano sciolti i lunghi capelli, al fianco una sciabola, sotto il petto due pistole e negli abbordaggi usavano una specie d'azza della forma stessa che avevano usata in guerra gl'inglesi nei tempi di mezzo. La storia ha ricordato i loro nomi: Maria Read ed Anna Bonay, però non ha detto come finirono.

Probabilmente finirono appiccate insieme ai loro compagni.

 

Sacerdoti di Siva.

Colazione leggera degli anglo-indiani, composta di carne, legumi, birra.

Liquore mescolato con oppio.

Anche gli indù come gli altri popoli credono al diluvio universale.

Tigri che non assaltano che gli esseri umani.

Moneta d'oro che vale 16 rupie (40 lire).

Battitori.

Mangiatrice d'uomini.

Facchini.

Forte dose di oppio.

Riso del Bengala finissimo che cuocendo spande un profumo soavissimo.

A questa casta, che è l'ultima, appartengono i domestici e gli artigiani.

Giganti malefici.Appartenente al partito irredentista clandestino irlandese Sinn Fein.)

Botte bislunga per vini e liquori.

Così nel testo. Più correttamente "Mediterraneo orientale" nell'edizione RCS, Milano 2002. [Nota per l'edizione elettronica "Manuzio"]

Signore

Madamigella

Latte cagliato.

Castello.Moneta d'argento del Siam.

Specie di mandola con tre corde di seta.

Gran giustiziere dello stato.

Serpenti divini che figurano nelle leggende siamesi.

Aquile immense vomitate dell'inferno per rapire gli uomini.

Il pungiglione ad uncino di cui si servono i mahut per guidare gli elefanti.

Così sono chiamate quelle spettacolose e costosissime cremazioni.

Storico. A questo smeraldo non si può dare un prezzo, giacché non se ne conosce un altro simile.

Questo meraviglioso tempio fu visitato tempo fa dal viaggiatore Turpin, il quale lo trovò ancora in ottimo stato.Come si sa, le mucche in India sono considerate animali sacri. (Nota di Salgari)

Piccoli cannoni di ottone che lanciano palle d'una libra. (Nota di Salgari)

Liquore composto per la maggior parte di oppio liquido che ubriaca fortemente. (Nota di Salgari)

Storico. (Nota di Salgari)

La musica indiana ha quattro sistemi musicali, in relazione colle stagioni dell'anno. È malinconica nell'inverno, è viva in primavera, languida nell'estate, brillante nell'autunno.(Nota di Salgari).

Sottotenenti. (Nota di Salgari).

Quel famoso generale per un anno tenne in iscacco tre eserciti inglesi e non si arrese se non dopo che la Rani cadde, crivellata di palle» (Nota di Salgari).Bere il narghiléh significa fumare col narghiléh, ossia colla pipa.

Nell'originale "Ma". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "tua". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Ahd-el-Kerim". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "ciò". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "almea". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Kenim". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "nelle". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "rispiarmerò". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "irronicamente".[Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "eslamò". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Nosti". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "guandò". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "sciecco". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "tassa". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "le". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Barca del Nilo.

Nell'originale "batello". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Fatma". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "li". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "unmini". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "collo". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "corback". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "bontrolìo". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Fatma". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Fatma". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "trovo". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "sbuccò". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Dahfar". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Herim". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "dimentichela". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "durak". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "jatang". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Mandriano

Caprajo

Nell'originale "sollevando possenti". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Fatma". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "acora". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale: "battelieri". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "avvanzava". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale: "attentameate". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Kicks". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "scianterò". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale: "Ibraim". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale: Barh-el-Abiad. [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale: "dahabiah". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "r'to". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "mei". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "fioccamente". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "riusciremo". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "mezzantte". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "tovate". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "un'". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Daud". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Daud". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Daud". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Gez-Agiba". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "precisone". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "uno". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "bascose". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "sonnecchievano". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "capremo". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "subaquiei" Nell'originale "Fatma". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "grosssissimi". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "H- Duêm". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Il". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Daud". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "scricciolìo". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale: "merissak". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "spalancata". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "capitano". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Amed". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Fatma". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Nemr". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Sorta di tamburone.

Nell'originale: "Amed". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Mustanfah". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "dassero". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "duecentomile". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "combattento". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "zeribk". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "lungo sulla". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale: "involontariamante". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale: "Gra". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "fugigaschi". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "comici". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "effettando". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "poteao". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "genenerali". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "O'Donnovan". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "O'Donavan". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Il 20 agosto 1885 mi abboccai coll'illustre missionario D. Luigi Bonomi, reduce dal Sudan dopo essere stato per tre lunghi anni prigioniero del Mahdi. Interrogatolo su Gustavo Klootz mi disse: «È vero che scomparve dal campo ma non credo che abbia informato il Mahdi dell'indisciplina che regnava nel campo degli Egiziani.

«Gustavo Klootz, divenuto poi mio amico, era un buon giovane, incapace di un tradimento. Il Mahdi l'aveva fatto suo consigliere e lo stimava molto.

«Più volte il Klootz aiutò noi prigionieri e s'adoperò per calmare il suo terribile padrone che ci minacciava di morte.» (E. S.)

Nell'originale: "E". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "apetterò". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "tranguggiare". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "sciegliersi". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "marcierà". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "tristmente". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Lacuna nell'originale, integrata con edizione Fabbri 2002. [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "me". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Bàggara, da Bàgar (bove) sono mandriani arditissimi che abitano il sud del Kordofan.

Nell'originale "sciek". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "lascieresti". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Si". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "abbisso". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "rulla". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "D'Onovan". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale: "Ahmel". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "No né". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Dervis, uomini che hanno una fama di santoni. Il Mahdi, ne aveva molti.

Nell'originale: vennere. [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "del". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "destrai". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "camelli". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "colonello". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "imgombro". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "acciecava". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

L'illustre missionario D. Luigi Bonomi, che quando accadde la battaglia si trovava a breve distanza da Kasghill, mi assicurò che il Mahdi perdette solamente 4 o 500 uomini.

E.S.

Cortili chiusi fra capanna e capanna.

Noggàra e darabùke, sorta di tamburoni di legno scavato che vengono percossi con delle mazze.

Nell'originale "darabuke". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "seribak". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "sciek". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "tramesso". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Pare che Mohammed Ahmed a Chartum negoziasse in belve. Anzi dicesi che egli abbia fornito di belve quasi tutti i giardini zoologici di Europa.

Questa verruca si dice che gli sia stata fornita da un certo Scandorper, nativo di Meklemburgo, ex lavoratore di capelli e clown. Questo tedesco, tempo addietro, era stato ai suoi servigi e suo confidente.

Nell'originale "dichiaravo". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale: "Mhadi". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "insurezzionali". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Mohadmmed"

Nell'originale "afascinati"

Nell'originale "Hisks"

L'illustre missionario D. Luigi Bonomi mi assicurò che quella testa non apparteneva a Hicks pascià, ma al barone di Cettendorge, capitano di Stato Maggiore.

Nell'originale "punizioni"

Nell'originale "imau". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "imau". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "sopresa". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "sciek". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "tutto". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Nessuno". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale coperte". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Kahghill". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "debuino". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "buffalo". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "grido". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "caddere". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "sciecco". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "tubul". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Kasghil". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "A". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "noggara". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "rialzo". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Yòkara". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Hossienieh". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "gemente". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Yokara"

Nell'originale " Yòkara"

I missionari erano stati fatti prigionieri, assieme alle suore parte a Gebel-Nuba e parte a El-Obeid. Il Mahdi aveva ordinato alle sue orde di tormentarli qualora uscissero della loro capanna.

L'illustre missionario don Luigi Bonomi, mi narrò che un giorno, il Mahdi, esasperato perchè non abbracciavano la sua religione, in pieno mezzogiorno, alla presenza di tutto l'esercito, li fece scendere in campo minacciandoli di morte. Visto che il terrore non faceva effetto, li lasciò languire quattro lunghi mesi nella loro capanna, quasi ignudi e senza mezzi di sussistenza.

Da quel giorno i guerrieri furono lasciati liberi di maltrattare i poveri missionari e si può immaginare in qual modo ne abusassero.

Due suore e un laico morirono.

Nell'originale "perso". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "corcondato". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "strasportai". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "ai". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "sinistramente la ripetè". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "abbisso". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "all'indiero". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale: "scièh". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "figliale". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Il Mahdi l'aveva presa con la fame dopo quattro mesi e mezzo di eroica resistenza, e scacciati gli abitanti dopo averli denudati, l'aveva fatta occupare delle sue orde.

Nell'originale "guerieri". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "racciudeva". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "insuppate". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "paurache". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "diero". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "giaciono". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "accosto". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "aberi". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

O padre pellegrino! O padre pellegrino!

Tale è la credenza dei Maomettani.

Nell'originale "tarbüsch". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Amed"

Gustavo Klootz era stato servo del Barone di Cettendorfs, poi di O'Donovan, reporter del Daily-News. Due o tre giorni prima della battaglia di Kasghill [Nell'originale "Kaghgill"] era scomparso dal campo e alcuni dissero che aveva informato il Mahdi delle forze che conducevano Hicks e Aladin pascià. L'illustre missionario D. Luigi Bonomi mi disse che Klootz era incapace di tradire così slealmente gli egiziani.

Presso le orde passava per un confidente del Mahdi; D. Bonomi mi disse che lo era solamente in apparenza. È certo però, che consigliava talvolta il Profeta.

Gustavo Klootz cercò spesso di migliorare la triste sorte dei missionari prigionieri.

I sudanesi usano condire tale cibo con orina quando non hanno sale.

Nell'originale "rotolorono". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "Fatma". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "guardo". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Quando Shendy fu espugnata dai ribelli, il Mahdi rivide Fathma ed Abd-el-Kerim, ma aveva ormai a loro perdonato e non fece male alcuno. Anzi innalzò Abd-el-Kerim al grado di sceicco, lasciandogli la libertà di ritirarsi in quella città che meglio gli convenisse.

Pari a 33.750.000 lire [oro, 1906].

Quella pianta meravigliosa la possiede ora il dottor Lames a cui la donò morendo il dott. Deck.

Con questo nome gli antichi egizi chiamavano il coccodrillo.

Ippopotami.

Gli antichi egizi chiamavano con tale nome i coccodrilli, ed i moderni lo hanno conservato.

Dopo una battaglia perfino i re trattavano di loro propria mano, così atrocemente, i prigionieri di guerra.

Anche il grandioso obelisco fatto innalzare in Tebe dalla regina Hathason e che è ancora visibile, era dorato.

Corridoio sotterraneo dove venivano deposte le mummie.

Gli antichi egizi credevano che, per salire in cielo, le loro anime dovessero attraversare un fiume, su una barca che era guidata da , il Sole.

La dea Nut, dal corpo stellato, era la dea del firmamento.

Le leggi egiziane permettevano che i fratelli sposassero le sorelle.

Esisteva fra gli antichi egizi una legge assai singolare concernente i ladri. Essa ordinava a coloro che volevano darsi a quell'industria, che si facessero iscrivere presso il capo dei ladri e gli portassero d'allora in poi tutti gli oggetti che avessero rubato. Il capo doveva in seguito restituirle ai derubati, dietro però un compenso fissato. Nell'impossibilità d'impedire a tutti di rubare, i legislatori egizi avevano trovato quello strano mezzo per far restituire gli oggetti rubati.

Animale fantastico che secondo gli egiziani rinasceva ogni cinquecent'anni per bruciare il corpo di suo padre nel tempio del Sole.Altro famoso filibustiere che era stato marinaio di Pietro l'Olonese.

Incredibili orrori furono infatti commessi in quella disgraziata città, ove la ferocia dei filibustieri superò ogni limite.

Storico.

Fulmini globulari se ne sono vedute in varie epoche.

I frati che erano caduti vivi nelle mani dei filibustieri, vennero uccisi a colpi di pistola.Aperture che si trovano a prua delle navi e per dove passano le catene delle àncore.

Gherlino: piccola fune che serve per ammainare le bandiere dei segnali.

Espressione marinaresca che significa «il mare».

Corridoi che conducono nelle batterie.

Staffile formato da nove funicelle, un tempo in uso nella marina per punire i ribelli.

Costole della nave

Specie di banderuola che si colloca sulla cima degli alberi.

Barra del timone o asta.

Mozzo addetto al servizio di poppa.

Fune che serve per manovrare le vele.

Ridurre la superficie delle vele mediante nodi speciali.

Così si chiamano le vele più alte dell'alberatura.

Albero situato a prora, teso quasi orizzontalmente e che serve di sostegno ai fiocchi.

Salvagente.

Specie di banderuole che si collocano sulla cima degli alberi.

Termine marinaresco che significa «bucato».

Specie di carrucola.

Piccoli fori aperti a fior della coperta e che servono di scolo all'acqua.

Vele supplementari che si aggiungono alle altre per accrescere la velocità della nave.

Preti buddisti.

Specie di birra messicana.

Albergo, trattoria.

Fune di poca grossezza e che serve di sostegno agli alberetti.

Scale di corda.

Grosso mammifero che vive presso le coste e che emette delle grida acute. Indica la vicinanza delle spiagge.Tutti gli indiani e gli isolani dell'oceano Indiano usano per un orologio una palla di rame con un forellino, che mettono in un bacino pieno d'acqua.

I malesi per addormentare le persone, ricorrono a quella strana compressione, e l'uomo così trattato, durante quel sonno, è in preda ad una anestesia completa.

È la divinità protettrice dei cacciatori di nidi di rondini salangane.

Vengono chiamati con tale nome dai malesi.

Nel 1844, un piroscafo da guerra olandese, mandato dal governatore di Macassar a castigare i pirati del Cotti, diede una terribile lezione a quel sultanato. Arse mille case della capitale, impose una taglia di 120.000 fiorini, il risarcimento dei danni subiti dalle navi mercantili assalite e volle ostaggi fino al pagamento completo delle somme fissate.

Questa tortura crudelissima, fu largamente usata dai soldati americani del generale Smith contro gli insorti delle isole Filippine.

Mio signore.

Un tipo di alghe brune.

In America, nello stabilimento elettrico di Davson, sono riusciti con una corrente elettrica a far scoppiare cinquanta punds di polvere alla distanza di 800 metri.Tombuctu fu poi conquistata dai francesi. Fu presa con un audace colpo di mano, da scialuppe a vapore che avevano rimontato il Niger.

Letti molto primitivi formati d'una pelle tesa su un telaio.

Dio mi perdoni. (N.d.A.)

Orribile pena che consiste nel tagliare il condannato a pezzetti. (N.d.A.)

Il colonello Fierro era uno dei migliori ufficiali del presidio coloniale. (N.d.A.)

Questo capo, caduto pi tardi nelle mani degli spagnuoli e poi evaso miracolosamente dalla Black-Hole di Manilla, vive tuttora a Hong-Kong, dove si è rifugiato. (N.d.A.)

Le gelosie fra quei capi degl'insorti dovevano produrre pi tardi, fra di loro, degli odii mortali. Infatti due mesi dopo Aguinaldo faceva assassinare i fratelli di Andrea Bonifacio, per tema che esercitassero troppa influenza sulle bande da lui comandate. (N.d.A.)

Quella notizia era verissima. Il genefrale Polavieja aveva chiesto le sue dimissioni verso la metà di marzo, in causa del male che lo travagliava, ma poi, rimessosi alquanto in salute, aveva continuato a tenere il comando fino alla fine  dell'aprile, quando cioè l'insurrezione era quasi vinta. (N.d.A.)

Questo Hang-Kai, caduto più tardi nelle mani degli spagnuoli e condotto nelle prigioni di manilla, vedendo suo fratello ferito, veniva preso da un tale accesso di furore, che inerpicatosi fino ad una botola e passate le braccia attraverso i ferri, riusciva ad afferrare un tenente spagnuolo ed a strangolarlo, quantunque i soldati accorsi in aiuto del loro superiore avessero tentato, a colpi di sciabola, di fargli abbandonare ildisgraziato ufficiale. Spirava però poco dopo anche il meticcio, essendogli stata spaccata la gola da una sciabolata. (N.d.A.)

Mettersi attraverso il vento per fermarsi o rallentare la marcia. (N.d.A.)La treccia

Inglesi così chiamati per le giacche rosse che portano i soldati di infanteria di marina

Nell'originale "queste cose"[Nota per l'edizione elettronica Manuzio]

Nell'originale "E"[Nota per l'edizione elettronica Manuzio]




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