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Fermo e Lucia
Tomo,Capitolo
1 In2 | questione generale è per sè vasta e importante. E questo
2 In2 | autore che egli parli di sè: è un privilegio delle prefazioni,
3 I, I| macchinalmente dinnanzi a sè, e così fece anche quel
4 I, I| con compiacenza sopra di sè: e l'assioma era: che ad
5 I, III| e lo fece entrare con sè nello studio. Era questo
6 I, III| Ho capito (disse fra sè il dottore, che in verità
7 I, III| capite bene che salvando sè, salverà anche voi. Se poi
8 I, III| quelle noci, e lo chiamò a sè prima del raccolto. La consolazione
9 I, III| così: andava dicendo fra sè: oggi me lo sento dire per
10 I, IV| folla, e quasi fuori di sè pel furore, pel rimorso,
11 I, IV| pubblico, diss'egli fra sè, alla presenza dei suoi
12 I, IV| di tratto in tratto fra sè di ciò che aveva detto,
13 I, V| casi, l'uomo che non ha che sè per testimonio e per approvatore,
14 I, V| poveri traviati; pensava fra sè il Padre Cristoforo, credete
15 I, VI| Quand'ebbe chiusa dietro sè la portiera, vide nella
16 I, VI| fiducia. — Ecco, diss'egli tra sè, un filo che la provvidenza
17 I, VII| Fermo lo fece venire con sè in una stanza vicina; e
18 I, VII| che Fermo, osservando per sè una rigida sobrietà, largheggiò
19 I, VII| talvolta fatto quasi da sè, l'immaginazione si ferma
20 I, VII| non sapeva far nulla da sè, e senza il quale non si
21 I, VII| socchiuse la porta dietro di sè. Don Abbondio convalescente
22 I, VII| medicina. Aveva dinanzi a sè una vecchia tavola e sulla
23 I, VII| risoluzione, la pigliò con sè, e pian piano entrarono
24 I, VII| rilesse attentamente, da sè, quindi fatta lettura ad
25 I, VII| e tirato colla destra a sè un tappeto che copriva il
26 I, VII| poveretta la quale già per sè non avrebbe più potuto proseguire,
27 I, VII| curato, aveva trascinata con sè Lucia alla porta, e bussava
28 I, VIII| punto era più presente a sè che essi non fossero, ed
29 I, VIII| mostrare agli altri ed a sè stesso ch'egli era pur sempre
30 I, VIII| Vedete un po', diceva fra sè il padre Cristoforo: se
31 I, VIII| sventura che teneva sotto di sè i nostri viaggiatori, la
32 II, I| sua compagnia. In pace con sè, col genere umano, e coi
33 II, I| fatti agli amici hanno con sè il loro guiderdone; e del
34 II, II| aveva talvolta pur fatta tra sè e sè questa obbiezione,
35 II, II| talvolta pur fatta tra sè e sè questa obbiezione, che forse
36 II, II| colle buone, diceva ella tra sè, o mi parleranno brusco.
37 II, III| finalmente egli non ha sopra di sè che il Signor Marchese,
38 II, IV| stava per dare, e diceva tra sè: — Oh che sproposito! —
39 II, IV| vedesse all'ingiù sotto di sè un picciol passo da farsi,
40 II, V| di parlare — diceva fra sè — voglio esser certa; troverò
41 II, V| finalmente — concluse fra sè in un accesso di passioni
42 II, VII| riconoscendo superiore a sè, arbitro violento dei negozj
43 II, VIII| signore davvero, — pensava tra sè continuando la sua salita
44 II, VIII| e l'altro a parlare fra sè. Il Conte diceva nella sua
45 II, VIII| molti furbi di scoprirsi da sè, e di rovinare così i loro
46 II, VIII| giudizio, — pensava egli fra sè — la darò io ad intendere
47 II, VIII| Ho inteso, — disse fra sè, il Padre — è un impegno:
48 II, VIII| Ah! — disse ancora fra sè il Conte — bisogna dunque
49 II, VIII| il guardiano lo chiamò a sè, e con molta consolazione
50 II, IX| proposta rimase sopra di sè, poiché allontanarsi dal
51 II, IX| cuore, tutta raccolta in sè, studiando la strada, con
52 II, IX| assai: or ora tornerà in sè».~Mentre quegli sciagurati
53 II, IX| verità. Il bravo tolse con sè, senza saperlo, quella dea
54 II, X| rosario che teneva sempre con sè, cominciò a recitarlo con
55 II, X| affannata, quasi fuor di sè, fu posta a sedere nel battello
56 II, X| spavento, e quasi fuor di sè: al romore che fece la porta,
57 II, X| venirla a vedere — pensava tra sè il Conte. — Dugento doppie!
58 II, X| fummo ha costei, — disse tra sè la mala vecchia. — Maladette
59 II, X| le andava ripetendo fra sè, s'immaginava di essere
60 II, X| costoro? — diss'egli fra sè, e tosto chiamato uno de'
61 II, X| a guardare, dicendo fra sè: — Come sono contenti costoro!
62 II, X| tempo: — no — diss'egli fra sè —: non la vedrò: non voglio
63 II, XI| abbiano lasciato ricordo di sè sulla terra: or quanto più
64 II, XI| materia la quale abbia da sè qualche cosa di splendido,
65 II, XI| contristano: egli si rinchiude in sè, e tace. O per dir meglio
66 II, XI| parlare, prima di sentire in sè le alte cose da rivelarsi,
67 III, I| il Conte stava sopra di sè, perché era venuto ivi spinto
68 III, I| che avrebbe lasciato di sè una memoria illustre, se
69 III, I| Ahi! ahi! — pensava fra sè Don Abbondio. — Bell'impiccio
70 III, I| accarezzato e distinto, e sè negletto in un canto. Si
71 III, I| consolazione —: ma in cuor suo tra sè e sè, rispose con una frase
72 III, I| ma in cuor suo tra sè e sè, rispose con una frase proverbiale
73 III, I| cibo: voleva detrarre a sè tutto ciò che poteva sollevare
74 III, I| dell'avvenire, ruminava fra sè che cosa potesse dire a
75 III, I| andava masticando fra sè, — potrei dire: mi rallegro...
76 III, I| perché diceva egli fra sè: — non vedi come è accipigliato,
77 III, II| Ohe! — continuava fra sè — Perché mi obbedirebbero
78 III, III| quali si è conosciuta in sè una suscettibilità di profondo
79 III, III| tenerla più a lungo, chiamò a sè le due donne presenti e
80 III, III| grave di tenerla presso di sè. La buona donna fu contentissima,
81 III, III| commentarono le circostanze che per sè non avrebbero bastato a
82 III, III| già tanto interessante per sè: una povera giovane restituita
83 III, III| tutti gli occhj addosso a sè: e la espressione di tutti
84 III, III| a mostrarsi, ella ha con sè come un argomento della
85 III, III| personaggio che traeva a sè tutti gli sguardi. I terrazzani
86 III, III| Agnese.~Fece poscia venire a sè il curato, il quale, inchinandosi
87 III, III| fecero tosto rientrare in sè Don Abbondio. Egli aveva
88 III, IV| Abbondio. — Anche sopra di sè! purché frughi, rimescoli,
89 III, IV| esempio ha egli portato con sè, partendosi? Che ha egli
90 III, IV| pane che aveva portato con sè, si diede a mangiare. Quando
91 III, IV| popolo, e stendendo dinanzi a sè il guardo che dalla elevazione
92 III, IV| avrebbe avuto orrore di sè, se avesse potuto anche
93 III, IV| desiderava per loro, per sè, per la gloria del Dio di
94 III, V| allora Fermo tornava in sè, e si sforzava di perdonare:
95 III, V| elevato, guardando dinanzi a sè, vide la guglia del Duomo,
96 III, V| trova solitudine dinanzi a sè, mentre aspettava di trovar
97 III, V| ell'era farina, e disse tra sè: — Grande abbondanza dev'
98 III, V| quando cade? che venga da sè come i funghi?»~Fermo aveva
99 III, V| vinse, e Fermo disse fra sè: — andiamo a vedere —. Mentre
100 III, V| avrebbero procacciato a sè e ad altri col lavoro delle
101 III, V| situazione che lo è già tanto per sè; e questi mezzi sono stati
102 III, V| urbanità; guarito allontana da sè tutti i pensieri di quel
103 III, V| carestia sono moltiplici per sè, e infinite nelle loro applicazioni
104 III, V| esistente, ma non un bene per sè, e in ogni modo. Non pensò
105 III, VI| nel tempo, il quale per sè è una gran bella cosa: ed
106 III, VI| Alcuni allargando intorno a sè un po' di spazio con le
107 III, VI| tremante e quasi fuor di sè nell'angolo il più riposto,
108 III, VI| spaventato, poi come fuori di sè, stringendo i denti, e raggrinzando
109 III, VI| ora allargandole dinanzi a sè, per domandare se fosse
110 III, VII| vanagloria, mormorò fra sè: — oggi è proprio il caso
111 III, VII| Conte Duca, — soggiunse tra sè a bassa voce — che non vuol
112 III, VII| persona di Fermo, dicendo fra sè: — tu vieni con un cacciatore:
113 III, VII| disse l'oste; e aggiunse fra sè: — ho inteso: tu sei lepre;
114 III, VII| il malandrino diceva fra sè: — pezzo di minchione! se
115 III, VII| lucerna, e la pose dinanzi a sè, uscì, volse la chiave nella
116 III, VII| scendere, continuava tra sè la allocuzione che aveva
117 III, VII| continuando intanto fra sè. — E tu prega il cielo che
118 III, VIII| non abbia lo schioppo con sè; quando gli capitò nelle
119 III, VIII| vestito di nero? — mormorò tra sè; «Ehi! l'oste, l'oste!»
120 III, VIII| essere, — disse Fermo tra sè: — e intanto se potessi
121 III, VIII| Andiamo — soggiunse fra sè, — e vedremo se quei fratelli
122 III, VIII| seconda volta, — diss'egli fra sè — sto fresco, e lo merito...
123 III, VIII| della chiesa, e disse fra sè: — quel frate m'aveva però
124 III, VIII| fin qui: — diss'egli fra sè: — e qui nessuno mi conosce. ~
125 III, VIII| altro: «la cosa parla da sè».~«Ohe, come andrà per Bartolommeo
126 III, IX| due guance pienotte per sè, e che si enfiavano ancor
127 III, IX| ritenuto sempre presso di sè il ministero delle finanze;
128 III, IX| avesse levato tanto romore di sè, fosse passata per tanti
129 III, IX| volte che vedeva dinanzi a sè molti doveri che occupassero
130 III, IX| spesso. La faceva chiamare a sè, e seduta sur una gran seggiola
131 IV, I| vacillare, tendere dinanzi a sè le mani aperte come per
132 IV, I| raccogliendo gli sguardi a sè, quasi per non vedere, abbassando
133 IV, I| che avevano portato con sè, fra le benedizioni, e le
134 IV, I| quindi guardava intorno a sè per vedere in qual casa
135 IV, I| esercito portava la peste con sè, e l'aveva già disseminata
136 IV, I| alloro, — e conchiuse fra sè che da tal gente non era
137 IV, I| ricchezze, e cacciando dinanzi a sè le mandrie che sono la principale.
138 IV, II| luogo, ma la cosa era per sè difficile, e il tempo stringeva.
139 IV, II| che gente! ognuno pensa a sè! non c'è carità! — Si faceva
140 IV, II| ripeteva egli. — Ognuno pensa a sè: ognuno pensa a sè; e a
141 IV, II| pensa a sè: ognuno pensa a sè; e a me nessuno vuol pensare. ~
142 IV, II| fatto due fardelli uno per sè, uno per Don Abbondio; e
143 IV, II| Abbondio, «ognuno pensa a sè. Andiamo, andiamo. Perpetua
144 IV, II| difesa, molto debole per sè contra soldati avidi di
145 IV, II| Un corno, — disse fra sè Don Abbondio.~«Ella potrà»,
146 IV, II| me stesso, — diceva tra sè sospirando. — Oh che bestia!
147 IV, III| venture scuotono poi da sè con isdegno. Giacché, è
148 IV, IV| peste, non ritenendo per sè che la guerra. In quelle
149 IV, IV| mettere un altro sopra di sè. Ma vi voleva la peste.~
150 IV, V| Rodrigo si ristringeva in sè, ritirava le mani, le membra,
151 IV, V| rimanevano, ne prese pochetti con sè, si tolse un pajo di pani,
152 IV, V| continuò a borbottare fra sè Don Abbondio, ritirandosi
153 IV, V| ch'egli aveva portato con sè, dicendo: «in questi tempi
154 IV, VI| invece di tirar la fune a sè, disse con un tuono misto
155 IV, VI| di grida; guatò dinanzi a sè, ed ecco in capo alla strada
156 IV, VI| disperazione, si gettavano da sè. Nessuno che parlasse, nessuno
157 IV, VI| bastone descrivendo intorno a sè un quarto di cerchio a mezz'
158 IV, VI| sarebbe bastato a rivolgere a sè gli sguardi anche fra tanta
159 IV, VI| passò.~Quelle parole per sè indifferenti, e che non
160 IV, VI| adunche, come s'ella traesse a sè qualche cosa, accennava
161 IV, VII| stesso, scerse dinanzi a sè e non lontano, un apparitore,
162 IV, VII| sbandati, la più parte fuori di sè, quale imperversato, quale
163 IV, VII| le distribuiva presso di sè nel campo aperto.~Risolse
164 IV, VII| avessero potuto fare per sè quei venti mesi cresciuti
165 IV, VII| distesa in cerchio dinanzi a sè, verso la scena dolorosa
166 IV, VII| così dicendo, gettò da sè la mano di Fermo, e si mosse
167 IV, VII| seder come prima presso di sè. Fermo stava tutto intento
168 IV, VIII| scalzo, portando dinanzi a sè quell'alta croce pesante,
169 IV, VIII| e sapevano condursi da sè; poi le donne, alcune delle
170 IV, VIII| stette alcuni giorni fuori di sè, senza prender cibo, né
171 IV, VIII| e gli aveva raccomandata sè e la sua casa. Egli la fece
172 IV, VIII| proposto a Lucia di tenerla con sè, come una sua figlia, e
173 IV, IX| giorni languente e fuor di sè, aveva veduto passarsi davanti,
174 IV, IX| disse Don Abbondio fra sè e sè.~«Basta», soggiunse
175 IV, IX| disse Don Abbondio fra sè e sè.~«Basta», soggiunse Fermo
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176 XXI, 42 | Schiere ha con sè d'aerei simolacri;~