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Alessandro Manzoni
Il conte di Carmagnola

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  • ATTO TERZO.
    • Scena Seconda. Il Secondo Commissario, e detti.
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Scena Seconda. Il Secondo Commissario, e detti.

 

SECONDO COMMISSARIO

(al Conte)

 

Signor, se tosto

non correte al riparo, una sfacciata                                    50

perfidia s’affatica a render vana

sì gran vittoria; e già l’ha fatto in parte.

 

IL CONTE

 

Come?

 

SECONDO COMMISSARIO

 

I prigioni escon del campo a torme;

i condottieri ed i soldati a gara

li mandan sciolti, né tener li puote                                      55

fuor che un vostro comando.

 

IL CONTE

 

Un mio comando?

 

SECONDO COMMISSARIO

 

Esitereste a darlo?

 

IL CONTE

 

È questo un uso

della guerra, il sapete. È così dolce

il perdonar quando si vince! e l’ira

presto si cambia in amistà ne’ cori                                     60

che batton sotto il ferro. Ah! non vogliate

invidiarnobil premio a quelli

che hanno per voi posta la vita, ed oggi

son generosi, perché ier fur prodi.

 

SECONDO COMMISSARIO

 

Sia generoso chi per sé combatte,                                     65

signor; ma questi, e ad onor l’hanno, io credo,

al nostro soldo han combattuto; e nostri

sono i prigioni.

 

IL CONTE

 

E voi potete adunque

creder così: quei che gli han visti a fronte,

che assaggiaro i lor colpi, e che a fatica                             70

su lor le mani insanguinate han poste,

nol crederan sì di leggieri.

 

PRIMO COMMISSARIO

 

È questa

dunque una giostra di piacer? Non vince

per conservar, Venezia? E vana al tutto

fia la vittoria?

 

IL CONTE

 

Io già l’udii, di novo                    75

la devo udir questa parola: amara,

importuna mi vien come l’insetto

che, scacciato una volta, anco a ronzarmi

torna sul volto... La vittoria è vana?

Il suol d’estinti ricoperto, sparso  80

e scoraggiato il resto... il più fiorente

esercito! col qual, se unito ancora

e mio foss’egli, e mio davver, torrei

a correr tutta Italia; ogni disegno

dell’inimico al vento; anche il pensiero                               85

dell’offesa a lui tolto; a stento usciti

dalle mie mani, e di fuggir contenti

quattro tai duci, contro a’ quai pur ieri

era vanto il resistere; svanito

mezzo il terror di que’ gran nomi; ai nostri                         90

raddoppiato l’ardir che agli altri è scemo;

tutta la scelta della guerra in noi;

nostre le terre ch’egli han sgombre... è nulla?

Pensate voi che torneranno al Duca

que’ prigioni? che l’amino? che a loro                               95

caglia di lui più che di voi? ch’egli abbiano

combattuto per esso? Han combattuto

perché all’uomo che segue una bandiera,

grida una voce imperiosa in core:

combatti, e vinci. E’ son perdenti; e’ sono                         100

tornati in libertà; si venderanno...

oh! tale ora è il soldato... a chi primiero

li comprerà... Comprateli, e son vostri.

 

PRIMO COMMISSARIO

 

Quando assoldammo chi dovea con essi

pugnar, comprarli noi credemmo allora.                             105

 

SECONDO COMMISSARIO

 

Signor, Venezia in voi si fida; in voi

vede essa un figlio; e quanto all’util suo,

alla sua gloria può condur, s’aspetta

che si faccia da voi.

 

IL CONTE

 

Tutto ch’io posso.

 

SECONDO COMMISSARIO

 

Ebben, che non potete in questo campo?                          110

 

IL CONTE

 

Quel che chiedete: un uso antico, un uso

caro ai soldati violar non posso.

 

SECONDO COMMISSARIO

 

Voi cui nulla resiste, a cui sì pronto

tien dietro ogni voler, sì ch’uom non vede

se per amore o per timor si pieghi,                                    115

voi non potreste in questo campo, voi

fare una legge, e mantenerla?

 

IL CONTE

 

Io dissi

ch’io non potea: meglio or dirò: nol voglio.

Non più parole; con gli amici è questo

il mio costume antico, ai giusti preghi                                 120

soddisfar tosto e lietamente, e gli altri

apertamente rifiutar. Soldati!

 

SECONDO COMMISSARIO

 

Ma... che disegno è il vostro?

 

IL CONTE

 

Or lo vedrete.

(a un Soldato che entra)

Quanti prigion restano ancora?

 

IL SOLDATO

Io credo

quattrocento, signor.

 

IL CONTE

 

Chiamali... chiama                       125

i più distinti... quei che incontri i primi:

vengan qui tosto.

(parte il Soldato)

Io ’l potrei certo... Ov’io

dessi un tal cenno, non s’udria nel campo

una repulsa; ma i miei figli, i miei

compagni del periglio e della gioia,                                    130

quei che fidano in me, che un capitano

credon seguir sempre a difender pronto

l’onor della milizia ed il vantaggio,

io tradirli così! Farla più serva,

più vil, più trista che non è!... Signori,                                135

fidente io son, come i soldati il sono;

ma se cosa or da me chiedete a forza,

che mi tolga l’amor de’ miei compagni,

se mi volete separar da quelli,

e a tal ridurmi ch’io non abbia appoggio                            140

altro che il vostro, mio malgrado il dico,

m’astringerete a dubitar...

 

SECONDO COMMISSARIO

 

Che dite!

 

 

 

 




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