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Alessandro Manzoni Il conte di Carmagnola IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena Quarta. I due Commissari.(dopo qualche silenzio)
Direte ancor che a presagir perigli troppo facil son io? che le parole de’ suoi contrari, il mio sospetto antico, l’odio forse, chi sa? mi fanno ingiusto 215 contro costui? ch’egli è sdegnoso, ardente, ma leal? che da lui cercar non dessi ossequi, ma servigi, e quando in grave caso il nostro volere a lui s’intimi, il dubitar ch’egli resista è un sogno? 220 Vi basta questo?
che a noi premea che s’inseguisse il vinto: ei ricusò.
Ma che rispose?
Ei vuole assicurarsi delle rocche... ei teme...
Cauto ad un tratto è divenuto... e dopo 225 una vittoria.
gli uscia di bocca: ella parea risposta all’indiscreto che t’assedia, e vuole il tuo segreto che per nulla il tocca.
Ma l’ha poi detto il suo segreto? E questo 230 motivo ond’egli accontentar vi volle, vi parve il solo suo motivo, il vero?
Nol so, non ci badai, tempo non ebbi che di pensar ch’io mi trovava innanzi un temerario, e ch’io sentia parole 235
E s’egli al suo signore antico, al primo ond’ebbe onor supremi, all’alta creatura della sua spada, più terror che danno volesse far? fargli pensar soltanto 240 quel ch’egli era per lui, quel che gli è contro? Tal nemico mostrarglisi, ch’ei brami d’averlo amico ancor? S’ei non potesse tutto staccare il suo pensier da un trono ch’egli alzò dalla polve; ov’ebbe il primo 245 grado dopo colui che v’è seduto? Se un duca ardente di conquiste, e inetto a sopportar d’una corazza il peso, che d’una mano ha d’uopo e d’un consiglio, e al condottier lo chiede, e gli comanda 250 ciò ch’ei medesmo gl’inspirò, più grato signor, più dolce al condottier paresse, che molti, e vigilanti, e più bramosi di conservar che d’acquistar, cui preme sovr’ogni cosa il comandar davvero? 255
Tutto io m’aspetto da costui.
questo sospetto: il suo contegno, i nostri accorgimenti il faran chiaro in breve, o ad altro almen ci guideranno. Ei trama certo. Colui che trama, e del successo 260 si pasce già, come se il tenga, ardito parla ancor che nol voglia; e quei che sprezza in faccia il suo signor, già in cor ne ha scelto un altro, o pensa a diventarlo ei stesso. No: da Filippo ei non è sciolto in tutto. 265 A quella stirpe onde la sposa egli ebbe non è stranier: troppo gli è caro il nodo che ad essa un dì lo strinse. In quella figlia, che ha tanta parte in suo pensier, non scorre col suo confuso de’ Visconti il sangue? 270
Come parlò! Come passò dall’ira al non curar! Con che superba pace disubbidì! Siam noi nel nostro campo? Di Venezia i mandati? Eran costoro vinti e prigioni? E più sicuro il guardo 275 portavano di noi! Noi testimoni del suo poter, del conto in cui ci tiene, de’ nostri acquisti così sparsi al vento, di tal gioia, di tai grazie, di tali abbracciamenti! Oh! ciò durar non puote. 280 Che avviso è il vostro?
dissimular, fargli querela ancora d’un’offesa che mai creder non puote dimenticata, e insiem la strada aprirgli di ripararla a modo suo; gradire 285 che ch’ei ne faccia; chiedergli soltanto ciò che siam certi d’ottenerne; opporci sol quanto basti a far che vera appaia condiscendenza il resto; a dichiararsi non astringerlo mai; vegliare intanto; 290 scriverne ai Dieci, ed aspettar comandi.
Viver così! Che si diria di noi? Dell’alto ufizio che ci fu commesso, a cui venimmo invidiati, e or tale
È sempre glorioso il posto 295 dove si serve la sua patria, e dove si giunge ai fini suoi. Soldati e duci tutti sono per lui, l’ammiran tutti, nessun l’invidia; a sommo onor si tiene bene ubbidirlo; e in questo sol c’è gara 300 che ad essergli secondo ognuno aspira. Voce sì cara e riverita in prima, che forza avrebbe in lor poscia che udita l’hanno in un tanto dì, che forza avrebbe se proferisse mai quella parola, 305 che in core han tutti, la rivolta? Guai! Che più? gli udimmo pur; come de’ suoi, è nel pensiero de’ nemici in cima.
Ma siamo a tempo? Ei già sospetta.
Il siamo.
Essi armati, e sol essi; avvezzi tutti 310 a prodigar la vita, a non temere il periglio, ad amarlo, e delle imprese a non guardar che la speranza, alfine più ch’uomini nel campo: ah! se fanciulli non fosser poi nel resto, ed i sospetti 315 facili a palesar come a deporli; se una parola di lusinga, un atto di sommessa amistà non li volgesse a talento di quel che l’usa a tempo; a che saremmo? ubbidiria la spada? 320 Saremmo ancora i signor noi?
Sta bene. Riesca, o no, questo partito è il solo.
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