Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Alessandro Manzoni Adelchi IntraText CT - Lettura del testo |
|
|
Scena Settima. Casa di Svarto.
Un messaggier di Carlo! Un qualche evento, Qual ch'ei pur sia, sovrasta. - In fondo all'urna, Da mille nomi ricoperto, giace Il mio; se l'urna non si scote, in fondo Si rimarrà per sempre; e in questa mia Oscurità morrò, senza che alcuno Sappia nemmeno ch'io d'uscirne ardea. - Nulla son io. Se in questo tetto i grandi S'adunano talor, quelli a cui lice Essere avversi ai re; se i lor segreti Saper m'è dato, è perché nulla io sono. Chi pensa a Svarto? chi spiar s'affanna Qual piede a questo limitar si volga? Chi m'odia? chi mi teme? - Oh! se l'ardire Desse gli onor! se non avesse in pria Comandato la sorte! e se l'impero Si contendesse a spade, allor vedreste, Duchi superbi, chi di noi l'avria. Se toccasse all'accorto! A tutti voi Io leggo in cor; ma il mio v'è chiuso. Oh! quanto Stupor vi prenderia, quanto disdegno, Se ci scorgeste mai che un sol desio A voi tutti mi lega, una speranza... D'esservi pari un dì! - D'oro appagarmi Credete voi. L'oro! gittarlo al piede Del suo minor, quello è destin; ma inerme, Umil tender la mano ad afferrarlo, Come il mendico...
|
Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License |