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Alessandro Manzoni Adelchi IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena Seconda. Adelchi, Desiderio.
Figlio, a te, rege qual son io, m'è tolto Esser largo d'onor: farti più grande Nessun mortale il può; ma un premio io tengo Caro alla tua pietà, la gioia e l'alte Lodi d'un padre. Salvator d'un regno, La tua gloria or comincia: altro più largo E agevol campo le si schiude. I dubbi, Ed il timor, che a' miei disegni un giorno Tu frapponevi, ecco, gli ha sciolti il tuo Braccio; ogni scusa il tuo valor ti fura. Dissipator di Francia! io ti saluto Conquistator di Roma: al nobil serto Che non intero mai passò sul capo Di venti re, tu di tua man porrai L'ultima fronda, e la più bella.
A quale Tu vogli impresa, il tuo guerriero, o padre,
E a tanto Acquisto, o figlio, ubbidienza sola Spinger ti può?
Questa è in mia mano; e intera
Della canizie mia, braccio del padre Nella battaglia, e ne' consigli inciampo! Sempre così, sempre fia d'uopo a forza
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