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Alessandro Manzoni Adelchi IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena Settima. Anfrido ferito, portato da due Franchi, e Detti.
UN FRANCO
Il solo Che pugnasse, è costui.
Solo?
IL FRANCO
Gran parte Gettan l'arme, o si danno; in fuga a torme Altri ne van. Lento ritrarsi e solo Costui vedemmo, che alle barde, all'armi, Uom d'alto affar parea: quattro guerrieri Da un drappel ci spiccammo, e a tutta briglia Sull'orme sue, pei campi. Egli inseguito Nulla affrettò della sua fuga; e quando Sopra gli fummo, si rivolse. Arrenditi, Gli gridiamo; ei ne affronta: al più vicino Vibra l'asta, e lo abbatte: la ritira, Prostra il secondo ancor: ma nello stesso Ferir, percosso dalle nostre ei cadde. Quando fu al suol, tese le mani in atto Di supplicante, e ci pregò che, posto Ogni rancor, sull'aste nostre ei fosse Portato lungi dal tumulto, in loco Dove in pace ei si muoia. Invitto sire, Meglio da far quivi non c'era: al prego Ci arrendemmo.
(a Svarto)
Il riconosci?
Anfrido egli è, scudier d'Adelchi.
Tu solo andavi contro a lor?
Ecco un prode.
(ad Anfrido)
Una vita sì degna? e non sapevi Che nostra divenia? che, a noi cedendo, Guerrier restavi e non prigion di Carlo?
Io viver tuo guerrier, quand'io potea Morir quello d'Adelchi? Al ciel diletto È Adelchi, o re. Da questo giorno infame Trarrallo il ciel, lo spero, e ad un migliore Vorrà serbarlo; ma, se mai... rammenta Che, regnante o caduto, è tale Adelchi, Che chi l'offende, il Dio del cielo offende Nella più pura immagin sua. Lo vinci Tu di fortuna e di poter, ma d'alma Nessun mortale: un che si muor tel dice.
(ad Anfrido)
Tu porti Teco la nostra stima. È il re de' Franchi Che ti stringe la man, d'onore in segno, E d'amistà. Nel suol de' prodi, o prode, Il tuo nome vivrà; le franche donne L'udran dal nostro labbro, e il ridiranno Con riverenza e con pietà: riposo Ti pregheran. Fulrado, a questo pio
In lui vedete Un amico del re. Conti, ad Eccardo Incontro andiam: nobil saluto ei merta.
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