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Alessandro Manzoni Il conte di Carmagnola IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena Quarta. Il Conte.
Casa del Conte.
IL CONTE
Profugo, o condottiero. O come il vecchio guerrier nell’ozio i giorni trar, vivendo della gloria passata, in atto sempre di render grazie e di pregar, protetto dal braccio altrui, che un dì potria stancarsi 315 e abbandonarmi; o ritornar sul campo, sentir la vita, salutar di nuovo la mia fortuna, delle trombe al suono destarmi, comandar; questo è il momento che ne decide. Eh! se Venezia in pace 320 riman, degg’io chiuso e celato ancora in questo asilo rimaner, siccome l’omicida nel tempio? E chi d’un regno fece il destin, non potrà farsi il suo? Non troverò tra tanti prenci, in questa 325 divisa Italia, un sol che la corona, onde il vil capo di Filippo splende, ardisca invidiar? che si ricordi ch’io l’acquistai, che dalle man di dieci tiranni io la strappai, ch’io la riposi 330 su quella fronte, ed or null’altro agogno che ritorla all’ingrato, e farne un dono a chi saprà del braccio mio valersi?
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