Edmondo De Amicis: Raccolta di opere
Edmondo De Amicis
Costantinopoli

GALATA

[Cimitero di Galata]

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[Cimitero di Galata]

Era quello che si chiama il cimitero di Galata: un grande bosco di cipressi, che dalla sommità della collina di Pera scende ripidamente fino al Corno d’Oro, ombreggiando una miriade di colonnette di pietra o di marmo, inclinate in tutte le direzioni, e sparse in disordine giù per la china. Alcune di queste colonnette son terminate in forma di turbante rotondo, e serbano traccie di colori e d’iscrizioni; altre son terminate in punta; molte rovesciate; alcune monche, col turbante portato via di netto, e si crede che sian quelle dei giannizzeri, che il Sultano Mahmut volle sfregiare anche dopo la morte. La maggior parte delle fosse sono indicate da un rialzamento di terra in forma di prisma, e da due sassi confitti alle due estremità, sui quali, giusta la superstizione musulmana, devono sedere i due angeli Nekir e Munkir per giudicare l’anima del defunto. Qua e si vedono dei piccoli terrapieni circondati da un muricciolo o da una ringhiera, in mezzo ai quali s’alza una colonnetta sormontata da un grosso turbante, e intorno altre colonnette minori: è un pascià o un gran signore, sepolto in mezzo alle sue donne e ai suoi figliuoli. Dei piccoli sentieri serpeggiano e s’incrociano in mille punti da un’estremità all’altra del bosco; qualche turco fuma la pipa seduto all’ombra; alcuni ragazzi corrono e saltellano in mezzo ai sepolcri; qualche vacca pascola; centinaia di tortore grugano fra i rami dei cipressi; passano gruppi di donne velate; e fra cipresso e cipresso, luccica giù in fondo l’azzurro del Corno d’Oro rigato di bianco dai minareti di Stambul.

 

 


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