Edmondo De Amicis: Raccolta di opere
Edmondo De Amicis
L'idioma gentile

PARTE SECONDA.

È ERRORE? NON È ERRORE?

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È ERRORE? NON È ERRORE?

Queste due domande da quasi mezzo secolo mi suonano così spesso nella mente e all’orecchio che oramai mi paiono di quelle Voci della natura o delle cose che parlano nei cori fantastici dei poemi.

E tu pure, nel corso dei tuoi studi di lingua, e per tutta la vita, rivolgerai migliaia di volte a te stesso quelle domande, e migliaia di volte le rivolgerai ad altri, e altri le rivolgeranno a te; e nella più parte dei casi rimarrete incerti della risposta. – Ecco il gran malanno della lingua italianadicon molti. E sarà davvero, per varie ragioni, un malanno più grave nella nostra che nelle altre lingue; ma non è proprio esclusivamente della nostra: è un poco di tutte. Un illustre scrittore francese, per esempio, ha detto argutamente che non c’è cosa più difficile del trovare tre francesi colti, i quali siano d’accordo nel dire che un loro concittadino parla e scrive correttamente il francese. E pure si considera questa come una delle lingue viventi che hanno maggior fissità e sono più uniformemente parlate nella loro patria.

[248]

Discorriamo dunque del “gran malanno„.

Ma bisogna ch’io mi rifaccia un po’ di lontano.

Leggi, ti prego, la lettera seguente, che fu scritta da un bravo signore a un suo nipote, per indurlo a presentarsi al direttore d’una Banca, a chiedergli riparazione d’un torto che gli avevan fatto nella sua estimazione. Nota che lo scrittore della lettera è un uomo che fece i suoi bravi corsi classici, ed è giustamente stimato una persona colta, a cui sta bene la penna in mano.

Mi domanderai come c’entrino gli affari della Banca nella quistione degli errori di lingua. C’entrano bene e meglio, lo vedrai, se avrai la pazienza di leggere.

 

Caro nipote,

Mi stupisce quello che mi scrivi d’aver inteso dire del signor B. Fu indubbiamente qualche male intenzionato che te lo volle mettere in trista luce, e mi domando con qual fine possa averlo fatto. Sono menzogne che rivoltano. Ignorante? Orgoglioso? Mancante di tatto? Nulla di tutto ciò è vero. Te ne posso star garante, poichè ho l’onore di conoscerlo da tempo; a meno ch’egli sia mutato di bianco in da un mese a questa parte. Non è soltanto, incontestabilmente, un uomo di merito, abilissimo nel suo ufficio, appassionato degli studi finanziari, e che gode della massima considerazione presso tutto il personale della Banca; ma anche uomo d’animo elevato, di cuore sensibile, e in fatto di cortesia, gentiluomo senza eccezione; tanto che è amato, più che beneviso, da quanti l’avvicinano. Mai non conobbi personaggio alto locato più abbordabile; chiunque gli può parlare; anche gente del basso popolo è ricevuta da lui alla prima. Che vada soggetto ad accessi di malumore, che si lasci trasportar qualche volta dalla passione, ne convengo; ma non è detto che alla vivacità del temperamento [249] non possa andar congiunta la delicatezza; e in ogni caso, basta a disarmarlo una buona parola. Deciditi dunque; presèntati a lui senza imbarazzo; raccontagli l’accaduto; mettilo al fatto d’ogni circostanza, senza far nomi; osservagli che fosti tu il provocato, che ti si fece un tiro inqualificabile, tentando d’intaccare il tuo onore, per sbalzarti da una posizione che per te è quistione di pane, e mettere al tuo posto peggio che una nullità, un birbaccione spudorato, cointeressato coi tuoi peggiori nemici. Non ti preoccupare dell’esito: vedrai che prenderà interessamento al caso tuo e che non ti toccherà una delusione. Io gli scrivo oggi stesso, d’altronde, per metterlo prima al corrente della cosa, o per porre i punti sugl’i, caso che già la sapesse. Ti prevengo, peraltro, che non devi pensare di raggiungere il tuo scopo con adulazioni e maniere insinuanti, le quali con lui non fanno effetto di sorta; chè non è di quegli uomini che per vanità transigono con la propria coscienza; e come non si lascia toccare dalle lusinghe, non si lascia imporre dalle minacce. Ma siccome è ragionevole e onesto, nulla di più facile che persuaderlo e cattivarselo dicendogli alla spiccia la verità e aprendogli con effusione il proprio cuore. Se credi che ti possa essere una facilitazione, t’accludo una mia carta di visita per presentartigli. Abbi la compiacenza d’accusarmi subito ricevuta di questa lettera. Non ho bisogno di dirti che per quest’affare o per altro, nella mia pochezza, sono sempre a tua disposizione. In attesa d’una risposta, ti mando una stretta di mano, e tienmi per la vita il tuo affezionatissimo zio

Tal dei tali.

 

È una lettera, riconoscerai, che a novantanove su cento italiani colti parrebbe non scritta male. Ebbene: tra francesismi, neologismi, solecismi, parole e locuzioni non puramente italiane, o per ragioni diverse riprovate dai purissimi, contiene la bellezza di 78 – dico settantottoerrori grossi e piccoli. Su parecchi di questi i [250] purissimi non cadono d’accordo: chi li bolla come errori, chi no. Ma il professore Pataracchi starebbe fermo sul 78, o al più concederebbe che alcuni veri errori non sono; ma mende, nèi, parole brutte, metafore strane, leziosaggini; insomma, modi da sfuggirsi.

Ed ecco presso a poco in qual forma concerebbe, alla lesta, il povero zio.

Mi stupisce. No, “Stupisco„: Stupire è intransitivo. – Indubbiamente, per “indubitatamente„ non ha corso legale. – Intenzionato. Brutta voce, da non usare. – Mettere in trista luce. Una metaforaccia da buttarsi via. – Io mi domando. Falso: “domandare„ e “dire„ non s’usano a modo di riflessivi. – Menzogne che rivoltano. Rivoltareriferito a cose morali, è improprio. – Mancante di tatto, nulla di tutto ciò, ho l’onore di (invece di “mi onoro„), un mazzo di francesismi. – Da tempo (senza dir da quanto) e star garante (per star mallevadore), da bollare. – A meno che (per “eccetto che„), barbaro. – Da un mese a questa parte. Che parte? Che c’entra la parte? Un fregaccio. – Uomo di merito. Merito, usato in questa forma indeterminata, sta male. – Incontestabilmente per “incontrastabilmente„, abilissimo per “valentissimo„, massima per “grandissima„, personale per “gl’impiegati„, da rimandarsi in Gallia. – Appassionato degli studi, improprio. – Considerazione per “stima„, brutta metafora. – Animo elevato, francese, e sensibile, nel senso che qui gli si , francesissimo. Improprio in fatto di cortesia per “in materia di„ o “rispetto a„. È brutto e strano modo senza eccezione per “assolutamente„ e lezioso beneviso per “ben veduto„ e metaforaccia sgarbata e materiale [251] alto locato. – Un brutto paio di francesismi avvicinare una persona per “avvicinarsi a lei„ e abbordabile per “degnevole„ o “accostevole„. – Chiunque per “ciascuno che„ quando serve a un costrutto sospeso, riprovevole. – Riprovevole basso popolo, che non s’usa che in senso spregiativo. – Francese accessi di malumore per “moti, impeti„, francese lasciarsi trasportare da una passione per “lasciarsi sopraffare„, francese ne convengo per “lo riconosco„. – Un frego su insieme al, invece di “insieme con„ che è errore; su delicatezza per “gentilezza„, su disarmare per “far cadere la collera„. – Deciditi per risolvitivia! – Senza imbarazzo? alla spazzatura! Imbarazzo non vuol dire che “gravezza di stomaco„. – L’accaduto! Ma accaduto non è sostantivo, è participio. – Mettere al fatto, per “far sapere?„, mai al mondo. – Brutto circostanza per particolare„. Foggiato sul francese far nomi. Francese inqualificabile per “indegno„. Osservagli per “fagli osservare o notare„, sproposito. Intaccar l’onore, altro sproposito. Posizione per “impiego„, di vil conio francese, e così è quistione di pane e una nullità per “si tratta di pane„ e “uomo da nulla„. E bollo spudorato per “impudente„„ e cointeressato, che è del gergo mercantesco, e delusione per “disinganno„, che non è parola italiana, e interessamento, che è voce ostrogotica, e preoccuparsi per “darsi pensiero„ che è uno svarione, e mettere al corrente, che è mal detto invece di “in corrente„ od “a giorno„. Un altro mucchietto di scorie francesi: d’altronde, mettere i punti sugl’i, ti prevengo per “ti avviso„, far effetto per “commovere, colpire„. Sgarbatissimo raggiungere lo scopo [252] per “ottenerlo„: lo scopo non corre. – Improprio insinuante per “lusinghevole„. – Abbominevole transigere con la coscienza per “patteggiare„. – Ignobile mozzicone di frase imporre per “soverchiare„. E non fanno effetto di sorta! Che ci sta a fare quel sorta? E siccome per “poichè„ qual uomo onesto lo può usare? E toccare per “commovere„ con che faccia si può scrivere? E fare una cosa con effusione? Effusione di che? – È un altro francesismo nulla di più facile, ed è contennendo alla spiccia per “alla lesta„ e non di buona lingua facilitazione per “agevolezza„. – Ti accludo. Oibò! “Ti includoCarta di visita. Eh, via! “Biglietto di visita„. – Abbi la compiacenza. Che roba e? Si dice: “Cortesia, gentilezza„. – Ricevuta non si dice che per danaro: “ricevimento„. – E bellino il francesismo non ho bisogno di dirti per “non occorre, non importa ch’io ti dica„! E quest’altro: sono a tua disposizione per “ai tuoi comandi„! E pochezza per “insufficienza„ è voce non solo brutta, ma falsa. E in attesa è un fiore del gergaccio burocratico. E non è un bel modo una stretta di mano come si direbbe una “stretta d’occhi o di spalle„. Ed ecco il razzo finale: Tienmi per la vita! Perchè vuol che lo tengano per la vita? Ha paura di cascare?

 

*

 

Hai visto che po’ po’ di roba. E i modi bollati nella lettera di quel disgraziato zio non sono che una parte minuscola del numero grandissimo che il professor Pataracchi e altri come lui bollerebbero. Sfoglia i dizionari dei francesismi, i [253] vocabolari dei modi errati, i lessici della corrotta italianità, e altri simili: ci troverai riprovate, per ragioni diverse, un’infinità (ma no, anche infinità è un francesismo), dirò: innumerevoli parole e locuzioni, che si senton dire continuamente da persone colte d’ogni parte d’Italia, (non esclusa la Toscana), e che si trovano a ogni tratto anche in libri di scrittori, i quali hanno tutt’altro che reputazione di barbari. Tu m’interrompi per dirmi: – Ebbene? Tante grazie. È una bella notizia per incoraggiarmi a studiare l’italiano. C’è da darsi al diavolo. Posso dire come Scrupolino, che val meglio studiare il cinese. – Ma no; non per iscoraggiarti dico quello che dico; ma per preservarti da ogni scoraggiamento che ti potesse cogliere andando innanzi nello studio. Voglio dire che se darai retta a tutto quello che dicono i vagliatori e distillatori e lavandai della lingua, che non hanno altro da fare,

e’ ti faranno il capo, ti faranno,
grosso come un cocomero di Prato;

che se, fin da principio, ti vorrai proporre di parlare e di scrivere un italiano assolutamente immacolato, nel modo che lo vorrebbero i Pataracchi, dovrai darti tal cura e durar tanta fatica, che a questo solo si ridurranno i tuoi studi, che starai fermo invece di procedere, e non farai che difenderti in luogo di conquistare. t’incoraggio a barbareggiare con questo, che Dio mi liberi; poichè moltissimi dei modi d’uso corrente, che i puristi condannano, sono di fatto erronei o barbari o brutti, e devi imparare a conoscerli per non usarli, e per conoscerli è bene che tu legga [254] i libri citati, dove sono raccolti. Ma questo lavoro di ripulimento della lingua tu devi farlo a poco a poco, tranquillamente, come un esercizio igienico; non con la furia di mondarti d’ogni impurità tutt’a un tratto, come molti fanno, che è un mettersi a un’impresa disperata. E devi considerare che molti di quei modi sono inevitabili, che che se ne dica, e che dalla lingua italiana non s’estirperanno più, per quanto si faccia; e che sull’erroneità di molti altri non concordano neppure i linguisti più severi; e che questi stessi linguisti severissimi, quando non scrivono o non parlano di lingua, si lasciano scappare dalla bocca o dalla penna una buona parte delle parole e delle locuzioni a cui nei loro codici dànno lo sfratto.

Va’ dunque franco. Non ti costerà gran fatica lo scansare prima di tutto i francesismi, che si riconoscono alla brutta faccia. Tu non hai bisogno di ricorrere ai dizionari per sapere che sono francesismi sformati circostanziare, debuttare, decampare, defezionare, dettagliare, dilazionare, formalizzare, negligentare, rivoluzionare, terrorizzare, e altri errori simili, che suonano nella lingua italiana come le stecche false nel canto. E non ti lascerai scappare dalla penna declinare il proprio nome„, demolire una reputazione„, “fare delle amabilità„, colmare di attenzioni„; e non dirai che in una casa c’è tutto il confortabile, per dire che c’è ogni comodità e ogni agio; che sei andato a Genova o a Milano in una data epoca; che un dato scrittore la importa per bellezza di stile sopra un altro; tanti altri modi dello stesso genere, nei quali è evidente il [255] conio straniero falsificato, e che pure si dànno giornalmente e si accettano come moneta di zecca italiana. Bada per ora che non cadano nella tua lingua le grosse immondizie, e spazza via quelle che ci sono. Poi, avvezzandoti a far pulizia nella casa, diventerai a poco a poco in quel lavoro sempre più accurato e meticoloso, fino a volerla tersa e lucente come uno specchio. Ora devi provveder soprattutto ad ammobiliarla, a mettervi tutto quello che è necessario e utile, e a darle un aspetto generale decoroso, senza star dietro a tutte le minuzie e cercar la perfezione in ogni nonnulla.

Che cos’è questo vocìo? Viene innanzi una folla. Mi par di riconoscervi qualcuno. Senti che gridano essi stessi chi sono, l’un dopo l’altro.

AbbonamentoAbitudineAccattonaggio Aggiotaggio Affarismo AffaristaBallottaggioCanottoCanottiereCarriera (per professione) – Colpo di statoComitato Crisi ministerialeDecorazione (per insegna cavalieresca) – Dimostrazione popolareEsplosioneEsposizioneEvoluzione storicaFavoritismoGiornalismoGenio (per uomo di genio) – L’insieme (per “il tutto„) – Influenza (per influsso) – InterpellanzaIniziativa ManovraMarciaMozione Panico (per timor panico) – Pensione (per retta o dozzina) – Personale d’un’amministrazionePompa (da incendi) – ProclamaProiettile ProgettoProtezionismo ReazioneSolidarietàUomo di spiritoSpecialistaSpionaggioSuccesso InsuccessoInteresse, interessante, interessareNaturalizzare Materializzare SorvegliareSpeculareSubireSensibile [256] Suscettibile IndispensabileNormale Anormale ObbligatorioRefrattarioSeducente – I prodotti dell’industriaLe produzioni teatraliI torbidi di VattelapescaAbbasso i tiranni!...

Ci vorrebbe altro a sentirli tutti. Ma ora gridano tutti insieme. Sentiamoli.

“Noi siamo francesismi, barbarismi, sconce parole, tutto quello che volete. Ma arrestate il nostro corso, se vi riesce, signori Pataracchi e compagnia. Abbiamo preso l’aire e non c’è più freno per tenerci, disse un dei pochi di voi, che hanno vista lunga e senso di discrezione. Avete avuto un bel gridare e scaraventarci addosso tòrsoli e sassi e tenderci funi a traverso la strada: noi siamo andati oltre, e ci siamo sparsi da per tutto; cacciati dalle porte, siamo rientrati per le finestre; dalle bocche dei mal parlanti siamo passati a quelle di chi parla meglio; abbiamo invaso i giornali, i trattati, le leggi, le cattedre, il Parlamento, i vocabolari, le Accademie; e ci siamo e ci resteremo.

Abbasso i Pataracchi!„

 

[257]


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