Edmondo De Amicis: Raccolta di opere
Edmondo De Amicis
L'idioma gentile

PARTE SECONDA.

A CHI LE DICE PEGGIO.

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A CHI LE DICE PEGGIO.

dialogo

fra uno scrittore, un avvocato, un professore di chimica, fisica e matematica, e un cronista di giornale, che stanno desinando in una stanzetta di trattoria.

 

Lo Scrittore (al Professore). – Dov’eravamo rimasti?

Il Professore. Aspetta: lascia che m’orienti un poco.

Scritt. Orièntati. E una.

Prof. – Ne sentirai dell’altre. Caro mio, noi non ci abbiamo nessuna colpa nel fatto che la lingua diventi sempre più scientifica, o per dir meglio, scienziata. Non siamo noi che divulghiamo, portandolo in tutti i campi del pensiero, il nostro linguaggio tecnico, del quale non possiamo far di meno. È il gran pubblico, sono i giornali e la cattiva letteratura che ce lo pigliano....

Scritt. – Già: è effetto del polarizzarsi di tutte le idee verso la scienza.

[277]

Prof. – Hai detto bene. Ma è un fatto, te lo confesso, di cui il nostro amor proprio si compiace. Al vedere che ogni interruzione o lacuna di qualunque cosa diventa una soluzione di continuità, ogni scopo un obbiettivo, ogni caso un fenomeno....

Scritt. – E ogni mescolanza un’amalgama.

Prof. – A sentir parlare di forza centripeta e centrifuga dell’istinto, del dinamismo dei partiti politici, di movimenti rivoluzionari sincroni e sinfoni, e di coefficienti della vittoria e d’esponenti della debolezza del Ministero, e di Parlamenti saturi d’elettricità....

Avvocato. – E di atmosfera d’odio....

Cronista. – E di fenomeni di capillarità psicologici.... Questa l’ho letta io.

Prof. – Forse in una tua cronaca. Ma io n’ho letta una assai meglio. – Di queste consuetudini e sentimenti si forma nella gioventù un precipitato di scetticismo. – Sei battuto. Lasciami finire. A sentire quante quistioni particolari sono una faccia del prisma d’una quistione generale; quanti ordini d’idee sono stratificazioni o substrati d’altri ordini d’idee, e quanti uomini e cose, quantità negative; ma più che altro al vedere quanti concetti non si sanno più esprimere senza ricorrere agli strumenti e agli apparecchi dei nostri Gabinetti, come sarebbe il barometro del malcontento popolare....

Scritt. – Il termometro dell’opinione pubblica.

Cron. Il diapason della moralità nazionale.

Avv. – E il propulsore degli entusiasmi cittadini?

Prof. Benissimo; e la valvola di sicurezza [278] delle passioni.... Al sentir tutto questo, dico, io gonfio di giubilo e d’alterezza....

Scritt. Fino all’ennesima potenza.

Prof. – Lo volevo dire; perchè penso che, andando innanzi per questa strada, verrà tempo che quanti vorranno imparar l’italiano dovranno venire a scuola da noi, a studiar fisica, chimica, matematica, mineralogia, geologia....; i Vocabolari dell’uso saranno i nostri trattati.

Scritt. – E allora tutto si dovrà studiare, fuorchè la letteratura. E non solo le scienze esatte, ma anche le scienze giuridiche. Per esempio: la circostanza attenuante, la cerziorazione, la requisitoria, il verdetto, usciti dalle aule dei tribunali, sono oramai entrati da per tutto. E quante cose si comminano, oltre le pene stabilite dalla legge! E si testimonia affetto, rispetto e riverenza. E non sono più i soliti testimoni che depongono; sono anche i fatti. – Una data circostanza depone in favore d’una tal persona.... – Io mi figuro la Circostanza che giura sul Vangelo di dir tutta la verità....

Avv. – E una Ragione che cammina a suon di tamburo, col facile sulla spalla, te la figuri? È la solita Ragione che milita in favore di qualcuno o di qualcosa. E poi che siamo nel campo militare, a me piace infinitamente la base d’operazione. Un innamorato, per esempio, che va a stare in una villa vicina a quella della sua amata, e ne fa la sua base d’operazione! L’ho letta in un romanzo. Mi piace anche mossa strategica riferito a un atto qualunque di piccola furberia. E una parola che ha una data portata, come un pezzo d’artiglieria....

Scritt. – Io preferisco il linguaggio [279] finanziario, che va prendendo sempre più voga. Ha certe espressioni così nobili! Fare il bilancio, per esempio, delle buone qualità e dei difetti di un amico; dire d’un uomo politico, venuto in auge, o scapitato d’autorità, che le sue azioni si sono alzate o ribassate, o, accennando ai suoi meriti e ai suoi demeriti verso il paese, che ha al suo attivo certe cose e al suo passivo certe altre.... Mi par di vederlo diviso in due colonne, come il registro d’un negoziante.

Avv. – E dove lasciate i verbi, che sono i più bei fiori? Suicidarsi, terrorizzare, ostacolare, impossibilitare, prevenzionare, massacrare, acutizzare.... Si va acutizzando il dissidio in seno alla Commissione del Bilancio, signori!

Scritt. – O signori, e suggestionare?

Avv.Bravo, hai detto il gran verbo, il verbo factotum, che si presta a tutti i servizi. Ora si è suggestionati da una donna, dalla fame, da un libro, da un luogo, dalle circostanze, da tutto. Ho letto in un giornale che un certo fanale di luce elettrica, davanti a un teatro, faceva una réclame suggestionante.

Prof. Suggestionante, impressionante, emozionante, raccapricciante, son tutta roba del vostro magazzino, signori giornalisti.

Cron. – Non mia.

Scritt. – Tu ce n’hai dell’altra. Chi scrisse l’altro giorno nel tuo giornale: – L’uomo di Stato che è stato intervistato –? Sei stato tu, sei stato? Io son restato.

Avv. – Non facciamo quistioni personali. Per me, del resto, nel linguaggio delle cronache trovo bellezze ammirabili. Per esempio: il borsaiolo o l’accoltellatore che, dopo fatto il colpo, [280] s’ecclissa, come un astro, mi pare un traslato dantesco.

Prof. – È uno dei tanti verbi a cui si fa fare un ufficio indegno della nobiltà della nascita, come rivelare, trasfigurare....

Scritt. – Già: si dice che un certo puzzo rivela che il pesce è guasto, che una faccia tinta di carbone è trasfigurata. E sono anche dei credenti nella Rivelazione e nella Trasfigurazione che lo dicono! Questo non è un errore di lingua, è un sacrilegio. E così tutti creano, tutto si crea....

Prof. – Un altro verbo che fa cento mestieri, come organizzare, funzionare, sistemare. Si organizza uno Stato, un ballo, una dimostrazione, una colazione alla romana. E tutto funziona o non funziona: un arcivescovo, una serratura, un’amministrazione, una vite, una legge, un cavatappi, un governo, la molla d’un gibus. E c’è chi parla di sistemarsi in un nuovo quartiere....

Avv. – E perchè no? (accennando con un’occhiata il Cronista). S’è inteso dire poco fa: – Io ho il sistema di prendere il col latte la mattina, come se una colazione fosse una dottrina filosofica....

Cron. Sta’ zitto, tu, che dicesti un giorno in tribunale che il tuo avversario deragliava.

Avv.Deragliai. Ma deragli tu pure dalla buona lingua quando scrivi che s’è verificato un incendio. Che bisogno c’è di verificare che una casa è in fiamme? E quando dici o dite che il Ministero ha conglobato in uno due progetti di legge! Oh giusto! Scrive oggi il tuo direttore che “la conversione del Ministero a sinistra s’accentua„. Doveva anche dirci su quale [281] atto o dichiarazione del Governo cade l’accento, e se è acuto o grave. Ma già ora s’accentua anche una tempesta in mare e la peste nelle Indie.

Scritt. – Ma questa diventa una discussione a base di personalità. Vi richiamo all’ordine.

Prof. – Anche l’a base è diventato moneta corrente. Un discorso a base d’insinuazioni, una letteratura a base di pornografia. Ho letto in un giornale: una rissa fra due erbivendole a base di zoccolate.

Scritt. – È un modo di moda fra gli eleganti, come darsi il lusso di fare una cosa, posare a liberale o ad altro, aver esito negativo, fare una cosa su vasta scala, essere all’ordine del giorno. Gabriele d’Annunzio, per esempio, è all’ordine del giorno...

Cron. – Come un progetto di legge....

Scritt. Associarsi al dolore....

Cron. – Come a un giornale....

Scritt. L’opinione pubblica che si commove, si sdegna, inorridisce.

avv. – Come un’attrice.

Scritt. – Un ministro, uno scienziato che è un valore.

Prof. – Come una cedola del debito pubblico.

Scritt. – Il morale che s’abbatte e si rialza.

avv. e Cron. (a una voce). – Come un misirizzi.

Scritt. – L’avete detto contemporaneamente. Notate anche quest’avverbio, che abbraccia la durata della vita d’un uomo, e s’usa per dire che due persone si voltano indietro nello stesso punto. Ma dimenticavo le due più ammirabili. S’annunzia che s’è fatta non so dove una strage [282] di poveri israeliti: la notizia merita conferma. Assassini! E una regione che è teatro d’un’inondazione! Bella rappresentazione!

Cron. – Qualche volta la notizia è meno esatta.

Prof. – Già: un bel modo delicato di dire che è una pastocchia. Così, per consolare i poveri disperati, si chiamano cortesemente i meno abbienti.

Avv.  – Ma queste son miserie! Volete ch’io vi dica la più preziosa di tutte? La lessi l’altro giorno. Si riferisce a un fatto doloroso. Ma si riesce a far ridere di tutto. Un suicidio al sublimato corrosivo.

Prof. Impossibile. È di tuo conio.

Avv. – Ti porterò il giornale.

Prof. Nati di cani! Come si dice il risotto al pomodoro!

Scritt. – E se passassimo ai sostantivi? Riguardo a questi, quello che c’è di più curioso per me è l’uso che prevale di adoperarli a sproposito, e che deriva da una tendenza generale, morbosa, a esagerare ogni cosa. Nove volte su dieci, anche in discorsi e in proclami ufficiali, si dice orgoglio, che è un vizio, per dire alterezza, che è un sentimento nobile, e orgoglioso invece d’altero. Le parole alterezza e altero pare che vadano cadendo in disuso. Così non più dignità, ma fierezza. E si dice l’incarico di scopare come l’incarico di rispondere al discorso della Corona; aver la missione di far l’operazione del catasto in una provincia, come la missione di convertire un popolo al Cristianesimo; l’apostolato della cultura delle barbabietole; il còmpito, che era un lavoro d’ago o di maglia, o un lavoro assegnato agli scolaretti....

[283]

Avv. – Il còmpito d’unificare la Germania.... fu il lavoro di scuola del Bismark.

Scritt. Far l’apoteosi del formaggio di Gorgonzola....

Prof.È il parossismo dell’iperbole. Dove lasci gl’ismi? Fra cinquant’anni ci saranno nella lingua tanti ismi che si farà rima ogni dieci parole. Andiamo, io lancio il primo: il nervosismo delle nuove generazioni.....

Avv. – Il rigorismo del Fisco...

Cron. – Il confusionismo dei partiti....

Scritt. – Il parallelismo delle situazioni. Ma parossismo è l’ismo prediletto. Si serve in tutte le salse. C’è persino chi ama i maccheroni fino al parossismo. E anche coi sostantivi in à non si scherza. Se ne fa un tale scialacquo, che a sentir certi discorsi, par che l’oratore picchi delle martellate in un muro....

Avv.Garibaldi è una grande individualità.

Scritt. – Il Tolstoi una celebrità, una sommità....

Cron. – Il dottor Carle una specialità.

Prof. – E ha molte notabilità l’Università della nostra città.

Avv. – Che è posta in una bella località.

Prof. – In una delle principali arterie di Torino, poichè ora si chiamano arterie le strade grandi, e non so perchè non si chiamino vene le strade minori....

Scritt. – Oh bravo! Poichè hai portato la nota anatomica, ricordiamo il linguaggio medico. Ce n’è una che vale per cento: l’idiosincrasia. Le declamazioni d’una liberale e civile idiosincrasia. C’è chi ne va matto. Ma anche il portar la nota è una perla. Ora si porta la nota amena in un [284] banchetto, la nota patriottica in un’assemblea, la nota trista in una conversazione. Di uno che ammazzò il rivale in un ballo disse ieri l’altro un giornale: che vi portò la nota tragica. La grazia di quella nota! E a proposito: tragedia, un’altra parola che ha fortuna. Non ci son più delitti volgari: son tutte tragedie e drammi. (Al Cronista): Ma questa è una vostra industria letteraria per far comprare il giornale.

Cron. Manco a dirlo.

Scritt. – L’hai detta finalmente! Mi maravigliavo che non ti fosse ancora scappata. O dove l’avete scovato codesto manco a dirlo odiosissimo che inciampiamo a ogni passo?

Cron. – O come vuoi ch’io lo sappia? Chi è imbevuto di letteratura classica, non può dire da che classico abbia preso questo o quel modo. Da Dante, forse.

Scritt. – Avete preso da Dante anche la piattaforma elettorale?

Prof. – In questo hai torto. Piattaforma è una parola che mi piace: larga, solida, maestosa. Come superfetazione, che mi piace anche di più, per la sua gentilezza. Quando sento dire che un tal progetto di legge non è che una superfetazione d’un altro, presentato da un altro Ministero, vado in solluchero. Mi par così poetica l’immagine di quei due feti!

Scritt. – Ciascuno ha i suoi gusti. Io ho il gusto degli aggettivi nuovi, semplici e partecipati, dei quali faccio uno studio particolare. Ce n’è di deliziosi, come ora si dice. Per esempio: sensazionale; schiacciante, riferito a un argomento; toccante: un oratore toccante: mi par di vederlo suonar la chitarra. E scollacciato, d’un romanzo! [285] L’immagine di quel sostantivo mascolino col seno troppo scoperto, m’affascina. E così macabro è uno dei miei amori. Si scopre il cadavere d’una povera bimba strozzata: – scoperta macabra. – Com’è a proposito l’immagine d’una danza, che desta quell’aggettivo! E calza bene anche l’aggettivo drammatico che accoppia all’idea d’un assassinio quella d’un’opera d’immaginazione dilettevole! E imponente detto ad un modo d’una signora d’alta statura e d’un grande incendio! E l’innocenza completa, come un tranvai! E la commedia movimentata! E il partito politico compatto, come il legno del sorbo! Elettori, andate alle urne compatti!

Avv.Camminerebbero un po’ impacciati.

Scritt. Dovresti dire marcerebbero. Marciano anche gli avvenimenti. Più curiosa è la voga che hanno preso cert’altri aggettivi in un nuovo significato, come grandioso, che è dei più abusati. In questi giorni, per esempio, in un manifesto d’un’associazione è chiamato grandioso l’avvenimento dell’andata del re d’Italia a Parigi, e hanno creduto di dire, non qualche cosa di meno, ma di più che grande; perchè grande, oramai, è un aggettivo scaduto. Ora non basta più dire che un attore è grande in una data parte: si dice che è immenso. Anche famoso si dice a tutto pasto. Una buona salsa? Famosa. Un potente schiaffo? Famoso. Una sbornia maiuscola? Famosa. Questo vino, per esempio, è bonino; ma non così famoso come a voi pare.

Prof. – E superbo? E magnifico? E splendido?

Avv. – Un magnifico paio di scarpe....

Cron. – Che calzano magnificamente.

Scritt. – Anzi, divinamente! Ma splendido è [286] l’aggettivo re del tempo che corre. Splendido un par di calzoni, un viale, un artista, un programma politico, un risotto. È diventato un aggettivo irresistibile. Sapete che il Guerrini, per combatterne l’abuso, tenne una volta una conferenza satirica a un uditorio d’amici? Tutti ne furono persuasi; ma quando egli ebbe finito, e domandò un giudizio sul suo discorso, risposero tutti a una voce: – Splendido! – Non c’è forza che valga più a sradicarlo. Come fanatico. Che c’entra la superstizione religiosa? Ora si è fanatici di tutto quello che piace: d’una grande idea umanitaria come d’un bel servizio da tavola, della Divina Commedia come delle triglie alla livornese.

Avv. – Ben detto, ben definito, come dice Azzeccagarbugli.

Prof. Stupendamente bene!

Cron. – Hai il nostro plauso.

Scritt. – Non mi basta. Voglio un’ovazione. Oggi si fa a tutti e per ogni cosa. Ma non ho finito. Il discorso che ho fatto sugli aggettivi non è esauriente. Quello che è più strano nell’uso invadente, a mio parere, è l’accompagnamento degli aggettivi coi sostantivi, nel quale non si riconosce più alcuna legge di convenienza di logica, mettendo fra gli uni e gli altri dei legami forzati, repugnanti al buon gusto e al buon senso. Basterà che vi citi un esempio per suggerirvene altri cento. Possiamo fare una gara.

Cron. – Si dice record.

Scritt. – Fu un lapsus, perdonami. Un pregiudizio riguardo a una quistione d’ordinamento delle strade ferrate si chiama pregiudizio ferroviario. Non lo vedete correre sulle rotaie?

Avv. – Lo vedo. Animo. La gara è aperta. I [287] disinganni dei proprietari nel raccolto dell’uva: – delusioni vinicole.

Prof. Ansietà agrarie.

Cron. Ravvedimenti costituzionali.

Avv.Un monumento operaio! Quello eretto dagli operai cattolici a Leone XIII. Questa è delle meglio, mi pare.

Scritt. Fermi ! Vinco la gara io. Vi porterò il documento in prova. Il titolo d’un articolo sui miliardai americani che vanno in automobile. Indovinate! Cedo il premio a chi indovina.

Cron. Tempo perso. Favella.

Scritt. Motorismo miliardario!

Avv.Splendido.

Prof. Grandioso.

Cron. Famoso. L’ho scritto io!

Scritt. – Allora il premio è tuo. Tu sei immenso. La gara è chiusa.

Avv. – Se ne può aprire un’altra.

Scritt. Immediatamente. Quella delle locuzioni frequentissime, delle quali dovrebbe bastar la ragione, il semplice buon senso a far avvertire l’erroneità e il ridicolo, perchè contengono una contraddizione di termini manifesta, o di idee, che non possono stare insieme. Il tipo di queste locuzioni è la famosa sentenza del Prudhomme: – Il carro dello Stato naviga sopra un vulcano. – Come si fa a dire che una data Amministrazione o un Istituto è una baracca che cammina male? Che il tal ministro ha esorbitato dalla linea retta? Un’orbita rettilinea! E suscitare un’impressione, che è come dire: sollevare una cosa in giù? Ed è scoppiato un attrito? Avanti, signori!

Avv.Vediamo. Abbracciare una carriera.

[288]

Scritt. – È un bell’amplesso!

Prof. – Farsi una posizione.

Avv. – È un bel fare. Ve ne dico una della nostra fabbrica. Gli elementi che vanno in esilio. “Da questo scritto, considerato a mente serena, esulano gli elementi della minaccia e dell’ingiuria.„

Scritt. Buona; ma non di prim’ordine. È meglio, e si sente ogni momento: – M’è accaduto un aneddoto.

Prof. – Come chi dicesse: m’è accaduto un racconto. Ma val di più questa: – Una voce amica che addita la via del dovere. – Una voce con le dita. Trovami l’uguale.

Avv.Non è possibile che si possa trovare, lo riconosco.

Scritt. Bella anche questa, e comunissima; ma non è premiabile. Ci avrei un esempio del verbo trattare, in vece del semplice essere, arcifrequente. L’ho letto in una cronaca di giornale (al cronista) non tua. A un tale par di vedere un uomo travolto dalle acque d’un fiume; si butta giù per salvarlo; ma riconoscendo che si trattava d’un cane....

Cron. – Ti darei quasi la palma.

Prof. – La palma è mia. Ve ne do una freschissima. – Con quest’atto il Governo ha ribadito la corrente della sfiducia pubblica....

Avv. e Scritt. – La gara è chiusa!

Scritt. – Sì! Ribadire una corrente è senza dubbio la più maravigliosa di tutte.

Cron. – Un momento. Ammettetene ancor una al concorso. Son sicuro di vincere. Attenti bene. Il teatro era completamente vuoto!

Gli altri tre insieme, con una risata: Tombola!

[289]

Scritt. – Facciamo un brindisi al vincitore!

Cron. – Voi mi emozionate. Fate troppo onore a una quantità trascurabile come son io. (Allo scrittore): Ma, barbaro, non si dice: facciamo un brindisi; si dice brindiamo. E poi...

Gli altri tre. – E poi?

Cron. Perchè bere alla mia salute? È superfluo. Io sto magnificamente. Beviamo invece alla salute della lingua italiana, che, poveretta, per colpa un po’ di tutti, sta male assai.

Gli altri tre. Evviva!

Cron. – Non si grida più evviva. Si grida: – Hoch! – È più di moda, e poi.... non è italiano.

Tutti insieme, alzando i bicchieri: – Hoch! Hoch! Hoch!

Un cameriere (tra , passando nel corridoio:) – Che siano artisti del Circo equestre?

 

[290]


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