Edmondo De Amicis: Raccolta di opere
Edmondo De Amicis
Amore e ginnastica

11

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

[11]

    Pentito e scorato. Gli balenò ancora una speranza, quando entrò nella sua camera, nell'atto che accendeva la candela sul comodino. Chi sa! Forse essa gli aveva scritto quel giorno, e la lettera sarebbe arrivata la mattina dopo. Poteva ben presagire che lettera, purtroppo; ma, qualunque fosse, gli sarebbe parsa meno dura di quella indifferenza muta che lo schiacciava. Con questo pensiero si svestì, tendendo l'orecchio; poiché la sua camera era sotto a quella della Pedani, e non c'essendo che un solaio leggiero, egli sentiva tutti i più piccoli rumori. Ma subito non sentì nulla: essa doveva essere al tavolino a studiare. Gli venne un sospetto allora, e con questo una nuova speranza: aveva forse fatto male a non esprimere nettamente nella sua dichiarazione il proposito del matrimonio: lei aveva forse creduto ch'egli non le chiedesse che una corrispondenza d'amore. Quale errore aveva commesso!... Eppure la lettera gli pareva così chiara!... Dio grande, quanto era bella! Non l'aveva mai vista bene come quella sera, seduta col busto eretto come un'imperatrice sul trono, con quell'ampio petto fremente di vita, sul quale egli avrebbe rotolato il capo a costo di bruciarselo come in un braciere. La luce della grande lampada dava alla sua carnagione un tale splendore di gioventù, da far pensare che si dovesse ringiovanir d'un anno a ogni bacio che vi si stampasse. Egli aveva osservato sulla tavola la sua mano un po' ingrossata dagli esercizi ginnastici, ma lunga e bella, piena di forza e di grazia, e vi si sarebbe gettato su come un avoltoio sopra una tortora. Ah no, certo, egli non le piaceva; doveva essere una ben altra forma d'uomo l'ideale di lei! Eppure si sentiva dentro la piena della passione che colma tutti i vuoti, che eguaglia tutte le differenze, e sfida ogni paragone. Il cervello gli bruciava come una girandola accesa. Al primo rumore che sentì di sopra, balzò a sedere sul letto e fissò gli occhi infiammati al soffitto, trattenendo il respiro. Mai quei rumori gli avevano agitato il sangue come quella sera. Egli li conosceva tutti, e seguitava con essi tutti i movimenti di lei. Rimuove la seggiola, gira per la camera buttando i qua e , apre e chiude l'armadio, mette il candeliere sul tavolino da notte, lascia cadere uno stivaletto, un altro... Ah! miseria della vita! Era proprio quello il momento in cui il povero don Celzani sentiva più forte il rancore contro la natura, che pareva lo avesse scolpito apposta per il ministero ecclesiastico, e avrebbe dato venti anni di vita per cambiar viso. Ma poi, poco a poco, col prolungarsi della veglia, l'esasperazione dei desideri si stancava e si raddolciva in un sentimento di tristezza affettuosa ed umile, durante il quale, abbandonando la persona adorata, egli si contentava con la fantasia degli oggetti di lei, che aveva sentiti cadere a uno a uno; e gli pareva che gli sarebbe bastato di aver quelli, di palparli, baciarli, addentarli, per uno sfogo. E non dormì quasi quella notte, e si svegliò prima dell'alba, per aspettare il rumore solito, che gli soleva ridestare tutta la violenza dei desideri acquietati dalla stanchezza. E in fatti, all'ora precisa in cui la Pedani soleva saltar giù, egli sentì il tonfo dei piedi nudi sull'impiantito, che lo scosse tutto; sentì il fruscio usato ch'ella faceva per vestirsi, poi il rumor sordo dei manubri tirati di sotto al letto; poiché ogni giorno, appena levata, faceva un po' d'esercizio. E quell'ultima immagine di quelle braccia gagliarde che scattavan nell'aria sopra il suo capo, gli diede finalmente l'impulso a una risoluzione ardita. Voleva abbreviare il martirio dell'incertezza, aspettarla all'uscita delle otto e mezzo, e domandarle una risposta.
    L'aspettò, infatti, e, per sua fortuna, essa scese sola. Egli le andò incontro, la salutò e le domandò con voce tremante: - Non ha nulla da dirmi?
    La maestra rispose, tranquilla: - Sì, una cosa sola. Ho da ringraziarla dei suoi buoni sentimenti.
    - Null'altro?
    - No, signor segretario; - rispose essa con garbo, null'altro.
    E discese.


«»

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA2) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2010. Content in this page is licensed under a Creative Commons License