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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
[16]
Ma anche quella disputa crebbe fuoco
al suo amore. Eran dunque tutti d'accordo per calunniarla e per
contrastargliela; lo zio, il maestro, sua moglie, il direttore, la Zibelli,
mentivano tutti; ebbene, e lui l'avrebbe amata a dispetto di tutti. E l'amava
più che mai, di fatti, trovando anzi nella severa eguaglianza della sua
condotta verso di lui e perfino in ogni suo atteggiamento o movenza nuova
ch'egli scoprisse, una riprova dell'onestà della sua vita. Un altro eccitamento
gli s'aggiunse. Avendo dei muratori, che rifacevan l'ammattonato del
pianerottolo, disteso un'asse sulla parte smossa per servir di ponte
agl'inquilini, era per lui una vera voluttà, uscendo di casa a tempo, veder
passare su quell'asse la Pedani, e misurar l'incurvatura del legno sotto il suo
passo, la quale gli dava, in certo modo, la sensazione indiretta e pure
dolcissima del suo peso. E una mattina gli toccò una gran fortuna. L'asse era
stata buttata da parte: egli uscì in tempo dall'uscio per rimetterla al posto
mentre la maestra stava per passare, e lo fece con un atto violento per far
vedere la sua forza. Ella non ne approfittò, superando il passo d'un salto, ma,
nel saltare strisciò col vestito la sua faccia china, producendogli l'effetto
d'una sferzata voluttuosa, e lo ringraziò con un sorriso, che lo rese felice
per più giorni. Fu una realtà o un'illusione? Dopo quel giorno, egli credette
di veder nei suoi occhi qualche cosa di nuovo, un barlume di benevolenza, che
gli parve il principio di un mutamento durevole; e cominciò a scrutar quel viso
con ardore insolito, come un astronomo la faccia del sole, ora accertandosi,
ora dubitando, tanto il mutamento era leggero. Poteva arrischiarsi a far la sua
domanda? Era troppo presto? Ma che altro incoraggiamento c'era da sperare?
Gli venne allora in aiuto l'ingegner Ginoni con un'idea
luminosa. Incontrandolo una sera in via San Francesco: Segretario amato, - gli
disse, - se lei è un uomo fino, deve fare una cosa. C'è nelle vetrine del Berry
una fotografia del barone Maignolt, quello che vinse a piedi, da Parigi a
Versailles, un velocipedista famoso. La signora Pedani è grande ammiratrice del
barone. Lei dovrebbe andar a prendere il ritratto e portarglielo. Che ne dice?
Vedrà che farà colpo. Ma badi: non basta regalar le fotografie; bisogna emulare
i fotografati. Faccia una corsa di resistenza da Torino a Moncalieri, e che ne
parli la «Gazzetta del popolo»: avrà fatto di più che con dieci anni di
sospiri.
Don Celzani non disse né sì né no; ma la sera aveva già
comprato e rimesso la fotografia alla donna di servizio delle maestre. Egli
sperava ben poca cosa da quell'atto. Nondimeno, aspettò la mattina dopo la
Pedani, non foss'altro che per ricevere un freddo ringraziamento. Essa
discendeva con la Zibelli. Questa, vedendo lui, tirò dritto senza salutare. La
Pedani si fermò, e gli disse con vivacità insolita, facendogli il più bel
sorriso ch'ei le avesse mai visto: - Ah! signor segretario. com'è stato
gentile! Come ha fatto a indovinare il mio desiderio?
Don Celzani gongolò.
E la maestra gli disse ancora allegramente,
andandosene: Non so come sdebitarmi. Mi comandi, se la posso servire in qualche
cosa.
Ah! barbara! Ma don Celzani andò al terzo cielo, è,
beato, allucinato, parendogli d'aver fatto un passo gigantesco, giudicò venuto
il buon momento. Zio o non zio, informazioni o non informazioni, egli non ci
poteva più reggere, doveva far la sua domanda formale al più presto, fin che il
ferro era caldo. Solamente era in dubbio se la dovesse fare a voce o per
iscritto, e tenne in sospeso la decisione. Frattanto, si mise a elaborare con
profonda cura la formola, di cui si sarebbe servito nei due casi... Ma mentre
la stava elaborando, fu prevenuto.