Edmondo De Amicis: Raccolta di opere
Edmondo De Amicis
Amore e ginnastica

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    E questo avvenne più agevolmente per effetto d'una nuova dichiarazione di guerra della maestra Zibelli, che lasciava da capo uscir sola la sua amica. Era seguito questo lepido caso: che le due amiche essendosi incontrate, per la prima volta tutte due insieme, in piazza Solferino, col maestro biondo della Generala, il quale le aveva fermate, s'era dopo poche parole chiarito l'equivoco, che quegli aveva fino allora scambiato la Zibelli con la Pedani, conosciuta da lui soltanto di fama e ammirata per i suoi articoli, e la Zibelli aveva visto rivolgere immediatamente all'altra, ma raddoppiati, gli ossequi e l'ammirazione di cui era stata essa prima l'oggetto. Messa sottosopra da questa scoperta, dopo aver passato dei giorni orribili, astiando l'amica dalla mattina alla sera, s'era data con grande ardore alla religione, andava in chiesa ogni mattina, aveva stretto amicizia con le signore divote del primo piano, messo un velo nero sul viso, voluto far di magro il venerdì e il sabato, e dedicato tutti i suoi ritagli di tempo a libri ascetici, che leggeva forte anche di notte. Con questo si rincrudì pure in quei giorni, a cagione d'un avvenimento straordinario, la gelosia ch'essa cominciava a sentire da un po' di tempo dei trionfi ginnastico-letterari della sua amica. Era allora a Torino il ministro dell'istruzione pubblica, Guido Baccelli. Egli capitò una mattina inaspettato, col sindaco e con l'assessore, seguito da un folto corteo, alla scuola Margherita, mentre la Pedani faceva la lezione di ginnastica. Un'altra avrebbe perso la bussola. Essa non si turbò e, schierate tutte le sue allieve, fece eseguire i passi ritmici con una tal varietà, precisione e vigorìa di comandi, che, un po' per questo e un po' per effetto della sua bella persona, il ministro le prodigò i più caldi elogi, intavolando con lei una conversazione su metodi ginnastici inglesi, della quale uscì anche più ammirato che degli esercizi. Il fatto fu riferito dai giornali, che stamparono il suo nome, e fu una gloria. E non ne ingelosì soltanto la Zibelli: il maestro Fassi andò in bestia. In quei giorni appunto la Pedani era anche stata nominata maestra di ginnastica delle monache Vincenzine del Cottolengo. Una così inaudita di fortune cominciava a non esser più comportabile, né si poteva spiegare che con qualche protezione segreta. Ora il maestro si ficcò in capo che chi le faceva aver tutti quei favori fosse il commendator Celzani, per sollecitazione del nipote. E non poté trattenersi dal fare uno sfogo con costui.
    - E una vergogna, - gli disse un giorno senza preamboli, che mentre ci sono dei professori di ginnastica che sudano da vent'anni agli studi senza aver mai potuto ottenere un favore, e neppure il compenso della notorietà, ci sia chi si fa largo e ottiene tutti gli onori per la sola virtù della gonnella. È un mercimonio schifoso, che denunzierò per le stampe.
    Il segretario finse di non capire. Ma quella finzione non fece che riaffermare il maestro nella sua idea, tanto che, pur conservando per interesse un'apparenza d'amicizia con la Pedani, egli tolse a lui il saluto, e sua moglie fece lo stesso. E così eran già tre, che, per causa della maestra, gli avevan dichiarato la guerra.


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