IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText | Cerca |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
[24]
L'ingegner Ginoni, che seguitava con
occhio curioso ed accorto questo crescit eundo, incontrata una mattina
la maestra Pedani nel cortile, si fermò a cinque passi davanti a lei, e le fece
scherzosamente un atto minaccioso con la canna. Poi s'avvicinò, e tradusse
l'atto in parole: - Ah! spietata signorina! Ma non sa lei che il povero don
Celzani si va perdendo per cagion sua?
La maestra non capì.
- Ma positivamente, - continuò l'ingegnere, - egli va
perdendo la cuccuma. - E disse quello che aveva inteso dal commendatore. Da un
po' di tempo la segreteria non camminava più, l'amministrazione andava a rotta
di collo, gl'inquilini dell'altra casa di Vanchiglia eran venuti a far il
diavolo col padrone perché non ricevevan più risposta ai loro richiami, il
bravo segretario s'era fatto multare due volte per aver tardato a pagar le
tasse di registro. - Ecco soggiunse - a che cosa conduce la ginnastica! Ecco i
funesti effetti dell'esercizio del sistema muscolare sulle funzioni del
cervello! - Ancora tre giorni addietro il povero don Celzani s'era lasciato
infinocchiare miseramente nella vendita di ottocento miriagrammi di fascine e
di legna dei poderi dello zio, facendo uno sbaglio d'addizione che costava al
commendatore cento dodici lire e settantacinque centesimi. Il commendatore gli
aveva fatto un partaccione, era fuori dei gangheri. Se don Celzani glie ne
faceva ancor una, egli aveva deciso di dispensarlo ipso facto dai suoi
servizi, e di mandarlo a spasimare in casa d'un altro. E lei fredda di cor
vulneratrice, aveva il coraggio di rovinare in quella maniera un povero
galantuomo!
La Pedani non sorrise: la cosa le rincresceva davvero.
E lo disse, fissando gli occhi a terra, come assorta in un pensiero: - Mi
rincresce. - Poi soggiunse: - Io non ci ho nessuna colpa, però.
- Questo è il male! - rispose l'ingegnere, ridendo.
Perché, se ci avesse colpa, sarebbe obbligata a riparare. E allora... veda un
po', quanti beni! Il segretario non perderebbe la testa, il commendatore non
perderebbe il segretario... Povero segretario! Un cuor d'oro, in fondo, un uomo
onesto, la miglior pasta di abatino fuorviato che Dio abbia messo in terra.
Solamente ha la disgrazia di aspirare... alla perfezione delle linee, e la
perfezione, si sa, non la raggiungono che i privilegiati. - Qui diede in una
risata. - Ah! che prodigio! Dire che lei ha mandato don Celzani alla cavallina!
La maestra pensava.
- Basta - soggiunse il Ginoni - purché dal salto della cavallina
non passi a quello del ponte di Po!
- Oh, signor ingegnere! - disse la Pedani con un
sorriso; ma non senza inquietudine. - Il signor Celzani non è uomo da far di
queste cose.
- Eh, signorina, - rispose il Ginoni, - l'uomo anche
più mite e più ragionevole del mondo, per sé stesso, è come dell'acqua in un
bicchiere: che trabocchi o no, dipende dal grado di forza della polvere
effervescente che ci mette dentro la passione.
Detto questo, la salutò, e quella s'avviò per le scale,
pensierosa.