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ATTO PRIMO
SCENA DECIMA Eugenio, travestito da scopatore porta 300 lire, tutti i scopatori, e detti.
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Eugenio, travestito da scopatore porta 300 lire, tutti i scopatori, e detti.
ANDREA (con la scopa seguito dagli altri con le scope): Simme leste.
TOTONNO (gridando): Evviva lo Sinneco!
ERRICO: Dinto non nce sta nisciuno cchiù?
PULCINELLA: Nce sta sulo della Cecchiarella de ziema, jate a vedé.
ERRICO (alle due guardie): A buje, venite co me. (Via con le due guardie nella porta a sinistra.)
PULCINELLA (a Eugenio): Scappate, non perdite tiempo.
EUGENIO: Grazie, grazie. Tiene, chesto è tutto dello che tengo (gli da le 300 lire). Te raccommanno della povera sora mia. (Fugge pel fondo a destra.)
PULCINELLA (guarda le carte): Una, doje, tre... tre carte da ciente lire!... Treciento lire pe no cazone! Ah! Frate mio puozz’essere beneditto! A vuje guagliù: Inno dei scopatori. (Si mettono tutti infila alla ribalda, Pulcinella in mezzo, e cantano con le scope sulle spalle, mentre cantano escono Errico e le guardie.)
Che vuole la nettezza
(Tutti cessano un poco indietro, e escono Errico e le due guardie, passano avanti ai scopatori guardando gli stessi e viano pel fondo.)
Però, si non nce avanza. Si non nce dà na ionta...
Almeno che sta panza
E po’ comme se fa?
(Tutti si voltano al pubblico per andare via.)