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ANGIOLINA: Neh, che so’ sti strille? (Liborio freme per la rabbia.)
MARIETTA: Che saccio, papà ha fatto l’uocchie de pazzo.
ANGIOLINA: E perché?
MARIETTA: Me vò purtà ncampagna a me sola, a vuje non ve vò portà.
ANGIOLINA: Uh! E pecché non me vuò purtà?
LIBORIO: Perché non siete più degna di venire con me, perché non siete più degna di portare il mio nome.
ANGIOLINA (tragica): Signore spiegatevi!
LIBORIO: Ah! Volete una spiegazione? (A Marietta:) Vattenne dinto tu.
MARIETTA: Ma...
LIBORIO: Vattenne dinto, t’aggio ditto! (Grida.)
LIBORIO (passeggia rabbioso poi si appoggia alla spalliera di una sedia): Volete una spiegazione dopo tutto quello che mi avete fatto, volete una spiegazione dopo di avermi coperto di dissonore e di obbrobrio! Io esco da questa casa per non ritornarci mai più, voi resterete sola, libera e potete fare tutto quello che vi pare e piace ma per poco, sì, per poco! Mia figlia non ha voluto venire con me col buono, ma ci verrà colla forza. Io per voi non esisto più, per voi Liborio è morto! (L’afferra per le mani.) Io vi guardo, vi fisso negli occhi e in voi non veggo più Angiolina., non veggio più mia moglie...
LIBORIO: Chi vedo?... Margherita Gouttier!!!...
ANGIOLINA (con grido): Ah! No! Io non sono Gouttier, ma sono Lucrezia la madre dei Gracchi! (Cade svenuta su di una sedia.)