Eduardo Scarpetta
Amore e polenta

ATTO TERZO

SCENA SETTIMA   Felice con paglia rotta e Procopio, poi Ignazio, indi Alonzo, Rita, Mimě e Papele.

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SCENA SETTIMA

 

Felice con paglia rotta e Procopio, poi Ignazio, indi Alonzo, Rita, Mimì e Papele.

 

PROCOPIO: Scusate, signore, voi v’intromettete in una casa sconosciuta, così senza bussare il campanello. Chesta me pare na scrianzatezza!

FELICE: Prima di tutto io ho trovato la porta aperta e poi io venivo per una ragione che non mi faceva ragionare, chiamatemi scostumato, chiamatemi lazzarone, quello che volete voi, basta che mi date quello che mi serve.

PROCOPIO: Basta ca ve dongo chello ca ve serve? Ma voi chi siete? Scusate...

FELICE: Sono un povero uomo, sono un disperato, che non mi posso ritirare a casa se non mi date quello che tiene vostra moglie.

PROCOPIO: Quello che tiene vostra moglie? Mio signò, parlate come si deve, si no ve faccio stare a dovere.

FELICE: Non prendete equivoci. Dovete sapere che io in poche parole ho bisogno per fatti miei di una paglia come questa, non l’ho potuta trovare; una modista m’ha detto che essendo una paglia di Firenze non la posso avere subito, e siccome a me mi serve per oggi, pagherei qualunque somma per averla. Questa modista m’ha detto che se volevo la paglia tale e quale dovevo venire qui da voi, perché solo vostra moglie la tiene. Signore, per carità, dite a vostra moglie che me la desse, io le qualunque cosa, da lei dipende de non farme passà nu guaio!

PROCOPIO: Caro signore, dovete sapere che la paglia come questa è vero che la tiene mia moglie, ma c’è una sola difficoltà, essa è uscita e ancora s’ha da ritirà.

FELICE: Ancora si deve ritirare? E dov’è andata?

PROCOPIO: (E chest’è chello che non saccio!). M’è andata a comprà cierte barrettine!

FELICE: E quanno torna?

PROCOPIO: (E io che ne saccio!). Se volete aspettarla...

FELICE: Commaspetto? (Io tengo a chille abbascio e si trico assaje...) Signore, per carità, ditemi dove sta vostra moglie?

PROCOPIO: Io nun lo saccio... (Vuje vedite a me che me succede!) Sapete che volete fare? Per non perdere tempo, la stessa paglia come quella di mia moglie la tiene la zia D.a Angelica Montagna, abita Riviera di Chiaia N. 64, chell’è ricchissima, è capace che ve la pure pe senza niente!

FELICE: D.a Angelica?

PROCOPIO: Montagna.

FELICE: Riviera di Chiaia?

PROCOPIO: 64.

FELICE: E tiene la paglia?

PROCOPIO: Tale e quale...

FELICE: Comm’a chella...

PROCOPIO: Di mia moglie!

FELICE: Permettete. (Via pel fondo poi fuori di nuovo.)

PROCOPIO: Chisto ha da essere quacche pazzo! (Chiamando:) Gnà?

IGNAZIO: Signò, nce simmo?

PROCOPIO: Jamme a mangià. (S’avviano per la strada.) (Escono i 4 con i tovaglioli annodati alla gola.) Chi è? Mariuole! mariuole!

IGNAZIO: Mamma mia li mariuole! (Cade vicino al tavolino, lo afferra e rotola pel palcoscenico.)

I 4: Mariuole! mariuole! (Gridando girano pel palcoscenico.)

FELICE (uscendo urta nel tavolino e cade su Ignazio): N’ommo ccà nterra! l’hanno acciso! Oh! jammo ngalera! (Nella confusione cala la tela.)

 

(Cala la tela.)

 

Fine dell’atto terzo

 

 


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