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Elena, Procopio, Cesare, Fruvoli e detti.
ANGELICA: Ecco mia nipote... a lei l’ho regalata...
FELICE: Che! D.a Elena!... D. Cesare?!
ELENA: Oh! D. Felice! (Zitto, qua c’è mio marito la paglia la trovai in una scatola a casa vostra).
PROCOPIO: Voi state qua? Avete avuto la paglia?
PROCOPIO: Mia moglie non credo che ve la dava!
FELICE: Oh! Questo è certo!
MIMÌ: (Compariè, a proposito, mò che te retire, dinto a la cammera de lietto, a mano dritta quanno trase, nce sta na scatola, è nu complimento ch’aggio fatto a la cummarella).
FELICE: (Ah! Va bene!) (Dandogli la mano.) Grazie tanto.
ALONZO (a Felice): (Ma chesta non è zieta?).
FELICE: (Nonsignore, stateve zitto).
ANGELICA: Signori miei, voi non sapete l’equivoco che ho preso, mi credevo che questo giovine era nientemeno che il gran tenore Ferro. (Ride.)
TUTTI (ridono): Ah! Ah! Ah!
FELICE: Ma scusate, che c’entra sta risata? Volete vedere che me metto a pianoforte e canto?
CESARE: Cantate? Ma voi farete ridere?
FELICE: E io chesto vaco truvanno, e dopo d’aver cantato dirò: Signori miei, io non ho potuto fare altro che farvi ridere, se ho raggiunto lo scopo... deh! battetemi le mani!!!!