IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
ACHILLE: È permesso? (Introdotto da Peppino che va via.)
LUISELLA: Chi è?
MICHELE: (Sangue de Bacco! Lo capo ufficio!).
ACHILLE: Mi dispiace che vengo ad interrompere una scena di famiglia tanto affettuosa. Voi certamente siete la signora Chiappariello, non è vero?
ACHILLE (a Michele): Vostra moglie?
ACHILLE: Bravo! Tanto piacere, signora. Ve ne faccio i miei complimenti, avete saputo scegliere.
MICHELE: Il Cavaliere Achille Panetti, mio Capo Ufficio.
LUISELLA: Fortunatissima. Mi dispiace che siete venuto in un momento...
ACHILLE: Ma che, anzi, mi ha fatto immenso piacere. Quando marito e moglie si vogliono bene così, io me ne consolo.
MICHELE: Oh, figuratevi, Cavaliere, ci amiamo tanto.
LUISELLA: (Vedite che combinazione!).
ACHILLE: Vostro padre mi disse che si dilettava a dipingere, e m’invitò a vedere i suoi quadri, siccome siamo vicini, ed io pure faccio qualche cosetta, così, mi sono permesso di venire oggi, se non vi dispiace?
LUISELLA: Ma che, anzi papà sarà contentissimo di questa vostra visita. Vado ad avvisarlo.
LUISELLA: (Che pasticcio è chisto, comme la combinammo?). (A Michele.)
MICHELE: (Nun ve ne ncarricate, quanno esce papà, io me ne trase dinto). (Luis. via pel fondo.)
ACHILLE: Bravo Chiappariello, avete veramente gusto, e non so capire come, con una moglie tanto bella, voi... dovete sapere che io non sono venuto qua solamente per vedere i quadri di vostro suocero, ma anche per parlarvi di una cosa importantissima!
MICHELE: Una cosa importantissima? E di che si tratta?
ACHILLE: Per la vostra esattezza, e per la vostra buona condotta, l’amministrazione aveva deciso farvi domani un regalo di 200 lire, ma per la mancanza che avete commessa, non avete più nulla, anzi sarete multato di 50 lire, per ora.
MICHELE: E che mancanza, scusate?
ACHILLE: Poche sere fa col diretto di Torino, Roma, avete abbracciata e baciata una viaggiatrice.
ANTONIO: Volete negarlo forse?
MICHELE: Ecco qua, Cavaliere, io non è che lo nego... ma il fatto vi è stato riferito con qualche esagerazione... io non la voleva abbracciare... voi sapete io come la penso... fu una combinazione...
ACHILLE: Capisco, fu una strana combinazione, beveste forse un po’ di liquore soverchio... Vergogna! Un giovine onesto nelle funzioni del proprio dovere... ammogliato... si permette abbracciare una donna sconosciuta.
MICHELE: Forse il marito è venuto a fare qualche reclamo?
ACHILLE: No, è il controllo del treno 54 che ha fatto il suo rapporto. Oh, si prenderanno seri provvedimenti per questo fatto, bisogna dare un esempio.
MICHELE: (Aggio perzo 200 lire, e pozzo perdere pure l’impiego... Statte, aggio fatto la penzata). Oh, insomma, Cavaliè, io non posso fare questa figura con la compagnia, con l’amministrazione, con tutto il personale, perché? Per salvare un parente... e che sono matto... fino ad un certo punto un individuo si può accollare una colpa che non ha, ma quando si tratta di perdere 200 lire, e questo sarebbe niente, ma quando si tratta di perdere la riputazione, la propria dignità, allora bisogna confessare tutto. Dovete sapere che il colpevole non sono io.
ACHILLE: Non siete voi? E chi è?
MICHELE: È un mio zio che si trovava a fare il viaggio con me.
MICHELE: Possibilissimo. Ah, eccolo qua per l’appunto. (Va incontro a Felice e gli dice sottovoce.) Dicite sempe che sì.