Eduardo Scarpetta
È buscìa o verità

ATTO SECONDO

SCENA QUINTA   Pulcinella, da donna con cappellino in testa, con velo molto fitto in viso da non essere conosciuto, Luciella e detta.

Precedente

Successivo

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

SCENA QUINTA

 

Pulcinella, da donna con cappellino in testa, con velo molto fitto in viso da non essere conosciuto, Luciella e detta.

 

LUCIELLA (piano a Pulcinella in fondo): La lloco, attiento a chello che t’aggio ditto, che si nce riesce, simmo a cavallo.

PULCINELLA (c.s.): Agge pacienza, ma chisto è n’affare che non me persuade: comme, pe esserte marito, incominci col farmi perdere l’umanità?

LUCIELLA (c.s.): Spicciate, fa chello che haje da , si no lo matrimonio nuosto se mie va nfummo.

PULCINELLA (c.s.): Abbasta che non aggio na bona mazziata.

LUCIELLA (c.s.): N’avè appaura, qualunque cosa succedesse, nce sto ccà io pe te, pe te difennere. (E via.)

PULCINELLA (c.s.): Nce sta essa pe me difennere, e se n’è ghiuta. Vuje vedite mmiezo a che mbruoglio me trovo. (Nel camminare urta in una sedia.)

AMALIA (voltandosi) Chi è? Una donna! Chi cercate, signora?...

PULCINELLA (affettando una voce femminea appassionata): Chi vado trovando? Ah! (Sospirando.) Vado trovando una persona, la quale sta rovinando la povera casa mia... Uh, bene mio, come è stato, come è stato!...

AMALIA: Calmatevi, signora... Ditemi se non vi dispiace, di che si tratta, a chi andate trovando?

PULCINELLA: Questa è la casa di D. Feliciello Sciosciammocca?

AMALIA: è questa.

PULCINELLA: Meno male che non ho sbagliato!... Questa è la casa che rovina la casa mia!...

AMALIA: Ma si può sapere di che si tratta?

PULCINELLA: Avete ragione; ma che volete, adesso la mia testa non è a segno... Ah, se sapeste, se sapeste... è un anno, appena un anno, che mi sono maritata, e non sono brutta, perché più di uno me l’ha detto, e quando era zitella tutti i giovinotti che mi vedevano, andavano pazzi per me, e intanto per un infame, per un ingrato, piango dalla mattina alla sera... Ho perduto l’appetito, e giorno per giorno io povera sventurata non mi conosco più.

AMALIA: Ma che cosa vi fa vostro marito?

PULCINELLA: Che mi fa, che mi fa? Mi tradisce, m’inganna, mentre tiene questa moglie innanzi, si è posto a far all’amore con un’altra ragazza!

AMALIA: Possibile!

PULCINELLA: Perciò son venuta qui per smascherarlo, per far conoscere la sua infamità, perché dentro a questa mi è stato detto che ci sta quella che egli corteggia. Dove sta? Fatemi il piacere di chiamarla, le voglio dire con quale soggetto ella si è messo a far all’amore, e dopo se non mi la soddisfazione che io mi merito, se seguita ad amoreggiarvi, me l’ho messo in testa, le darò una coltellata al cuore e la farò cadere ai miei piedi.

AMALIA: (Bene mio, e che sento, e sarrìa possibile). Scusate, signora, che figura tiene vostro marito?

PULCINELLA: E un giovinotto piuttosto delicato.., tiene un piccolo baffetto, una testa piuttosto grande... due gambe sottilissime.

AMALIA (interessandosi): E si chiama?

PULCINELLA: Si chiama Giulio...

AMALIA: Raganelli?

PULCINELLA: Sissignora, Raganelli.

AMALIA: (Ah, è isso, è isso, non c’è cchiù dubbio! Ah, briccone... Ah! nfame!...). E voi come vi chiamate?

PULCINELLA: Mimì Scagliozzi...

AMALIA: Scagliozzi?

PULCINELLA: Ma che, conoscete forse Giulio?...

AMALIA: Sì lo conosco, sì lo conosco!... (Ah! Che io m’accedarria co li mane meje stesse.) Signora mia, sappiate che io sono quella ragazza che voi andate trovando, io sono quella che ci l’amore, ma io non sapeva niente che era ammogliato. L’infame ha ingannato voi e me!...

PULCINELLA: Come, voi siete...

AMALIA: Sissignora, io sono quella giovine, quella stupida che ha creduto a tutte le dolci parole che le diceva quell’assassino!

PULCINELLA: E come’l’avete conosciuto?

AMALIA: Lo conobbi sei mesi fa, quando venni a prendere i bagni in Napoli; ogni giorno passava per sotto alla locanda dove stava io e mio padre; io usciva fuori al balcone, egli mi guardava fissamente: alla fine in una bella giornata, il birbante mi mandò una lettera per il guardaporta, diceva che mi voleva far sua moglie a qualunque costo.

PULCINELLA: Oh, che briccone!

AMALIA: Io gli dissi che avesse parlato con mio padre, e egli mi rispose: per ora la mia posizione non lo permette, amiamoci, e speriamo.

PULCINELLA: Oh, che birbante!

AMALIA: E così fu. Noi ci scrivevamo sempre, d’allora mi ha giurato sempre di volermi bene!...

PULCINELLA: Briccone! Briccone! Briccone!...

AMALIA: Fino a pochi momenti fa, egli stava precisamente dove state voi adesso, stringeva questa mano, e mi prometteva di essere solo mio.

PULCINELLA: Birbante! Assassino! Non mi dite niente più, altrimenti mi viene una convulsione!

AMALIA: Ma non vi prendete collera però, io vi darò tutta la soddisfazione. (Che bello pensiero che m’è venuto... Sì, de chesta manera non potrà nemmeno negare.) Venite con me, andiamo in questa stanza.

PULCINELLA: Come volete voi...

AMALIA: Favorite, favorite...

PULCINELLA: E voi non entrate?

AMALIA: Adesso vengo... Adesso vengo... (Fa entrare Pulcinella a prima quinta a dritta, e chiudendo gli dice.) Quando io vi chiamo allora uscirete. Ah! M’aggio da vendicà comme dico io... Quanno vene, nnanze a tutte quante aggio da ascì la mogliera! Briccone! (Passeggia su tutte le furie.) E co quà coraggio m’ha potuto dicere chelle parole poco primma? Traditore! Assassino! Me dispiace che tricarrà a venì... Io stongo proprio ncoppa a le spine!...

 


Precedente

Successivo

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License