Eduardo Scarpetta
'Na commedia ‘e tre atte

ATTO SECONDO

SCENA QUARTA   D. Raffaele ed Asdrubale e detti.

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SCENA QUARTA

 

D. Raffaele ed Asdrubale e detti.

 

RAFFAELE (di dentro): Va bene, D. Asdrù... aggio capito...

FELICIELLO: Uh, vene D. Raffaele e D. Asdrubale, scrive. “Scena 4a D. Raffaele e D. Asdrubale.”

PULCINELLA che aggio passato... (Scrive.)

RAFFAELE: Uh, che veco, vuje state già ccà? Asdrù, ho l’onore di presentarti questi due amici miei. Il signor Felice Sciosciammocca ed il signor Pulcinella Cetrulo, i quali fanno parte della nostra compagnia.

ASDRUBALE: Ho piacere di fare la vostra conoscenza.

FELICIELLO: Anzi, il piacere è nostro.

PULCINELLA: Io pure vi saluto e sono vostro affezionatissimo amico Pulcinella Cetrulo.

ASDRUBALE: (Ha fatta na chiusura de lettera). Sedete. Se non sbaglio, vuje state de casa sotto a me?...

FELICIELLO: Sissignore, per l’appunto.

PULCINELLA: Siamo coetanei.

ASDRUBALE: E che c’entra coetanei?

RAFFAELE Asdrù, non nce badà, chillo pazzea sempe, non te puo credere come è spiritoso, come è concettoso, come è grazioso...

PULCINELLA: E voi come siete curioso.

ASDRUBALE: Eh, io n’aggio piacere, scherzate pure. Dunque abitate sotto a me? Io voleva dicere che me parevano doje facce conosciute.

PULCINELLA: E io pure mi ricordo d’averve visto a na parte a voi...

ASDRUBALE: Forse dentro a la Borsa?

PULCINELLA: No.

ASDRUBALE: Sopra a lo club?

PULCINELLA: No... non mi ricordo.

ASDRUBALE: E dove? Aspettate, forse dentro a la carrozza a la Riviera di Chiaia, io vado a la passeggiata al giorno.

PULCINELLA: Oh! mi ricordo. Vi ho veduto dentro a quel barraccone, fate lo taglio de la testa, poi fumate la pippa, ballate sopra a la musica.

ASDRUBALE: Voi che dite, quello è lo nano...

PULCINELLA: Scusate ho preso uno sbaglio.

RAFFAELE: Io t’aggio ditto che chillo pazzea.

ASDRUBALE: Io non sapeva che diceva.

FELICIELLO: (Statter zitto, non scombinà).

ASDRUBALE: Ora io voglio dirve na cosa pe farve ridere: vuje ve ricordate quanno io stammatina sotrasuto dinto da vuje e v’aggio addimmannato si aviveve visto a figliemo?

FELICIELLO: Sicuro.

ASDRUBALE: Embé io steva magnanno: lo credereste, quanno so trasuto dinto, non aggio trovato né li maccarune, né lo pane.

PULCINELLA: Ah! Sì lo sappiamo, perché nce l’à detto lo servitore.

ASDRUBALE: Non potite credere che collera m’aggio pigliato, non già per i maccheroni, perché aggio fatto mettere n’autra vota la caudara, e me l’aggio fatte fa...

PULCINELLA: Ma senza lo zuco... (Lazzi.)

ASDRUBALE: Io pagherei 20 franchi per sapere chi è stato.

PULCINELLA: (Venti franchi!). Siamo stati...

FELICIELLO: (Zitto...). Forse qualcuno della famiglia avrà fatto lo scherzo...

ASDRUBALE: Basta, chi è stato è stato. Parliamo d’altro. Quando si va in iscena?

RAFFAELE: Per adesso stiamo concertando un dramma nuovo. Domenica è la prima rappresentazione. Dopo de sto dramma vogliamo vedere de fare una commedia. Asdrù, vuò recità tu pure?

ASDRUBALE: Non ne parlà, per me è impossibile, io lo confesso non sobuono a fa na parte fora a li scene, me metto scuorno, me piace de vedere, ma ncunto de recità non è cosa.

PULCINELLA: Ah! Ve piace de vedere?

ASDRUBALE: Sì, lo teatro è l’unico divertimento mio, io sono nemico delle feste de ballo, nemico delle campagnate, il chiasso non mi piace.

 


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