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Vincenzino, e detti.
VINCENZINO (di dentro): Va buono, ho compresi, da questi parti, mille grazie.
FELICIELLO: (Uh! Chillo de la composta).
PULCINELLA: (Chillo palluniere).
FELICIELLO: (Buono, vene a tiempo, scrive, Scena 5a D. Vincenzino e detti).
PULCINELLA: (Eccome ccà). (Scrive.)
VINCENZINO (fuori): Signori, vi saluto. Oh! Voi state qua?
RAFFAELE: Sì, vonno recitare loro pure a lo teatrino mio.
VINCENZINO: Benissimo, permettete quanto m’assetto io pure.
RAFFAELE: (Io non saccio figliema addò cancaro sta).
VINCENZINO: E che parte verrebbero a fare?
RAFFAELE: D. Felice l’amoroso, che a noi manca, e D. Pulcinella per le parti buffe nelle commedie e nelle farse.
VINCENZINO: Io come Direttore e primo uomo della compagnia debbo saperlo.
FELICIELLO: Domenica me pare che avete detto che recitate.
VINCENZINO: Già, domenica facciamo un drammettino in due atti intitolato: La spada di mio padre.
PULCINELLA: Ed il fotero lo fate voi?
VINCENZINO: Nonsignore, io sono il prim’uomo giovine. Non faccio pe dicere, io recito buono assaje. D. Rafaè, ditelo voi, quanti applausi mi presi domenica passata dentro a la Signora di S. Tropeppe all’ultimo atto quando moro. Oh, sentite, come moro io, non more nisciuno artista.
PULCINELLA: (Morarrà mpiso).
VINCENZINO: D. Felì, vuje sapite fa lo muorto?
FELICIELLO: Non saccio natà.
VINCENZINO: Bona chesta. Che bel catamburro.
ASDRUBALE: (Che d’è lo catamburro?).
RAFFAELE: (Chisto è lo difetto sujo, ogne tanto dice qualche bestialità).
ASDRUBALE: (Ogne tanto? Chillo ogne parola dice no sproposito).
VINCENZINO: Insomma basta dirvi che il pubblico si credeva che io era morto veramente, e incominciò a gridare: fuori, fuori, fui costretto di fare alzare il telo e farmi vedere.
RAFFAELE: Oh, questo è vero! Recitate molto bene, e vi dico francamente che quando recitaste la prima volta, allora mia figlia incominciò ad amarvi.
VINCENZINO: E io vi dico sinceramente che vostra figlia pure me piace quando recita; mi pare un’attrice di professione, e mò che diventeremo marito e moglie sarà una coppia veramente invidiabile, una prima attrice giovane e no prim’ommo giovine.
FELICIELLO: La figlia de D. Raffaele vi sposate?
VINCENZINO: Sì, per la fine del mese si darà la parola.
FELICIELLO: Oh, bravo: nce facite provà li confiette?
VINCENZINO: Oh, vi pare, ho già ordinato no cantaro e miezo de cannellini, all’infuori poi dei confetti col rosolio e col cacavo.
PULCINELLA: (A la faccia de mammeta!).