Eduardo Scarpetta
'Na commedia ‘e tre atte

ATTO SECONDO

SCENA QUINTA   Vincenzino, e detti.

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SCENA QUINTA

 

Vincenzino, e detti.

 

VINCENZINO (di dentro): Va buono, ho compresi, da questi parti, mille grazie.

FELICIELLO: (Uh! Chillo de la composta).

PULCINELLA: (Chillo palluniere).

FELICIELLO: (Buono, vene a tiempo, scrive, Scena 5a D. Vincenzino e detti).

PULCINELLA: (Eccome ccà). (Scrive.)

VINCENZINO (fuori): Signori, vi saluto. Oh! Voi state qua?

RAFFAELE: Sì, vonno recitare loro pure a lo teatrino mio.

VINCENZINO: Benissimo, permettete quanto m’assetto io pure.

RAFFAELE: (Io non saccio figliema addò cancaro sta).

VINCENZINO: E che parte verrebbero a fare?

RAFFAELE: D. Felice l’amoroso, che a noi manca, e D. Pulcinella per le parti buffe nelle commedie e nelle farse.

VINCENZINO: Io come Direttore e primo uomo della compagnia debbo saperlo.

FELICIELLO: Domenica me pare che avete detto che recitate.

VINCENZINO: Già, domenica facciamo un drammettino in due atti intitolato: La spada di mio padre.

PULCINELLA: Ed il fotero lo fate voi?

VINCENZINO: Nonsignore, io sono il prim’uomo giovine. Non faccio pe dicere, io recito buono assaje. D. Rafaè, ditelo voi, quanti applausi mi presi domenica passata dentro a la Signora di S. Tropeppe all’ultimo atto quando moro. Oh, sentite, come moro io, non more nisciuno artista.

PULCINELLA: (Morarrà mpiso).

VINCENZINO: D. Felì, vuje sapite fa lo muorto?

FELICIELLO: Non saccio natà.

VINCENZINO: Bona chesta. Che bel catamburro.

ASDRUBALE: (Che d’è lo catamburro?).

RAFFAELE: (Chisto è lo difetto sujo, ogne tanto dice qualche bestialità).

ASDRUBALE: (Ogne tanto? Chillo ogne parola dice no sproposito).

VINCENZINO: Insomma basta dirvi che il pubblico si credeva che io era morto veramente, e incominciò a gridare: fuori, fuori, fui costretto di fare alzare il telo e farmi vedere.

RAFFAELE: Oh, questo è vero! Recitate molto bene, e vi dico francamente che quando recitaste la prima volta, allora mia figlia incominciò ad amarvi.

VINCENZINO: E io vi dico sinceramente che vostra figlia pure me piace quando recita; mi pare un’attrice di professione, e che diventeremo marito e moglie sarà una coppia veramente invidiabile, una prima attrice giovane e no prim’ommo giovine.

FELICIELLO: La figlia de D. Raffaele vi sposate?

VINCENZINO: Sì, per la fine del mese si darà la parola.

FELICIELLO: Oh, bravo: nce facite provà li confiette?

VINCENZINO: Oh, vi pare, ho già ordinato no cantaro e miezo de cannellini, all’infuori poi dei confetti col rosolio e col cacavo.

PULCINELLA: (A la faccia de mammeta!).

 


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