Eduardo Scarpetta
'Nu ministro mmiezo a li guaje

ATTO SECONDO

SCENA DECIMA   Ministro e detto.

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SCENA DECIMA

 

Ministro e detto.

 

MINISTRO: Che brava gente, che cuori eccellenti, è una cosa che consola! (Vede Ignazio.) (Ah! ecco il signor Marchesino!)

IGNAZIO: Eccellenza... io sono...

MINISTRO: Lo conosco perfettamente, mi già annunziata la sua visita!...

IGNAZIO: (Avarranno telegrafato pure a isso!). Allora io non credo di aver bisogno di spiegare il motivo... il mio nome, e la mia qualità, è tutto, come si direbbe, un programma.

MINISTRO: (Che prosopopea, tutto il padre!). La pregherei però di far presto.

IGNAZIO: Sarò breve, anzi, se S.a E.a permette, le rivolgo subito una domanda.

MINISTRO: Parli, si accomodi. (Seggono.)

IGNAZIO: Si potrebbe sapere che cosa Ella ne pensa di questa nuova alleanza?

MINISTRO: (La prende alla larga, da diplomatico). Le dirò francamente, che non ne comprendo proprio la necessità, né la convenienza.

IGNAZIO: Ma... ma non le pare che quando questi due partiti... che poi sono, come si direbbe, due persone, si unissero... il paese ne riceverebbe gran vantaggio.

MINISTRO: Non capisco che c’entra qui il paese... io per me non vedo alcun vantaggio da questa unione.

IGNAZIO: Sta bene. (Chesto lo telegrafo subeto a Roma.)

MINISTRO: Questo connubio, è assolutamente impossibile!

IGNAZIO: E se avvenisse senza il consenso di Vostra Eccellenza?

MINISTRO (la guarda minaccioso, Ignazio si scosta con la sedia): Come? Contro la mia volontà? La prego di misurare i termini... si vede che Lei non sa il mio carattere.

IGNAZIO: Ma si persuada, noi siamo potenti. Faccia da sua parte qualche concessione, e noi ne faremo dalla nostra...

MINISTRO: La ringrazio della carità che vuol farmi; ma per sua regola la camorra non mi fa paura... Ho detto no! E sarà no!...

IGNAZIO: Io non comprendo la parola camorra... Comprendo soltanto che lei ha valutato tutta l’importanza del connubio, che si farà senza la sua volontà!...

MINISTRO: Oh, signore basta così! (Si alzano.) Ho tollerato abbastanza per dovere di cortesia. Ora la prego di uscire e subito, e sappia che io coi miei principii non fo nessuna transazione... Ella è in libertà!

IGNAZIO: (Ed io me ne vaco contento che l’aggio fatto parlà. Le sorti di un ministro sono nelle mani di un farmacista!). Eccellenza... (Vaco buono, vaco buono proprio!) (Via.)

MINISTRO: Non si può essere più sfacciato!

 


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