Eduardo Scarpetta
'Nu ministro mmiezo a li guaje

ATTO TERZO

SCENA NONA   Giulietta, Felice, Tore e detti.

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SCENA NONA

 

Giulietta, Felice, Tore e detti.

 

GIULIETTA: Ncè sta lu Sinneco e lo capobanda de lo paese.

MINISTRO: Avanti avanti... Scusi, signore.

FELICE: Eccellenza, secondo il desiderio che vi siete degnato ierisera, vengo a presentare... maestro, vi saluto... il nostro Tore Rapesta... l’organizzatore, l’anima di tutte le nostre feste.

MINISTRO: Son contento, di stringere la mano a un così benemerito cittadino!

TORE: Eccellenza, questa stretta di mano, è il più bel giorno della mia vita.

FELICE (al Ministro): (La signora toja sta ancora offesa co Menechella? Si sapisse comme sto mortificato io; ma che t’aggio da , chella moglierema tene na lengua!... ma voglio che te venesse a cercà scusa perà).

MINISTRO: (Siamo noi invece che dobbiamo domandà scusa, anzi ti prego di andarla a prenderla... e portarla ccà, pecché non voglio che ci siano altri dipiaceri l’ultimo giorno che sto fra voi).

FELICE: (Grazie, vado subito)... a proposito, dimme na cosa, hai letto gli ultimi giornali che so’ venute da Roma, co li dispacce dell’Agenzia D. Stefano? (Lazzi.)

MINISTRO: Sì, appunto mia moglie li sta leggendo.

CARMELA (che sta leggendo i giornali) leggevo appunto i telegrammi... un giornale contradice l’auto! Guardate: questo dice: «Oggi Ministro Rivelli, giunse Roccapulita, suo paese natio. La popolazione festante, con banda alla testa, gli fece un entusiastico ricevimento. In un momento di sublime entusiasmo, la popolazione staccà i cavalli dalla vettura, che volle trascinare dalla Stazione al paese, trasportando così il Ministro in trionfo...».

FELICE (a Tore): (Se l’hanno mmuccato lu fatto de li cavalle!).

CARMELA: «Assistevano al ricevimento 10 Senatori».

FELICE: Scusi, dirà suonatori.

CARMELA: No, Senatori, che creda che io non sappia leggere?

FELICE: E ve credite che io non conosco la gente che tengo dinto a lo paese? So otto strumenti, lo capobanda 9, e lo clarino che sta malato 10. Questa è la mia truppa.

CARMELA: Va bene, andiamo avanti, «10 Senatori e 22 deputati. Dopo poche ma sentite e cordiali parole del Sindaco Cavaliere Felice Sciosciammocca, il ministro rispose con uno splendido discorso che destò l’ammirazione generale».

FELICE: E bravo, per Bacco, fa piacere a leggere sti giornale!

CARMELA: E sentite chistauto : «Oggi, Ministro Rivelli, giunse Roccapulita, suo paese . Ad onta che questo viaggio fosse strombazzato da quindi giorni, con tutti i segretari inviati prima a preparare il terreno, il ricevimento da parte della popolazione fu freddo, glaciale! L’entusiasmo è stato provocato da pochi parenti ed amici che hanno fatto una dimostrazione in parodia. Per mancanza di cavalli, la carrozza del Ministro è stata trascinata da gente prezzolata...».

FELICE: (S’è scoverta la magagna!).

CARMELA: «Il Sindaco pronunziò sconclusionate parole, alle quali rispose il Ministro con un discorso slavato. Mando corrispondenza, unendovi al ridicolo schizzo del naso del capobanda, l’intiera caricatura di questo Sindaco cretino».

FELICE: Le voglio io la caricatura si arrivo a conoscere chi è sto giornalista.

TORE: Le voglio vedé io lu profilo de lu naso!... Signor Ministro non potrebbe mandare in galera vita natural durante questo Signor giornalista?

MINISTRO: Ma del resto, lo dissi io, che non voleva assolutamente farmi trascinare in carrozza dai miei concittadini, che hanno voluto per forza pigliare il posto delle bestie, per far fare a me il trionfo di Mardocheo!

TORE (a Felice): (Chi è sto Mardocheo?).

FELICE: (Il Presidente del Consiglio dei Ministri!).

TORE: Ma comme se poteva a fermà l’entusiasmo.

MINISTRO: Ma l’entusiasmo non poteva mai far dimenticare la propria dignità! Basta, Felice, va a prendere tua moglie.

FELICE: Vado, vado. Sta ccà, abbascio a la cantina che me sta aspettanno. Del resto, tu non te si pigliato collera cu me, io non nce aggio colpa.

MINISTRO: No, no, e po’ dimane me sentananno a Roma.

FELICE: Comme te ne vaje? Me dispiace che vaje addo isso a farte ragione, capisce co chillo benedetto carattere!

MINISTRO: Ma chi?

FELICE: Mardocheo.

MINISTRO: E chi è Mardocheo?

FELICE: Il Presidente dei Ministri.

MINISTRO (dando un urlo): Eh!... (Felice scappa via.)

ROCCO: (Fa cenno ai bambini di ricominciare).

(Coro dei bambini):

E noi poveri bambini

Che tremiamo al tuo splendore

Ti facciamo tanti inchini

Per mostrarti il nostro amore

Un Ministro più potente

No, nel mondo, no, non c’è.

(Replica questi ultimi due versi.)

MINISTRO: (E io moro!...). (Vede Felice e Menechella sotto la porta.) Avanti.

 


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