Eduardo Scarpetta
Li nipute de lu sinneco

ATTO SECONDO

SCENA TERZA

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SCENA TERZA

 

CONCETTELLA (entrando): Signò, fore ce sta na figliola che parlà afforza co voi.

CICCIO: E chi è?

CONCETTELLA: Non me l’ha voluto dicere, ma si la vedite fa compassione: sta co lo fazzoletto mmane e sta chiagnenno.

CICCIO (a parte): Quale sospetto... fosse mai... (A Concettella:) Fatela entrare. (Siede.)

CONCETTELLA (che è uscita e rientra ora con Felice vestito da educanda come Silvia): Bella figliò, trasite, chillo llà è lo sinneco. (Felice si getta ai piedi di Ciccio piangendo.)

CICCIO: Pss... (A Concettella:) Uscite, voi. (Concettella via.) Alzatevi.

FELICE: Oh, no, zio mio. Mi alzerà quando mi avrete perdonata.

CICCIO: Mai, non vi perdonerà mai! (La spinge.) Voi non meritate il mio perdono, e non con quale ardire vi siete presentata a me, dopo quello che avete fatto!

FELICE: L’ho fatto ma senza voglia.

CICCIO: Ah, senza voglia?

FELICE: Ho mancato, sì è vero, ma ora ne sono amaramente pentita... Io non credeva di fare un gran male.

CICCIO: Ma ora che cosa volete da me?

FELICE: Niente, non desidero che due cose: esse perdonata da voi e abbracciare mio fratello!

CICCIO: Vostro fratello tiene troppo amor proprio, troppo decoro e non credo che vi abbraccerà.

FELICE: Oh, non dubitate, caro zio, mio fratello mi abbraccerà!

CICCIO: Ma perché ve ne siete fuggita dall’educandato? Voglio sapere la ragione, voglio sapere perché?

FELICE: Mille sono state le ragioni, zio mio, mille! Non me ne fidavo più, mi hanno messo con le spalle al muro... tutte le compagne contro di me, la Direttrice non mi poteva pariare.

CICCIO (a parte): Eh! Pariare...

FELICE: Sì, sopportare... A me mi faceva fare tutti i servizi pesanti... e scopa, tira l’acqua... Teneva una mano così gentile, me l’hanno fatta fare piena di calli, guardate.

CICCIO: E chesta è mano da facchino!

FELICE: Po’ trovàvene sempe la scusa che m’ero portata male e mi facevano stare digiuna, mi davano solamente pane e acqua. Come dovevo fare io, povera figliola? Stammatina, disperata e morta di fame, sono fuggita... Dove potevo andare? Fino a m’è venuto appriesso nu signore, ma poi, vedendo che non l’ho dato retta, se n’è andato. Zio mio, , mi moro di fame! (Piange.)

CICCIO: Pss, finitela! (A parte.) La nipote de lo sindaco che se more de fame! (A Felice:) Mi fa meraviglia questa cosa! Tutti dicono che in quell’educandato le ragazze sono trattate bene.

FELICE: Non è vero, zio mio, non è vero! Mangiamo sempre fagioli, ceci, aringhe e rape...

CICCIO: Come fossero carcerati!

FELICE: E la biancheria dei lettini ce la cambiano ogni mese.

CICCIO (a parte): Mamma mia, povere figliole! (A Felice:) Basta non voglio sentire più niente. In ogni modo, avete fatto male a fuggire: una figliola onesta questo non lo fa!

FELICE: Perdonatami!

CICCIO: Per ora non posso dirvi niente. Non vostro fratello che cosa intende fare. Oggi è lui il padrone di tutto: io l’ho fatto donazione di tutta la mia roba.

FELICE: A chi?

CICCIO: A Felice, a vostro fratello.

FELICE: Ah! E alla sorella... cioè, a me?

CICCIO: A voi... a voi... niente!

FELICE: Veramente? (Piano.) Oh, che piacere!

CICCIO: Come avete detto? Ne avete piacere?

FELICE: Si capisce! E io appunto questo volevo, che lasciavate tutto a Felice. Oh, se aveste lasciata a me la metà, io l’avrei ceduta a lui... Ma che cosa ne facevo del danaro? Donna, sola, senza una persona che me lo avesse amministrato, in pochi mesi sarebbe tutto finito... Invece voi avete fatto benissimo di dare tutto a Felice e io sono sicura che egli non abbandonerà la sua misera sorella! (Piange.)

CICCIO (a parte): Ma sangue di Bacco, chiste so’ due angeli!

FELICE: Ma dov’è mio fratello? Dove sta? Lo voglio vedere.

CICCIO: Aspettate in quella stanza. Quando io vi chiamerà voi uscirete.

FELICE: Grazie, zio mio, grazie. Me more de fame?

CICCIO: mange!

FELICE Me more de sete?

CICCIO: beve! (Felice via.) Che bona figliola! Che bravi ragazzi! Chillo rinunzia alla metà pe la a essa, essa invece cede tutto a isso... che bella cosa! Un bacio pure a te, tieni! (Manda un bacio.)

 


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